ARTCORE MACHINE “Lamina” (Xonar,cd limited edition)

Gli Artcore Machine sono un duo industrial (formato da Matteo Padoan e Roberto Beltrame) formatosi a Rovigo nel 2009.

“Lamina” è il loro nuovo album ed esce per la Xonar in edizione limitata (solo 50 copie) ,la label personale dello stesso Matteo:il lavoro in questione continua il percorso artistico del combo,con 14 tracce dure e sperimentali,senza compromessi.

“Coiled coil” è il brano straniante di apertura,affidato a beats elettronici futuristi e talvolta onirici;la sperimentazione moderna è al centro dell’universo sonoro e si fa tagliente fin da subito.

“Exon” è puro industrial abrasivo,con cadenze più veloci ma non meno avanguardistiche,tutte affidate a “percussioni elettroniche”;”Alfa elica” è un brano ancora più sperimentale,un veloce electro-drone oscuro che rivela perfino delle parti ambient qua e là,con i synth in primo piano che mi riportano alla mente certe atmosfere dei Tangerine Dream,traghettati però nel futuro!

Elementi noise sposati a tellurici ritmi industriali sono l’ossatura di “Overload engine”,mentre “Croma” continua la “lavorazione”di un sound ultramoderno,tra sciabolate percussive e synth che lacerano l’aria.

“This isolation” è un brano dalle influenze techno,ma solo “apparentemente” ballabile:difatti dopo un’introduzione che potrebbe far gola agli amanti dell’ I.D.M. ,ci troviamo catapultati su sentieri più sperimentali-anche se sempre godibili e dall’appeal sempre molto moderno,dal sapore quasi “fantascientifico”-con le tastiere elettroniche sempre in primo piano.

La breve e provocatoria “Retina Dentata”gioca fin dal titolo con atmosfere evocative e violentemente visionarie,e difatti torna il suono industrial più intransigente e incompromissorio a fare la parte del leone;”Nls”è pura inquietudine sonora,affidata ad un’elettronica oscura e volutamente ossessiva.

“Testa/Coda” inizia in maniera lancinante e minimale per poi finire quasi subito in un vortice sonoro estremo,squarciato anche da improvvisi e misteriosi silenzi,che donano un tocco “straniante”all’insieme;con “Molecula”si cambia decisamente atmosfera,in quanto ci troviamo davanti ad un brano più rarefatto ed introspettivo,in cui i beats si fanno più”liquidi”e si sposano ad insolite influenze dark ambient.

“Genes” è una randellata sonora in cui brevi note minimali vengono trasfigurate e destrutturate;”Nuclear lamina”è un altro tassello che mixa insieme techno-industrial e sfuriate electro-noise con spietata lucidità.

“Heliquod”è la traccia più lunga del disco ed anche quella più “elaborata”:tra suoni trovati e riverberati sullo sfondo,gli Artcore Machine stupiscono ancora una volta con un brano diverso dagli altri del disco,in cui tutto si fa più “melodico”,ma non meno oscuro;tra ambient ipnotica e cadenze quasi dub “destrutturate”,è un brano insolito e cangiante,che si discosta dalle precedenti tracce e dona un tocco inedito all’album (ed un valore aggiunto).

Con la finale “Killer T” torniamo su sentieri electro-noise arroventati e distorti,in cui il duo sperimenta anche con inquietanti samples vocali.

Un lavoro che stupirà i patiti dell’elettronica più intransigente,così come gli amanti dell’industrial più sperimentale:gli Artcore Machine fanno una ricerca sonora interessante,superando gli archetipi del genere ed innovando,puntando tutto su atmosfere volutamente violente e “cariche”;”Lamina”,difatti, è uno dei dischi più estremi usciti negli ultimi anni,e non solo all’interno del suo genere…provare per credere.

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