STUN “Ok hunter” (Sister Jack,2012)

Gli Stun sono una band tedesca dedita ad un sound molto interessante e dinamico:nella loro musica convivono elementi psichedelici,ricordi post rock e richiami “alternativi” in un mix originale ed accattivante.

La band si è formata a Brema nel 2009 ed è formata da:Marco Goerlich (voce,chitarre),Roman Pelz (chitarre),Johann Dallmeyer (basso) e Moritz Vendreier (batteria);questo “Ok hunter” è il loro secondo lavoro,ed è uscito già da un po’ di tempo,per l’esattezza nel 2012….Ma cogliamo l’occasione per parlarne in maniera approfondita adesso,dato che abbiamo scoperto quest’interessante band da poco (che,lo ricordiamo,verrà a suonare tra non molto da noi nei prossimi mesi).

“Ok Hunter” si apre con “kids explode”,un brano dalle tinte color pastello e dall’atmosfera rarefatta ed “emozionale”,in cui chitarre luminose fanno da contraltare alla bella voce di Marco (che canta liriche introspettive),su di un ritmo “ a valzer” che sfocia presto in sognanti trame psichedeliche.

“Ruins of the past” è un brano malinconico che gioca su dinamiche chiaroscure,con delle chitarre struggenti e commoventi:potrebbe essere la cronaca di una storia finita,e delle sue “rovine”, o di un semplice fallimento esistenziale,ma le chiavi di lettura possono essere altre.

“Wired” è un altro spaccato introspettivo,una fuga dalla vacuità del mondo e dalla sua ipocrisia,ben espressa nel testo (che si sposa ottimamente alla musica,sempre malinconica eppure ricca di sfumature e di una bella melodia pop rock);”Paris vegas”,per contro,è un brano più diretto e aggressivo,ma dalle trame nervose,una mix tra ricordi postpunk “darkeggianti” ed il caleidoscopico rock alternativo screziato di noise (le parole sono più concise ed enigmatiche).

“Summer” è un brano che gioca sempre su dinamiche umbratili (il testo alterna frasi speranzose a riflessioni più amare):ad adornare il tutto i calorosi strumenti a fiato suonati da Joachim Refardt,Jacob Helling,Jonathan Krause e Adrian Prost.

“Hail will drum” è un brano con potenziale da singolo,in cui lo spleen diventa diretto e cangiante (l’attitudine rilassata e sognante non viene dimenticata,nemmeno nel cantato;e non mancano dei samples di conversazioni ad accentuare le inquietudini ,così come un finale “a sorpresa”).

“Love” è forse il mio brano preferito del disco e parla di amore in maniera non convenzionale:l’atmosfera è magica ed alterna sofisticate melodie rilassate ad improvvise svisate soniche (ed arpeggi che lacerano l’anima per la loro bellezza),in cui tornano anche i fiati a donare un tocco di pathos in più;anche “You in me” parla d’amore,ma visto da un angolazione meditativa e criptica,in cui la rassegnazione sembra sostituire il desiderio (musicalmente è un altro bel brano,deciso e con delle chitarre grintose).

Milo Milone arricchisce con la sua voce femminile le suadenti spirali sonore di “Monotone”,che nonostante il titolo,è un pezzo ricco di colore,anche se il feeling ombroso caro ad altri momenti del disco,rimane in evidenza;”Chased by your own” chiude il disco con struggente emotività e bellissima malinconia.

In una parola:emozionanti….Perchè gli Stun sanno davvero emozionare gli ascoltatori,raccontando storie poetiche e indagatrici sulla sfera personale in maniera limpida e davvero “sentita”.

Un disco che potrebbe diventare un must per gli appassionati di alternative rock:fatevi sotto allora,ed ascoltate questo grande gruppo!

PS:Da segnalare l’uscita di un recente split single in cui gli Stun si alternano ai Velveteen-altra notevole band tedesca-in cui le due band si coverizzando a vicenda con risultati sorprendenti….Il disco in questione si chiama “The Loyalty report” ed è un bel 10 pollici,che potete scaricare gratuitamente su bandcamp:http://theloyaltycircle.bandcamp.com/

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