DIAFRAMMA”preso nel vortice(Diaframma records)”
Parlare dei Diaframma non è solo un onore per me,ma è anche doveroso:la creatura musicale di Federico Fiumani non è solo un’istituzione del rock italiano(ma forse non è il termine adatto-è solo per rendere l’idea-perchè sono certo che Federico odierebbe questo termine!),ma è PARTE fondamentale del rock italiano,quello vero e d’autore(mi verrebbe da rievocare un bellissimo ricordo personale che mi lega ad un concerto della band,ma ora forse non è la sede adatta,anche perchè non credo che interessi a nessuno).
E’ poi ormai nota a tutti l’importanza che hanno avuto i Diaframma nella new wave delle nostre parti,essendone un po’ la “band-simbolo”,di sicuro quella più importante(insieme ai primissimi Litifiba,ma questo già lo sapete)….naturalmente poi il sound del gruppo si è evoluto,ma senza mai rinnegare le proprie origini e la propria attitudine,ed anche questa è una cosa che ha giocato sempre a loro favore:Fiumani non ha mai cercato il successo facile,ma coerentemente ha sempre fatto a modo suo,rimandendo fedele alla sua matrice underground,conquistandosi un pubblico fedele nel corso del tempo che non lo ha mai abbandonato.
E’ davvero difficile immaginare il rock cantato in italiano dei nostri giorni senza la poesia di Fiumani:difatti non solo i suoi dischi hanno “plasmato”un certo modo di comporre la musica da noi,ma è stato anche importantissimo per molti gruppi venuti dopo che ne riecheggiano l’attitudine…….
Questo”Preso nel vortice”arriva quasi a trent’anni di distanza dal primo album dei Diaframma,ed è una nuova perla nel catalogo della band;Federico è sempre il poeta rock’n’roller che conosciamo(e l’attitudine”punk”sempre in testa e nel cuore),e non le manda certo a dire,sempre schietto e diretto com’è tipico della sua personalità…in quest’avventura è accompagnato da Luca Cantasano e da Lorenzo Moretto(rispettivamente basso e batteria,ormai da diverso tempo nella band)e appaiono anche degli ospiti importanti,ovvero Enrico Gabrielli(il polistrumentista dei Calibro 35,ormai onnipresente nei dischi della”scena italiana che conta”),Gianluca de Robertiis(alle tastiere),perfino due vecchi amici,Marcello Michelotti dei Neon e Alex Spalck dei Pankow(che hanno vissuto con Fiumani la stagione dorata della new wave )e Max Collina(Dagli Offlaga Disco Pax)
Come dice lo stesso Federico,nel disco”si parla di sesso,droga e rock&roll e di una storia d’amore finita”….entriamo adesso nel vivo dell’album,analizzandone i brani…..
“ATM”apre il disco ed è una ballata dolceamara, anche un po’ pungente,in perfetto stile Fiumani(“e mia sorella mi dice “devi stare attento/che è una manipolatrice”/che posso farci se sei molto più intelligente?/e arrivi sempre prima/è stato meglio che un misero arrivederci/non esserci incontrati”);la melodia è quasi vintage,come l’andatura del brano,quasi una rivisitazione sarcastica di armonie sixties.
Un sorriso beffardo adorna “Claudia mi dice”e Federico non si tira di certo indietro quando c’è da affilare la lama delle parole(“Claudia mi dice quasi ogni tipo di droga/tanto lo so che poi ne esco fuori/con le mie amiche ermafrodite/caliamo il nostro asso di cuori/siamo tutte più o meno fans del teatro degli orrori/più o meno fans o più o meno cool”)….e la musica-quasi”beatlesiana”in alcuni segmenti- è un contrasto agrodolce con l’argomento della canzone,spinoso ma non troppo.
