Il buon Frankie dovrebbe prometter bene, già dalle prime battute si avverte una leggera aria di freschezza per via della manifattura delle drums.
Tuttavia non riesce ad entusiasmarmi dal primo ascolto, mi ricorda un Britti che reppa sottotono e un Jovanotti prima dell’avvento del Melodyne.
La ritmica è trascinante e l’intervento degli archi è interessante, tuttavia c’è del letargico in tutto il brano.
Molto interessante invece la coda finale strumentale, molto soft e allo stesso tempo dal sapore vagamente “underground”
Passiamo al secondo brano “Pedala”.
Qui si passa a un sound che va sul reggae degno di “a me me gusta marijuana me gustas tu”, tuttavia questo “pedala” podrebbe essere un tormentone nelle prossime settimane.
Un ritmo caldo che ci riscalda in questo freddo inverno…uh che frase in una recensione!
Gli interventi dei fiati sono l’aspetto più piacevole di tutto il brano, a mio avviso.
