Andiamo immediatamente con l’ascolto, la prima traccia Shelter ci cattura subito, con una voce bellissima “alla Dido” di “Here with Me”, vi ricordate quelle sonorità ai tempi del telefilm Roswell? Ecco, ci siamo capiti.
Continua il “discorso” con Eastern Shore tra ritmiche possenti, ma non sfrenate e atmosfere sospese, quasi rarefatte.
La voce femminile è il collante di tutto e dei cori alla “Enigma” e un po’ alla “Angun” danno un’impronta di compiutezza e importante maturità sonora.
Siamo già alla terza traccia, Maps con la sua elettronica raffinatissima si spinge oltre rispetto ai brani precedenti, ti conduce in un vortice commovente di emozioni, ti…guida. Un bpm lentissimo, quasi paranormale.
Edge è quella che io chiamo “traccia riassuntiva” dove tutti i “discorsi musicali” affrontati nelle tracce precedenti, convergono in unico progetto, atto a ribadire le intenzioni sonore ed espressive di tutto l’insieme.
Con Restless , pur senza discostarci dall’elettronica, dall’ambient, dal rock…ci avviciniamo ad un contesto vagamente pop, mainstream, rivolto all’orecchiabilità quasi da hit.
Glaciale ed elettronicamente vintage soprattutto nella ritmica, ci travolge Dunes , dove gli anni Ottanta sono di casa: rullante asettico ed inconfondibili tom, per non parlare di quel timido vocoder che qualche volta fa capolino.
Intrecci saggiamente progettati, ne vale la pena lasciarsi traspostare su questo letto di morbidi pad in contrasto con bassi possenti e “kick” robuste.
Enigmatica questa settima traccia, Questions , una colonna sonora dai tratti fortemente sperimentali, completamente strumentale, un puzzle ipnotico di suoni che si rincorrono come un canone seicentesco con pennellate di atonalità alla Schoenberg!
Più notturna che non si può, poteva non intitolarsi In the night con tanto di titolo canta-declamato nel ritornello.
Il bello di questo duo, Edwin Aldin & Charlotte Bridge è che nonostante la forte ispirazione Ottantiana, riesce a creare un sound attuale e fresco, che gode di una robusta originalità.
Specchi, anzi Mirrors , ottava traccia dell’album: perfettamente in linea con tutto il progetto, un po’ “riempitiva” rispetto agli altri brani, anche se l’intro e gli interventi di chitarra effettata ne valgono tutta l’attenzione.
E siamo alla fine…passando per “paure”, “mappe”, chiudiamo con cosa? Beh, che c’è di meglio che salutarsi un mucchio di “Hopes“? Pennellate di speranze a piene mani, decima traccia nostalgica e poetica fino all’estremo.
Un sound raffinato, etereo, “dream pop”, che unisce con grande maestria l’elettronica, atmosfere vagamente rock e una voce sensualissima, dieci brani di tutto rispetto.
Fears, Hopes and Maps nasce dall’incontro tra Charlotte Bridge (Stefania Salvato, ex Talk To Me) e Edwin Aldin (ex Natas Loves You).
Charlotte Bridge, trasferitasi a Lussemburgo nel 2014, conosce Edwin Aldin, produttore lussemburghese.
I due provano a fondere i propri background musicali in una collaborazione pop, fatta di synths e drum machine.
Quello che era nato come un EP è poi diventato un album e ‘Fears, Hopes and Maps’ uscirà solo in digitale e in free download il 29 novembre 2015 per la Bonus Noise (Lussemburgo).