Accattivante e melodicamente perfetta è”Hell’s angel”,in cui ironia e cruda poesia (a volte con un tocco visionario) vanno a braccetto(“e dare un nome al caos/che è in ognuno di noi(..)Allen Ginsberg,grande poeta(…)tu che hai studiato(…)tu che sai tutto,prova a cambiarlo(…)forse è giunto il momento giusto/forse è arrivato al momento sbagliato/si può anche morire/non siamo mica gli Stones dopo i fatti di altamont/proprio per niente”),mentre tutti i musicisti-Federico compreso-sono al top della forma e ci danno dentro con grande fervore R&R.
I fiati di Enrico Gabrielli sono evidenti in”Ho fondato un gruppo”(e li ho riconosciuti ancora prima che sapessi della sua partecipazione,data la loro inconfondibilità),che mescola ricordi e pensieri personali(“ogni giorno mi sveglio con un mistero/ma io che cosa sono?che faccio?/ma c’è una luce in fondo a tutto questo grigio/come una voce che chiama/e che mi guiderà”)a tempo di punk rock;gli ideali giovanili(“Ho fondato un gruppo/Questo gruppo è tutto quello che ho”)sono validi ancora oggi,ed è metaforicamente anche un manifesto di coerenza lirico-musicale,non priva della staffilata finale(“questo è un accordo/Questo è un altro accordo,eccone un terzo/adesso puoi formare il tuo governo qualunque/che cambi lo stato di cose esistente(….)non c’è cosa al mondo che più mi appassiona/di un delinquente che canta,che suona/se ho anche cantato solo cose tristi,c’era una forza mai doma/e se li metti insieme tutti questi anni non c’è mai stata né noia,nè inganni/ma quello che più conta di questo crogiuolo/è che da allora non sono più solo”)….un brano azzeccatissimo,quasi un simbolo della band stessa(e dell’arte di Federico),e che spiega perfettamente molto più di mille mie parole…
Una melodia dolceamara e struggente è il tappeto su cui è innestata”I sogni in disparte”,e ciò si riflette anche nelle parole(“non sarai mai felice dai 20 ai 30 anni”è la frase-chiave perchè si parla di”quei ricordi che grondano sangue/e gronderanno sempre più”);al contrario,”Il suono che non c’è”presenta un’atmosfera più tesa,dal sapore decisamente punk(e velatamente”wave”)anche se liricamente è un altro tassello che indaga sui ricordi come dimostra il testo,e che cita non certo a caso gli eroi giovanili del nostro(“ripenso spesso al suono che ho amato in gioventù/ma la musica si sposta veloce non c’è più/violento e arraffazzonato come I clash/oppure lento e drammatico come i Sex Pistols”)…..essere sé stessi ad ogni costo-nel bene e nel male- è comunque sempre il messaggio primario(“son sempre io anche se non mi riconosci/in fondo sei cambiato molto più di me”)….
“Infelicità”è un brano umbratile che ricorda musicalmente più da vicino i Diaframma degli esordi,soprattutto per i suoi arpeggi e risvolti darkeggianti,e le liriche riflettono un’attitudine pessimista,anche se spostata su un contesto diverso,legata forse al rimpianto di qualcosa che dal passato non si può recuperare(“compro dischi che non sento mai/per ricordarmi di quando li ascoltai”);mentre ritorna il ghigno beffardo-anche se su uno sfondo decisamente amaro-su”L’amore è un ospedale”,un’altra ballata che ribalta con poesia tanti luoghi comuni del nostro vivere,in un binomio guarigione/rapporto di coppia godibile e interessante(“in questo posto/vicino al cielo(…)tutto è più vero/quello che mi ci ha portato/non l’avevo valutato mai/qui viviamo i nostri giorni/torneremo anche più forti,noi/sì lo so che ti ho deluso/ma contenta non sei stata mai”).
