Un disco veramente bello. Non ci sono parole migliori per descrivere l’effetto che fa ascoltare questo PUNKALYPSO, album d’esordio di una giovane band ligure che si chiama WRONG SIDE e che il 12 Giugno debutterà grazie a La Clinica Dischi.
Sulla cartella stampa che accompagna il disco c’è scritta una cosa molto interessante:
“Punkalypso vorrebbe essere un disco dei primi Artic Monkeys pubblicato dalla Trojan Records e prodotto da Tom Waits. Il Punkalypso è un genere musicale che evoca atmosfere caraibiche strizzando spesso l’occhio a ritornelloni punk-rock, senza mai dimenticare la grande melodia all’italiana. I Clash erano Punkalypso, l’amaro Camatti è Punkalypso, la schiuma di una Moretti tiepida è Punkalypso.”
Se non avessi ascoltato il disco avrei sicuramente pensato che questi l’avevano sparata veramente grossa ed invece già dalle prime note dell’album capisci che questa giovane band può permettersi simili accostamenti. Questo denota anche una certa sicurezza in se stessi e consapevolezza del proprio talento che non guasta mai.
L’unica critica che mi viene da fare è forse sui testi dove i nostri WRONG SIDE avrebbero dovuto schierarsi un po’ di più. Forse servono più posizioni nette perché limitarsi all’analisi di quello che non va non basta.
I Wrong Side non puntano il dito e non denunciano niente e nessuno. Si giustificano dicendo che probabilmente non servirebbe a molto e dicono di raccontare loro stessi in un determinato momento, senza paradigmi e senza elargire morali. Non c’è depressione e non ci si piange addosso, solo tanta consapevolezza e la giusta dose di nichilismo. Le tematiche degli 8 pezzi infatti spaziano molto ma sono accomunate da una cinica e disincantata visione della vita, accompagnata da un profondo senso di sfiducia nei confronti di una generazione che sembra aver perso i propri valori e punti di riferimento.
Sinceramente a livello di testi avrei osato un po’ di più.
Musicalmente però nulla da dire. Un album davvero impeccabile.
Le tracce scorrono via velocemente restituendoci una vera goduria nell’ascolto.
Il re-play è d’obbligo e speriamo che li porti lontano.
Chiara Lentini