Dead Bouquet – As far As I Know

57 minuti! È questa la durata complessiva del lavoro di esordio partorito dai Dead Bouquet. 57 minuti per un album d’esordio? Direi che già solo per questo la band si è meritata la mia attenzione! Presentarsi sulla scena musicale con 13 tracce è una scelta encomiabile ed anche uno sforzo molto grande, non solo a livello di registrazione e mixaggio (particolari certo non irrilevanti), ma anche per la creazione vera e propria dei brani.

Insomma, guardiamoci un po’ attorno… il mercato musicale italiano è sempre pronto a presentarci i nuovi album, pieni zeppi di canzoni, del gruppo più commerciale che possa esistere ma la qualità dove sta? Con quale obiettivo deve essere scritta la musica? Con l’obiettivo di vendere o quello di suscitare qualcosa nell’ascoltatore?

A queste domanda rispondono i nostri Dead Bouquet. Ciascuna di queste tracce possiede anima e contenuto e riesce ad esprimere (quale più e quale meno) il lavoro svolto da questi ragazzi laziali, il tempo speso dietro alla creazione di ogni singola linea musicale, la ricerca della giusta ispirazione e soprattutto la voglia di suonare.

Dead Bouquet: raccogliendo informazioni qua e là sul web non sono riuscito propriamente a delineare la formazione della band. Molti altri recensori ne parlano come un trio, mentre sulla pagina Facebook ci vengono presentati solo due nomi: Carlo Mazzoli (voce e chitarra acustica 12 corde) e Daniele Toti (basso e seconda voce). In ogni caso, che siano un duo (con batterista live) o un trio, la cosa mi colpisce particolarmente.

In primis perché amo le formazioni ristrette, ma soprattutto perché ascoltando As Far As I Know non si direbbe proprio che quel sound pieno e studiato scaturisca dall’utilizzo di così pochi strumenti; questo sottolinea un’evidente conoscenza della musica ed uno spiccato senso compositivo, oltre che l’inevitabile contributo rappresentato dal produttore e musicista aggiunto Paul Kimble, mitico ex bassista dei losangelini Grant Lee Buffalo.

Mi soffermo successivamente a riflettere su quale genere potrebbe mai fare un gruppo così assortito. Le informazioni che ottengo parlano di rock, folk rock e psychedelic…e qui la faccenda si fa interessante. Se infatti da un genere così “classico” come il rock è facile immaginare cosa aspettarsi, quando leggo la parola psychedelic rimango positivamente incuriosito. Non è da tutti cimentarsi in generi così particolari, da un certo punto di vista anche così esigenti in quanto a esperienza musicale. Non tutti possono attribuirsi tale etichetta.

Ma adesso basta chiacchere e passiamo ai fatti.

As Far As I Know è uscito il 27 ottobre per la label Seahorse Recordings sotto la supervisione diel già citato Paul Kimble, un nome noto nell’ambiente musicale internazionale, che ha contribuito alla creazione delle tracce grazie alle sue capacità artistiche. Ma cosa dire di questi ragazzi e delle loro composizioni… L’intero lavoro spazia da canzoni più soft, in cui viene mostrato il lato tendenzialmente folk della band, come ad esempio la title track, a brani più “bui” (passatemi il termine) ed anche duri, come The Dam, tanto per citarne una.

Anzi su questa prima composizione mi soffermo un attimo. The Dam è un ottimo inizio di album, ti proietta nel sound “Dead Bouquet” con un intro di basso che accompagna una voce calda e profonda, quasi parlata, come se ci stesse raccontando qualcosa. L’utilizzo della chitarra è pregevole: i giusti tempi, le giuste note e soprattutto la giusta effettistica. Si passa da un taglio pulito e distensivo ad una distorsione graffiante con un altalenarsi di tappeti sonori sullo sfondo che danno alla formazione quel carattere un po’ sognante e psychedelic.

L’ascolto procede fluido e non sono poche le canzoni che mi sono scoperto a ricanticchiare in seguito o che comunque sul momento mi hanno interessato particolarmente. Il mio personale parere è inoltre che l’etichetta rock stia un po’ stretta ai Dead Bouquet, i quali necessiterebbero probabilmente di un tag tutto personale.

Un elogio particolare va alla conclusione di As Far As I Know: la penultima traccia Way Back Then è pervasa da un mood quasi grunge, comunque perfettamente in linea con lo stile tenuto per l’intero album. Un brano che è riuscito a stupirmi presentando due diversi aspetti di se stesso.

Lascio invece a voi l’ascolto di Stories, una perfetta conclusione per un, a mio parere, positivo ed emozionante esordio sulla scena musicale targato Dead Bouquet

By Bluff

https://soundcloud.com/deadbouquet

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Cover album As Far As I Know

www.facebook.com/deadbouquet.net

http://deadbouquet.bandcamp.com

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