A CURA DI FRANCESCO LENZI
NICOLA SARTORI “Cantattore” (Cabezon records)
Nicola Sartori è un interessante cantautore veronese al suo esordio,dopo aver fatto parte per anni dei Rosillusa(col quale ha inciso dei dischi e condiviso esperienze importanti dal vivo).
“Cantattore”è un album originale,fresco e allo stesso tempo elegante,in cui Sartori dà sfoggio della sua originalità…andiamo ad analizzarlo insieme nel dettaglio.
Dopo una breve introduzione di pochi secondi,eccoci catapulati nel mondo immaginario di”Cantattore”,una canzone sulla vacuità dei”falsi talenti”che escono da tutti questi nuovi show televisivi(ma anche con qualche allusione ai”finti alternativi”);Nicola affronta l’argomento con ironia e gusto(“Sono il cantautore più falso che c’è/a verona passo il tempo a parlar bene di me/sono un ragazzino con il vizio del pop”),su un tappeto musicale che mescola ritornelli rock a srofe funkeggianti,adornate da chitarre liquide.
Si prosegue con una splendida ballata,”Incontro”,un sentito omaggio all’universo femminile visto da un’ottica personale (“hai incontrato un nuovo modo d’essere più viva/e subire nel silenzio l’accusa di esser spenta/e scoprirai anche il modo/per render più intenso perfino il profumo d’arance”)nato dopo la lettura di una sceneggiatura riguardante la vita monastica di una donna:un brano molto poetico,che non fa a meno di un tocco “pop”di classe,mai invasivo,ma dolce e delicato,dai morbidi toni acustici.
“Confusa”è una ballata notturna e rarefatta sulla fine di un amore;il tutto raccontato con una lieve malinconia(“ti ho vista recitarti/in quella commedia messa in piedi soltanto da Dio/ti ho vista ammalarti,ma io ti curo a distanza”)…una canzone essenziale(solo voce e pianoforte),ma estremamente orecchiabile.
“Il vicolo dei ciechi”presenta un arrangiamento jazz molto sofisticato e pone l’interrogativo sull’indifferenza e la falsità delle persone con originalità(“Non l’hai visto mai/il sole mostrarsi a noi/osservarti da qui/ridicolo essere/e guardo tra le tue finestre illuminate di cera/le tavole apparecchiate di polvere e i tarli seduti sulle tue sedie”);e tonalità jazzate(ma con andatura da saudade)si ritrovano anche su”Niente”,uno spaccato sulla superficialità odierna(“una tv stupida,il grado alcoolico di una birra,decreteranno l’indice di gradimento di una serata all’insegna del più entusiasmante niente”).
“L’uomo che avrai”è un’altra avvolgente ballata(vi consiglio di ascoltarla in cuffia per godere appieno delle sensazioni”piene”che evoca,con l’equalizzazione della voce che passa da un canale all’altro!):una lettera ad un figlio “futuro”,quindi non ancora nato(“se potessi scegliere,eviterei di crescere e sporcarmi”),in cui l’autore mette a nudo la propria anima,domande e pensieri compresi.
Il gusto per gli arrangiamenti curati e raffinati si ritrova anche su”Tessi(il titolo che vuoi)”,la descrizione dell’incontro di due anime”gemelle”(“arrivi a un passo da me/con la fierezza di chi sta riuscendo a esser donna più di chi/rimane indietro stupidamente”);un bellissimo brano che forse è il mio preferito del disco(anche se la scelta è ardua,data l’ottima qualità dI tutto il materiale qui contenuto).
La realtà con la sua vuotezza ritorna esplicitamente su”Nullauomo”(“ma tu non provi alcuna vergogna/la tua pelle è lo schifo che sei/in mezzo a questo ci sei tu/una pelle inutile/che non mi servi a niente”),e ritorna anche l’atto di accusa (che condivido in pieno) contro il mondo della TV e dei reality.
“Quanto ridere fa”ha un’atmosfera quasi settantiana(complice il piano elettrico sullo sfondo,probabilmente un fender rhodes):è una riflessione sull’amarezza di chi fugge dagli altri…ma in realtà,questo allontanarsi dalle relazioni è una fuga in primis da sé stessi(“costante sarà/questa superflua libertà/e piano piano scadono i tempi/e l’ansia ti avvolgerà”).
La volonta di essere sé stessi,momento per momento,senza per forza saltare in maniera forzata gli”step”della vita è l’argomento di”Vai piano”(“quel che vorrei dirti è/coltivali i tuoi mille guai/anche se griderai/ma ad ogni pianto nuovo,il suo sorriso ne guadagnerà e ti ripagherà”),un brano dal mood notturno,ma al tempo stesso luminoso;infine,arriva “Dialogo d’inverno”,che chiude l’album:è la descrizione amara di un rapporto che si sgretola a suon di jazz(dalle venature”free”).
Un disco davvero interessante e ben congegnato,che svela le ottime doti compositive ed esecutive di Nicola,oltre alla sua indiscutibile originalità e personalità:un album da non perdere per tutti gli appassionati del “vero”cantautorato,quello fatto con il cuore, con intelligenza e-perchè no-anche con una certa classe!
PS:non dimentichiamo che,ad accompagnare Nicola in questa avventura,ci sono gli altrettanto validi musicisti Tommaso Franco e Nicola Righetti (rispettivamente tastiera e basso).