SULA VENTREBIANCO “Furente” (Ikebana)

I Sula Ventrebianco sono una band napoletana dall’energia unica: ”Furente” è il loro nuovo disco, ed il titolo non è scelto affatto a caso,in quanto la potenza del gruppo è tesa a scardinare la scena indie!

I Sula Ventrebianco danno una loro ridefinizione dello stoner/post grunge e del rock alternativo,coniugando corposità nel sound a melodie interessanti & testi introspettivi,talvolta magicamente metaforici….Andiamo a spulciare insieme il contenuto di “furente”.

L’apertura è potenza al massimo,”Notredame”,una colata lavica su pensieri meditativi sulla propria terra, una riflessione sui legami legati alle proprie radici e su come l’uomo torturi la natura (o almeno queste sono delle possibili chiavi di lettura:che la band sia attenta alle tematiche “ambientali” è un dato di fatto,ed in chiusura vi spiegherò meglio perché).

“Mani di piuma” è un altro tassello dal mood stoner, mixato alla tipica melodia “meditarrenea” (una caratteristica fondamentale del gruppo):le liriche indagano meditative sulla sfera personale,con originalità ed emozione;”Di striscio” è un’altra canzone potentissima, da urlo, con dei riff che-letteralmente-spettinano! Testo intelligente, dalle riflessioni amare.

“Cumulonembo” rivela influenze psichedeliche e persino orientaleggianti nell’introduzione, perfettamente amalgamate ai riff stoner che sono dei veri macigni di goduria (ma la parte finale svela tutto il suo appeal melodico): l’introspezione torna ad affacciarsi nelle liriche (“sono il rumore che non può tornare/se sopra di me il cielo non veste nero”).

L’ombrosità psichedelica si ritrova anche nella successiva “Lingua gonfia”,più pacata ma non meno intensa:le suggestioni dark sono maggiormente in evidenza (“tu che non sai più sognare/dividerai il tuo sangue con un corpo senz’anima”), ma appare anche un riff chitarristico che farebbe senz’altro gola a Josh Homme.

“Subito prima delle onde” è una bella e possente rock ballad che indaga su ferite personali (con qualche venatura 70s e qualche dose di melodia in più), mentre “Glory Hole” è una violenta bordata sonora,in cui influenze grunge e hard rock si vestono di modernità (e la nota ossessiva di piano che sembra citare “I wanna be your dog” di Stoogesiana memoria).

Su “Grano” tornano spirali darkeggianti, ed anche un ‘inquietante linea melodica affidata al kazoo: è un brano davvero originale,in cui viene puntato il dito contro l’inquinamento (“se non c’è più il mio vento/respiro il tuo cemento”); su”Allo specchio” si torna alla tagliente essenza rock (ma con un sound fresco,compatto e al passo coi tempi,che non ricorda niente e nessuno, semmai con un tocco “etnico” che affiora anche in altri momenti dell’album), sempre con spirito critico e con un pizzico di mistero nelle liriche (“troppo bene fa ammalare/maledetto chi mi dà tanti semi/ma la terra cos’è? Nemmeno il sole mi troverà”).

“Cornelio” spezza per un attimo la potenza del resto del disco,per regalarci una ballata essenzialmente acustica,ma avvolgente e bellissima;”Così finta” è l’ultima traccia,dai risvolti amari…Anche questa una ballata,ma dal sound che sembra uscire da una colonna sonora noir e dal finale hard che rivela la sua potenza fiammeggiante.

Un bel disco,con una propria personalità-ovvero quella della band-ed il pregio di non somigliare ad altre realtà;belle canzoni,ottimamente suonate ed una freschezza compositiva che sa essere elegante ed intrigante al tempo stesso.

PS:Poco fa vi avevo accennato delle tematiche “ecologiste” legate alla band:bene,allegato alle prime 500 copie del digipack di “Furente” c’è un seme di Joshua Tree….Questo contenuto è altamento simbolico,in quanto la pianta generata dal seme,impiega molti anni per “elevarsi” al di sopra delle nostre teste:in dieci anni sale solo di 80 centimetri,ma immaginate quale gigante potrà diventare tra moltissimi anni!

Un richiamo interessante,che richiama ad avere pazienza e smantella la fretta del “tutto e subito” dei nostri,caotici e affollati giorni…Idea vincente dunque,oltre che positiva per l’ambiente (ma anche per l’animo!),che spiega qualcosa in più di questo già magnifico disco.

 

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