THE SHIPWRECK BAG SHOW “DON KIXOTE ” (Soundmetak, Wallace, Unhip/Brigadisco)

Sono emozionato nell’analizzare il nuovo lavoro degli Shipwreck Bag Show.

Per me è’ un immenso onore parlare di questo particolarissimo duo,formato da Xabier Iriondo (leggendario chitarrista degli Afterhours e dei Six Minute War Madness,nonchè degli A short Apnea e di decine di altri progetti “alternativi”) e Roberto Bertacchini (già con gli Starfuckers e i Sinistri):un po’ perchè seguo la musica di Xabier Iriondo da anni e lo ritengo uno dei miei punti di riferimento (e una delle figure più coerenti ed integre che abbiamo nel panorama italiano;stesso discorso per Roberto,che musicalmente conosco forse meno-a parte gli Starfuckers-ma che mi riprometto di approfondire presto) e un po’ perchè l’occasione è davvero ghiotta,in quanto non solo questo “incontro” di menti geniali arriva al quarto appuntamento,ma anche perchè la musica dei nostri è davvero interessante e rifugge le definizioni.

Sì,perchè nella musica degli Shipwreck è la sperimentazione a regnare sovrana,ma l’attitudine è rock & roll,quasi garage punk per la sua immediatezza e urgenza:e a tutto questo,si sposa la poesia del reading,in un immaginario visionario ed inedito (il concept stesso che lega i brani del disco,è una metafora che vede in Don Chisciotte-i brevi testi dell’album sono tratti proprio dall’opera di  Cervantes- un personaggio in cui identificarsi per fuggire la banalità e la bruttura di questi tempi che viviamo. ).

Andiamo insieme ad analizzare il contenuto del disco,breve e conciso,ma affascinante e seminale.

La prima scheggia impazzita è “Hidalgo forte”,dalla struttura free (la batteria e la voce di Roberto sono assolute protagoniste);segue “I pastori e gli eserciti nemici”,un brano abrasivo,dal cuore punk/rock & roll,veloce e conciso,con una decisa aggressività in primo piano.

“L’incantesimo è rotto” è un breve tassello di distorta sperimentazione psichedelica,prima di finire nella spericolata struttura free jazz di “Non c’è storia che non sia cattiva”;si prosegue poi con il country destrutturato in chiave electro-noise di “Cavalieri degli specchi”,quasi un duello (per riallacciarmi al breve testo) all’ultimo sangue tra la chitarra di Xabier e la batteria/voce di Roberto.

Il noise è anche l’ossatura di “Prima che faccia sera”,mentre “nè l’interesse,nè il rancore,nè la paura” mescola free jazz e strutture sghembe di rock&roll distrutto e ricomposto a proprio piacimento.

L’attitudine punk si fa sentire nuovamente sulla stridente “Riparare i torti”,con un cantato volutamente aggressivo,ma perfino insolitamente melodico a tratti;”i giganti dalle braccia rotanti” è improvvisazione libera da schemi,in cui riaffiorano frammenti noise che si sposano bene alle parole (“davanti a me ci sono giganti dalle braccia rotanti/uso la spada/ma il vento la fa volare”).

“L’istinto,la follia,il sogno” è un breve scampolo onirico e avanguardistico,mentre “Dulcinea” è il finale:qui per la prima volta la durata supera gli 8 minuti ed è quindi il brano più lungo del disco (gli altri pezzi superano raramente il minuto di durata).

Qui gli Shipwreck svelano altre influenze musicali,legate al folk,al blues rurale (Xabier in grande spolvero con la slide) e perfino a certo progressive (seppur visto su una lenta deformata e volutamente grezza e dissonante,dalla struttura storta e “non allineata”) e a leggiadri segmenti acustici psichedelici;il racconto si fa ipnotico, quasi un “audio-veritè” spontaneo e coerente a livello di registrazione (c’è anche una sottile ironia nel beffardo declamare-a tratti-di Roberto).

Il finale vede apparire anche un distortissimo riff stoner,che sovrasta il tappeto acustico della traccia,prima che si ritorni alle strofe cantate (che si riallacciano alla prima parte).

Un disco interessante,a mio avviso,dall’attitudine genuina e non calcolata,dove l’improvvisazione gioca un ruolo fondamentale;probabilmente non un ascolto facile e sicuramente non per tutti (ma non è certo questo lo scopo del duo!),ma dalla fascinosa ed intrigante verve avanguardistica,splendente perchè non etichettabile….Ed è pure scorrevole.

Creatività senza limiti:e di sicuro un ponte verso future sonorità inedite. Insolito e curioso,perfino divertente da ascoltare,pur facendoti “pensare” con intelligenza!

The Shipwreck Bag Show - 19/04/2008 - Milanwal175

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