Salve audiofolli, ecco a voi l’ottavo album che vi proponiamo per questa straordinaria collaborazione con l’ufficio stampa Doppioclic Promotion.
Questo è un album interamente strumentale dove il violoncello ha un ruolo centralissimo.
Solum è infatti il primo album solista del violoncellista e non solo, anche bassista (si ricordi Le Luci della Centrale Elettrica) e dulcis in fundo compositore Matteo Bennici.
Quello che si produce in musica è frutto anche della propria essenza ed esperienza, sia per quanto riguarda la collaborazione con i gruppi musicali, sia le tournéé, così come la partecipazione attiva nella creazione di soundtracks.
Andiamo ad analizzare il titolo: inizialmente pensavo si riferisse allo strumento del violoncello e all’importanza datagli nel disco.
Il titolo Solum (traduzione letterale: “suolo” in latino) si ricollega in particolare a un elemento linguistico ancestrale (-sol) che collega il sole, la terra, la solubilità, la solitudine.
L’artwork (l’immagine di copertina per intenderci) è stata creata da Alessandro Baldoni, che vede in primo piano un pezzo di terra con della polvere sospesa in aria e un cavallo che sta per scattare.
Track by track
La prima traccia, Riot Song, presenta un ottimo arrangiamento elettronico, soprattutto dal punto di vista ritmico, che si fonde a una sorta di piano elettrico e un violoncello centrale che domina la scena.
Brano misterioso ed accattivante che sa aprirsi nella parte centrale con tinte quasi pop.
The Exodus, seconda traccia, ricorda armonie del medioriente , percussioni acustiche soffuse.
Si ritorna al mood della prima traccia con On! e seppur nell’andamento rilassato, c’è qualcosa di vagamente rock.
Con un contesto quasi dark ambient ci inoltriamo all’ascolto di Repetita, invece Electio mostra tratti ritmici più energici e a tratti solari.
Hebi ci fa sprofondare in un’atmosfera di mistero, forse ancora più oscure rispetto a Repetita.
Dilatatissimi accordi di pianoforte riverberato e vagamente effettato danno un tono “epico” al brano Fitzgerald dove il violoncello stavolta è assai discreto, quasi impercettibile e ti scava un vuoto senza fine, traccia assai breve, addirittura di un minuto e mezzo. E ventinove per l’esattezza.
Sider, ottava traccia dell’album, ha un ritmo tra il tribale e il folk, tuttavia si rimane nell’ambito della colonna sonora, c’è un che di cavalcato e il mood “misterioso” non manca mai.
Deriva è uno dei brani più suggestivi dell’album, quasi una colonna sonora Hollywoodiana in piena regola, oppure potrebbe essere anche un grande pezzo di musicoterapia….!
Ultima traccia del disco, omonima, tra l’altro (la title track per intenderci), è Solum, la title track, che tra schizofrenie ritmiche divertimenti rumoristici, il signor violoncello si congeda in gran stile.
Grande prova musicale questo disco per Matteo Bennici, che fa urlare il suo violoncello a gran voce, imponendo la sua identità non solo di strumentista, ma anche di compositore.