SABRINA NAPOLEONE “la parte migliore “(Orange Home records)
Sabrina Napoleone è un’interessante cantautrice rock:partita dalla band degli aut-aut,ha poi continuato come solista,regalando sempre delle ottime prove di grande fascino artistico e dalla grande personalità.
“La parte migliore” è il nuovo tassello di una carriera particolare e strabiliante,che non ricalca mai il già sentito ma anzi,trova sempre nuovi stimoli e nuove forme musicali per esprimersi.
“Fire” apre il disco con fare oscuro ed enigmatico (“dentro gli occhi puoi cercare gli ultimi pensieri/nella dimensione logica dello scompiglio”);”L’indovino islandese” presenta un’andatura tortuosa e originalissima (potenti e corpose le chitarre,così come la possente sezione ritmica,tra ricordi hard/post rock e scompiglio noise),tagliente e affilata,mentre le liriche sono come sempre inedite e ricche di spunti visionari,che si prestano a più interpretazioni.
“Prima dell’alba” è una rock song aggressiva ed intensa,dai tratti introspettivi (“chiedo perdono/non ho saputo esser né casa,nè salvezza”):il mix tra sapori cantautorali e potenza sonora è davvero ben riuscito e compatto e si riflette anche nella struttura del brano (strofe più morbide,ritornello che è pura deflagrazione sonica).
La title-track continua su questo gioco di contrasti e,anzi,lo estremizza:la canzone parte apparentemente in maniera più cauta,con delle strofe musicalmente quasi struggenti e cariche di malinconia (e queste torneranno spesso nella struttura del pezzo) ,mentre il ritornello è una violentissima bordata sonora,che estremizza i lati “sperimentali”della musica di Sabrina;ma all’interno del brano si susseguono vari momenti,ed è perfino presente una parte più cauta,introspettiva e psichedelica,prima di sfociare nuovamente nella sperimentazione sonora (anche il testo sembra riflettere l’inquietudine suggerita dalla musica:”e ringrazio dal profondo del cuore/coloro che hanno radicato così profondamente in me,la norma che la parte migliore va da sempre lasciata agli altri) e di ritornare ancora una volta alla morbidezza delle strofe (con delle tastiere-farfisa forse?- dal sapore quasi vintage,dall’ossessiva dolcezza).
“Dorothy” è un altro brano originalissimo,dall’atmosfera tesa e nervosa,in cui il rock di Sabrina si tinge di venature electro (mai troppo invadenti,però);anche “E’ primavera” prosegue su questi territori musicali,ma in maniera più introspettiva e psichedelica (e perfino qualche ricordo etnico-progressive):le liriche continuano ad essere personalissime e stavolta indagano anche sull’attualità,con perfino un barlume di amaro sarcasmo (o sarebbe meglio chiamarlo realismo?:“mu barak non ha nipoti minorenni/alle gare di burlesque di berlusconi/però stava già al potere da decenni”),tagliente come la “citazione” di “mattinata fiorentina” (“trattata” e virata in nero nelle intro delle strofe).
“Insomnia” amplifica il ghigno ironico (“fate la nanna coscine di pollo/che madre chiesa vi ha fatto il mantello/che ve l’ha fatto col senso di colpa/fate la nanna che il cielo vi ascolta”),partendo come una stralunata ninna-nanna,per sfociare poi in un rock corposo e ossessivo,dal cantato volutamente ipnotico;”Medusa” è condotta da un basso superdark,ed è una canzone più meditativa,che affonda le liriche su sentimenti personali:e per un attimo vengono abbandonate le straripanti derive di tensione dei brani precedenti,anche se sotto la polvere cova sempre un senso d’inquietudine malcelata….ma qui è tutto più strutturato e caleidoscopico,anche se non mancano interrogativi (“e la vita senza bellezza cos’è?”).
Anche “Pugno di mosche” sembra seguire terreni più meditativi,seguendo una trama acustica,dal sapore folk rock (ma la psichedelia è sempre parte integrante del sound,anche se meno vistosa);”Epochè” chiude il disco,con un’ipnotica chitarra acustica,avvolgente e visionaria,adornata da un testo enigmatico (“io non so più niente/sento solo il cuore che si ferma”).
Un disco bellissimo,che straripa originalità da tutti i pori con le sue visioni ardite ed inedite:e c’è perfino un pizzico di mistero che dona al tutto un tocco ancor di più onirico e “straniante”;è un album che sa cullare e ferire interiormente al tempo stesso,come un yin yang psichedelico.
Un cd tra i più credibili ed incredibili che mi sia capitato di sentire ultimamente:difficilmente etichettabile,Sabrina Napoleone sfugge le definizioni,perchè è semplicemente sé stessa…..raccontando di lei e del mondo che ci circonda,ha sfornato un disco che si fa amare incondizionatamente per la sua capacità di emozionare “ a vivo”,senza ricalcare strutture già esistenti.
Brava Sabrina:se per tanti artisti la parola “alternativa” è tirata per le molle,nel tuo caso è davvero veritiera.