1)Benvenuto! E’ un piacere intervistarti. Ci parli del tuo background musicale
Piacere mio. Il mio background musicale, devo dire, è ampio quanto assurdo… Direi da Enzo Jannacci a Nicolas Jaar.
2)Come componi generalmente le tue canzoni?
Generalmente scrivo prima i testi avendo già un’idea precisa circa la metrica e la melodia, poi la musica viene da sé.
3)Come descriveresti il tuo progetto musicale a coloro che non lo conoscono?
Come un prodotto di nicchia. Sicuramente non per tutti.
4)Ora parliamo di Epidurale…parlaci delle sue sonorità…
Epidurale nasce dalla necessità di un riscatto. Dopo l’ennesima situazione sentimentale fallimentare, ho deciso che era tempo di riprendere in mano la musica in totale libertà, senza prendere ordini da nessuno se non da me stesso. Le sue sonorità sono il risultato della mia schizofrenia musicale realizzate con strumenti perlopiù economici (a parte il MicroBrute) e/o marci (uno su tutti lo Stylophone Beatbox) e/o improbabili (come una vecchia radiolina acquistata ad un mercatino delle pulci) arricchite ovviamente dagli strumenti (chitarra, fisarmonica e violoncello) dei miei preziosi collaboratori: Marino “Målima” Peiretti (già co-produttore), Silvia Ballinari e Jacopo De Motoli che non smetterò mai di ringraziare.
5)Cosa dobbiamo aspettarci da te nel futuro? Stai già lavorando a del nuovo materiale?
Sì, sono già al lavoro su pezzi nuovi in vista di un disco vero e proprio. Questa volta con soli inediti, niente cover e, se tutto va bene, già nella primavera del 2017 ci sarà una sorpresa…
6)Hai mai pensato di scrivere una colonna sonora per un film?
Mi piacerebbe moltissimo! In cantiere, guarda caso, ho giusto un pezzo che sembra effettivamente il tema di un film che non esiste tratto da una storia vera…
7)Come è il tuo concerto perfetto?
Sarebbe fantastico di pomeriggio, in mezzo alla natura. Senza il limite dei decibel, senza l’orario che non è mai quello perché si aspetta sempre il pienone (o almeno che ci sia abbastanza gente) e, cosa più importante, con un pubblico educato col quale poter interagire. Jimi Hendrix ai suoi concerti esortava i suoi fans ad ascoltare anziché urlare. Ora, io non sono certo Hendrix, ma condivido pienamente il suo pensiero.
8)Tra tutte le nazioni e i festival, dove ti piacerebbe suonare un giorno?
Al Friedhof Grunewald-Forst di Berlino.
9)Per finire, la parola a te…
Vi ringrazio di cuore per il tempo dedicatomi complimentandomi con colui o colei o coloro che ha o hanno chiamato questa webzine Audiofollia facendomi sentire a casa.