EROTIK MONKEY”tutti i colori del buio(autoproduzione)”
Gli Erotik Monkey sono un quartetto sardo molto interessante formato da:Andrea Cannucci(voce,chitarra),Corrado Cardia(chitarre),Giuseppe Aledda(basso,programmazione)e Marco Cardia(batteria).
“Tutti i colori del buio”è il loro terzo album,ed è un perfetto spaccato della sensibilità rock della band,in bilico tra emozioni post-grunge e richiami alternativi.
L’apertura,affidata a “Golden Gate bridge”è esemplare in questo senso:un brano in bilico tra luci ed ombre,tra improvvisi lampi aggressivi chitarristici(a metà tra la scuola di seattle e la scena post-noise newyorkese) e melodie dai risvolti introspettivi.
E l’introspezione,l’intimismo la fa da padrone anche su “Calendule”,seppur su un’atmosfera decisamente diversa:qui la musica prende pieghe più psichedeliche e caleidoscopiche,anche se non prive di improvvise accellerazioni e aggressività.
Di grande fascino le parti chitarristiche(partecipa anche Francesco Sollai),che fondono riminiscenze orientaleggianti e quasi “etniche”ad una ritmica sonico-ossessiva,che sfocia in un finale in preda ad emozioni forti.
Le dinamiche scavano in superficie su”Alito del dopo-sole”,sempre in bilico tra melodia oscura e squarci violenti,su un breve testo molto personale e pessimista(“tutte le cose che vuoi/tutte le cose che ti fanno stare bene/sono destinate a sparire”):un vortice di emozioni scurissime,con tutta la band in grande spolvero.
“Nel giorno della mia morte”è una sorta di mini-suite divisa in tre parti distinte;la prima è una cavalcata dal forte impatto grunge,rivestita però da una sapiente melodia”alternativa”che contorna la rassegnazione disperata del testo(“Semplice nostalgia/che ho di te/vola via/in lacrime/il mio pensiero muore”)e un ritornello che fa furore,tra improvvisi e squassanti stop and go distorti,compattissimi,che riporta alla mente i Jesus Lizard più violenti e i Melvins più massicci(e anche un po’ di psichedelia in fase”stoner”).
La seconda parte,è ancora più aggressiva della prima,e pesantissima,con le chitarre e la sezione ritmica che sezionano il pezzo come lame affilate,e un testo urlato che diventa ancora una volta di più avvolto in un lucido spleen raggelante(“che pena mi fa/vederti così/vuota,morta”).
La terza parte,invece,dopo un’introduzione affidata ad uno squarcio dark di elettronica appena accennata e molto cupa,ritorna ad un’atmosfera distorta che si trasforma in una ballad amara,dai risvolti elettroacustici e con l’ombrosa personalità del testo(“Proteggimi così/come sai/se tu puoi(…)il giorno muore/io corro/non ho più pace senza di te”),prima che il finale ripiombi in schizoidi distorsioni poderose e inquietanti.
C’è però tempo anche per un attimo di quiete,affidata all’acustica “Non pensi”,anche se non priva della caratteristica malinconia degli Erotik Monkey:un modo diverso di vivere l’inquietudine esistenziale,con il pathos delle oscure liriche sempre in evidenza(“Dio perchè non pensi mai a me?/dentro ho un chiodo che mi trafigge il cuore”). Un brano che più scuro non si può,e la dimostrazione che la band sa essere devastante anche “Unplugged”,e quindi con sfumature diverse(e anche quando le liriche diventano apparentemente più crude,non si tratta di mera provocazione ironica,ma sensibilità noir).
I caratteristici”stop and go”affidati all’aggressività sonica delle chitarre ritornano su “tempo e cambiamento”,in un frangente più melodico. Riflessioni personali sempre molto scure,che fanno male e sono una coltellata in pieno petto(“Penso che non passerà mai/l’apatia tra di noi/credi in me,che ci proverò sempre/tutto questo vuoto che ho dentro/credimi,non passerà mai/lo so(…)sento che tu mi vuoi così/spento”),che non vengono cancellate nemmeno quando l’atmosfera si fa più “arpeggiata”e apparentemente “distesa”(che crea un piacevole contrasto con l’amarezza del testo ).
Finale affidato a riuscite deflagrazioni e riff pesanti come un macigno,e un tappeto ritmico implacabile e cupo.
“Asbesto”si tinge ancora più di metaforica oscurità,sempre in bilico tra sonorità acustiche malate e improvvise impennate metalliche;il finale è una spietata rasoiata che fa sanguinare senza possibilità di ritorno,affidata com’è alle dissonanze delle settime chitarristiche che il doloroso rallentare fa sprofondare improvvisamente in un baratro noise.
Ritorna la melodia,dai risvolti insolitamente ariosi,su”Anomia mortifera”,una riuscita ballad elettroacustica che spezza un po’ l’atmosfera devastante dell’album,anche se sempre carica di spleen e di poetica malinconia(“sorvoli nubi/sembrano vive/scolpisci immagini/di fiori morti/se muori dentro/so,fa più male/trovami un senso/lo so,fa più male/ma arriva il vento/ti porta via/distruggo lacrime/libero fantasie”);e torna anche qualche barlume di speranza,anche se il dolore non è mai esente. Il finale è affidato ad un ulteriore cambio di atmosfera,ed è il primo e unico brano dal mood prettamente elettronico,”Voci”:ma non si tratta di una faciloneria,perchè i synth sono criptici e oscuri,e si sposano bene alle sporche distorsioni,che per una volta però stanno sullo sfondo,senza essere in evidenza. Un brano breve,eppure intenso e misterioso,che chiude il cerchio in maniera notturna.
E mai titolo fu più azzeccato di”tutti i colori del buio”per questo disco:difatti è una sorta di concept che indaga sulle ferite personali e sull’introspezione malinconica;e la “scimmia erotica”che vi accompagnerà in questo viaggio,lo farà con maestrìa,non rispondendo a domande,ma lasciando a voi molte chiavi per interpretarle….un viaggio sonoro affascinante,per chi non ha paura di confrontarsi con sé stesso e le proprie paure….
Gli Erotik Monkey non hanno misteri nel mostrare la propria personalità e sensibilità artistica ,che qui emerge in maniera prepotente e senza sconti:e il loro sound è così ricco e pieno di sfumature che non delude mai,anzi,è capace di cullarci come di colpirci improvvisamente…..è una di quelle band che ha capito perfettamente come usare le dinamiche e i “colori”della propria musica,e siamo certi che ne sentiremo ancora parlare,e a lungo!