Si ritorna su un’atmosfera decisamente rock&roll su”Ottovolante”,che, come recita il sottotitolo,è”una canzone per Piero Pelù”:si mischiano ricordi e pensieri personali con inconfondibile gusto(“amico mio,ricordo le corse insieme a te/l’intensità del tempo che passa e se ne va/avresti mai pensato che quelli erano i giorni che avrebbero segnato tutta la nostra-la mia e la tua-vita”)e pare materializzarsi davanti ai nostri occhi una fotografia in bianco e nero di quello che Fiumani descrive nel testo,da quanto è “reale”e sincero,onesto.
Una ballata elettroacustica e dall’insolito sapore vintage/folk rock è”L’uomo di sfiducia”,ed è un bozzetto divertente(“tu non vuoi venire con me/perchè dici che io vado con tutte/tu non vuoi ascoltare me/preferisci credere a quel che dice la gente”)che si diverte a citare nel testo -come succede in altri episodi del disco musicisti che Federico conosce bene(“tu non vuoi che io regali a te/tutta la discografia dei CCCP”),e ovviamente non mancano i risvolti ironici dai contorni agrodolci(“dici che non sei in vendita/e comunque che non ti corrompo così/sei più dura del ferro battuto/ed ogni volta io mi ci spezzo le corna”).
“Luglio 2010”è un altro spaccato”vitale”dalla melodia settantiana che parla di un abbandono(“
lasciami qui/e dove vuoi che vada/volevo vivere ancora un po’/perchè mi voglio riappropriare di quel che era la mia vita prima di te”);i risvolti pessimisti(“ogni speranza è vana/di esser felici io e te”)vengono stemperati dalla musica,quasi un “blues”alla personale maniera dei Diaframma(quindi,totalmente originale e “diverso”,anche stralunato se vogliamo).
Interessante la struttura di”Tutte le strade”che alterna strofe dal sapore pacato,quasi acustico(ritorna per alcuni attimi un flavour folk rock che era apparso su”L’uomo di sfiducia”) ad improvvise fiammate di rock elettrico e vigoroso;e perfino dei passaggi strumentali molto suggestivi che vedono la band in forma smagliante….le liriche sono molto introspettive(“abbandonato cuore mio/questa sera io esco/come un altro me stesso/che non esiste più”)e si sposano magnificamente alla musica.
Si ritorna al furore punk rock con l’aggressività di ”Venisse il sole”ed è un brano perfetto per il pogo,sicuramente adattissimo per i live,breve e conciso,con poche frasi che colpiscono a fondo(“bastasse solo una parola/a esprimere tutto quel che ho dentro/tutto il silenzio che seguirebbe/sarebbe la logica conseguenza”).
Chiude il disco”Voglia di”,una ballata corposa e velatamente struggente,anche se solcata da chitarre taglienti;molto bello il testo(“voglia di crescere senza fare danno/compiacendo un’idea di sé stessi nel mondo”)che rivela anche visioni poetiche(“onde che si infrangono/onde che si riflettono nel cielo che vuoi tu,semplicemente blu”).
Federico Fiumani si riconferma come artista sensibile e coerente,e ci dona un altro tassello della sua arte,con questo nuovo capitolo targato Diaframma;personalmente lo trovo in gran forma in questo disco,e i suoi punti di forza rimangono immutati,eppure sempre “nuovi”e freschi,vitali….
Lo spirito è sempre quello del giovane ragazzo che folgorato dal punk,imbracciò la prima chitarra e cominciò a comporre….e questo traspare evidentemente,anche dai richiami al passato che non sono affatto nostalgici,ma semmai riassumono i sentimenti di una vita intera a suon di rock e di verità.
Davvero un ottimo disco splendente,che brilla nella sua interezza,maturo ma non “domo”,al contrario,Federico è al top e la dimostrazione sta tutta qui,nelle 14 perle sonore di”preso nel vortice”,che conquistano ascolto dopo ascolto…..procuratevelo immediatamente,è un must,un disco onesto fino al midollo e diretto,riuscito….da avere e da amare incondizionatamente.