MASTICE “Violente manipolazioni mentali” (I dischi del Minollo,2014)
Poco più di mezz’ora per il secondo lavoro dei Mastice (ma il primo a lunga durata),ma molto incisiva e penetrante: è uscito qualche tempo fa,ma ho modo di parlarne solo adesso.
Difatti il duo composto da Igor Tosi e Riccardo Silvestrini,sforna un concept album intrigante sui meandri oscuri dell’animo umano e sulla durezza della quotidianità: ed il sound riflette appieno queste tematiche affondando le radici tanto nell’industrial (“Venditori di fumo”), quanto nell’ambient noise sperimentale (l’introduttiva “Inizio”, la spettrale e sperimentale “VMM” che farebbe gola agli Einsturzende Nebauten per le sue cadenze) e nel dark (“Risveglio”,il mix di elettronica analogica ed elettricità chitarristica di “Zero” e dell’impenetrabile “Freddo”), ma senza tenere a freno un’attitudine rock,che è comunque ben presente (ad esempio,”Porci”, in cui le poderose distorsioni quasi stoner metal della 6 corde si sposano ai ritmi “glaciali” -ma sempre lenti e cupi-delle percussioni elettroniche).
E’ la colonna sonora di un bad trip virato in nero che è la nostra esistenza stessa; tuttavia alla band non sfugge la cura negli arrangiamenti e c’è persino melodia nei segmenti chitarristici (un brano come “fetore” non sfigurerebbe certo nel repertorio dei Nine Inch Nails-era “Downward spiral”), che rimangono pesantissimi come un macigno e ben si sposano alle liriche, all’insegna di un pessimismo visionario e-perché no-sottilmente catartico.
Ad ogni modo, ci sono anche dei momenti più pacati come la ballata oscura “Target”, forse il mio brano preferito del disco,con una certa poesia oscura in evidenza (“non c’è necessità di melanconici affanni/piccole ossessioni fatte d’inganni”) e dei synth quasi progressivi sullo sfondo (bellissimo il tappeto chitarristico,sempre in bilico su giochi chiaroscuri); anche la conclusiva “Maggio” è più quieta, ma non meno bella,anzi,il mix tra poesia e melodia oscura è ai massimi livelli (ed è forse il brano più canonicamente riconducibile a certo cupo alternative rock….ma nessuna concessione alla faciloneria,tutto è visto sempre attraverso un’ottica distorta e deformata, com’è tipico della band).
Un disco,dunque, che ha bisogno di attenzione:non è uno di quegli ascolti che si possono fare distrattamente,mentre si sta facendo altro, perché è un album che reclama ad alta voce la massima concentrazione….Una volta entrati però nel vortice noir dei Mastice, non si può non rimanerne affascinati e ammaliati……Interessante davvero questo duo,a tratti perfino sorprendente nelle loro creazioni e nelle loro “violente manipolazioni mentali”