1) Ci raccontate la vostra storia fino a qui? Come si è formata la vostra band?
Daniele: La band è una sorta di evoluzione di una precedente cover band fondata da me e mio fratello Andrea. Nel 2011 abbiamo iniziato a scrivere canzoni nostre, quindi abbiamo cercato di dare una svolta alla band, cambiando anche il nome e concentrandoci interamente sugli inediti. All’inizio lo stampo non era propriamente Symphonic Metal e c’era una presenza maschile alla voce. Cinque canzoni del nostro album, infatti, sono state inizialmente scritte senza tastiera e orchestrazioni, aggiunte poi in seguito con la realizzazione dell’album. Nel 2013 si è aggiunta alla band Mara Cecconato, nel ruolo di lead vocalist, e l’anno successivo Luca Abate, nel ruolo di bassista. Da quel momento, abbiamo finalmente trovato la stabilità che cercavamo, che ci ha portato a registrare nel 2015 la prima demo e il nostro album di debutto “Revenge of Souls” uscito a Febbraio 2016.
2) Come e quando avete scoperto di amare la musica metal?
Daniele: Ho cominciato ad ascoltare metal a dodici anni, quando mio fratello portò in casa un disco live degli Iron Maiden.
Andrea: Ecco, sì a tredici anni quando portai a casa il disco live degli Iron Maiden.
Luca: Anch’io a tredici anni con gli Iron Maiden.
Mara: Non mi ricordo bene, ma un amico mi chiese di copiargli su un foglio la copertina di un disco chiamato “Live After Death” con una strana mummia (ride). Decisamente Iron Maiden.
3) Quali sono le vostre influenze musicali?
Daniele: Le mie principali influenze sono il metal in tutti i suoi generi, musica classica, colonne sonore di film e le musiche dei videogiochi, soprattutto quelle di Nobuo Uematsu, Akira Yamaoka.
Andrea: Le mie influenze sono dal progressive al rock, senza dimenticare il blues. Ammiro molto Dave Murray, David Gilmour, Eric Clapton, B.B. King, Joe Satriani e Paul Gilbert.
Luca: Steve Harris è stata la mia prima ispirazione, dopodiché ho scoperto e seguito gli stili di Geezer Butler, Steve Di Giorgio e Jaco Pastorius.
Mara: La mia prima ispirazione non è stata metal (ride). Ho un passato contorto tra Celine Dion e Alanis Morissette. Successivamente scoprii diversi artisti in ambito metal tra cui Ronnie James Dio e Bruce Dickinson, dai quali oltre ad averne studiato le particolarità vocali, ho cercato di assimilarne anche la gestualità.
4) Qual’è la storia dietro il vostro nome?
Daniele: Il nome originariamente era Agony Oniricide e aveva una sorta di filo logico con alcuni nostri primi testi. Successivamente, con la band stabile, abbiamo deciso di togliere Agony, rendendo il nome ufficiale Oniricide, più corto e compatto, senza perdere comunque il significato. Oniricide infatti è la combinazione delle due parole inglesi oniric e omicide. Ci piace scherzare dicendo che “Agony” porta sfortuna, ed in effetti, qualche episodio strano e un po’ sfigato, in quel periodo, si è verificato. (ride)
5) Come è nato Revenge of Souls?
Daniele: Revenge of Souls è nato da un lungo processo di evoluzione durato cinque anni. Nonostante i vari cambi di membri all’interno della band, siamo giunti alla sperata stabilità che ci ha portato a lavorare sodo nell’ultimo anno ottenendo il risultato che avevamo in mente. Questo risultato si è evoluto ulteriormente in corso d’opera grazie alle maggiori capacità musicali maturate negli anni e aggiungendo le singole influenze degli attuali membri ai brani.
6) Ci parlate anche delle sonorità di questo album?
Daniele: Non ci siamo dati limiti nella composizione dell’album. La componente sinfonica è onnipresente ma per il resto quando eravamo in fase di composizione di un brano non abbiamo mai pensato di rimanere su un nostro standard, anzi tutt’altro, componevamo semplicemente quello che ci andava in quel particolare momento e in quella determinata atmosfera.
7) Di quale canzone di Revenge of Souls andate proprio fieri?
Daniele: (Ride) Siamo fieri dell’intero dell’album. Diciamo che all’interno della band ognuno ha la sua canzone preferita ma il risultato dell’intero album è stato talmente appagante che è difficile fare una scelta.
8)Secondo voi esiste una “scena metal” italiana? Cosa ne pensate a riguardo?
Daniele: La scena metal italiana esiste. Il problema è che è sottovalutata dagli italiani stessi che prediligono i gruppi esteri dicendo che in Italia non c’è niente di buono. Chissà quanti si sono visti passare sotto agli occhi link di band metal italiane emergenti ma semplicemente hanno snobbato l’invito all’ascolto. Ovviamente non si fa di tutta l’erba un fascio, ci sono molti ascoltatori e musicisti che sostengono la scena metal e si danno da fare per organizzare concerti per band emergenti e il loro supporto è alquanto lodevole.
9) Con chi vi piacerebbe andare in tour?
Daniele: A me piacerebbe molto con i Nightwish!
Andrea: Se devo sognare dico Dream Theater. Realisticamente non ho preferenze, purché siano vicini al nostro sound.
Luca: Personalmente con band dell’underground: non sono un fan del “pay to play”.
Mara: Bella domanda! Diciamo che i big attirano sempre ma sarebbe fantastico condividere le esperienze on the road anche con band collaborative dell’underground.
10) Cosa c’è nel futuro di Oniricide?
Daniele: Al momento stiamo lavorando sui brani del secondo album e presto ci sarà qualche concerto nel Torinese. Stiamo valutando anche diverse agenzie di booking per organizzare un piccolo tour, appena avremo trovato quella che fa per noi, cercheremo di portare fisicamente la musica degli Oniricide al di fuori dei confini italiani.
11) Perché il pubblico dovrebbe ascoltarvi?
Daniele: Wow che domanda! (ride) Credo per curiosità. I commenti che ci arrivano solitamente sono: “Ho ascoltato il vostro disco in auto e mi ha tenuto compagnia per il viaggio!”. Crediamo molto nel viaggio ed è un po’ quello che volevamo trasmettere attraverso le atmosfere contorte delle varie canzoni. A questo punto estendiamo l’invito a partecipare al prossimo concerto il 28 ottobre, al Padiglione 14 (Collegno) per poter viaggiare nelle atmosfere oniriche con noi!
Grazie per l’intervista!