A cura di Elena Schipani

E’ da poco stato pubblicato “Cantastorie”, il primo album della milanese Tania Furia. Il titolo non è
altro in modo in cui lei stessa si definisce: cantastorie e non cantautrice perché le storie che racconta
non sono solo le sue ma appartengono a donne e uomini, noti e meno noti.
A partire dal suo look ispirato dal personaggio chiave di Hugo Pratt, Corto Maltese, il suo modo di
presentarsi al pubblico ricorda molto quello dei grandi nomi femminili della musica italiana degli
anni ’80 e ’90 come Anna Oxa e Donatella Rettore. Anche le sonorità utilizzate ricordano molto
quel periodo.
Quello di Furia è un album d’esordio che vanta due collaborazioni molto importanti: una è quella
con il paroliere Luigi Albertelli, che ha aiutato la cantante nella realizzazione dell’intera opera,
mentre l’altra è con l’attrice e doppiatrice Lella Costa nella canzone “Giulietta”.
Il disco si apre con un brano molto energico dal titolo “Tu sei mio”, nel quale si racconta la storia di
una donna adulta che ha oramai imparato a completarsi da sola e non sente il bisogno spasmodico di
avere un uomo accanto a sè. Se desidera un compagno lo sceglie lei, non viene mai scelta
passivamente. Questo pezzo vuole un po’ essere la risposta al femminile al vecchio modo dire “per
l’uomo che non deve chiedere mai”.
“Campionissimo” è una canzone dedicata al campione di ciclismo Fausto Coppi. Un uomo semplice
ma che, grazie alle sue imprese in sella alla bicicletta, è diventato un simbolo italiano ed modello da
imitare.
“Giulietta” è il brano che vede Furia dialogare con Lella Costa. Giulietta, nome di shakespeariana
memoria che richiama subito all’ideale della fanciulla pronta a tutto per amore, è una canzone
tristemente ispirata da molti episodi di cronaca nera. Giulietta è una ragazza innamorata che però
non trova nel suo uomo l’amore e la tenerezza ma la morte. E’ una creatura fragile e delicata, come
una farfalla, alla quale basta un alito di vento un po’ più forte o una carezza troppo veemente per
essere distrutta.
“Ce la invidiano tutti” è un inno al girl power. Le donne hanno una marcia in più ma solo
collaborando con gli uomini, si parla quindi del vero Femminismo quello che auspica alla parità tra
i due sessi, si può veramente considerarsi soddisfatte. Ma cos’è che ci invidiano tutti? La grinta!
“Troppo facile” è un brano dall’impatto molto intenso. Si narra infatti della storia d’amore tra una
tredicenne ed un trentenne. La fragilità di una giovane che cade troppo facilmente in un gioco più
grande di lei. E’ solo con la saggezza della maturità che si riesce ad analizzare l’esperienza: la
ragazzina, ormai diventata donna, non rinnega quel sentimento ma provoca una riflessione profonda
su quella che è la natura di predatore del maschio.
“Robot” è una canzone fortemente ironica. Una donna che durante la giornata si impegna per fare
tutto al meglio ed il suo uomo che trova sempre e comunque un motivo per criticare il suo operato.
“Non sono un robot” canta Furia. “Non sono un robot” dovrebbero ripetersi a mo’ di mantra tutte le
donne del mondo.

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“Canzone ad un bimbo mai nato” è una citazione aldel libro di Oriana Fallaci “Lettera ad un
bambino mai nato”. E’ un brano intimo e struggente che riprende anche passi interi dell’opera
letteraria, come l’intro che non è altro che l’incipit del lavoro della Fallaci. Una donna diventa
madre nel momento stesso in cui scopre di essere incinta e da lì inizia a fantasticare, ad immaginare,
ad amare il suo piccolo. Ma la Natura è spesso malvagia e spesso quella creatura, già così tanto
amata, non vedrà mai la luce.
In “Freelance” si racconta di un rapporto, principalmente carnale, che va oltre le convenzioni.
Cadono i muri, si abbattono le barriere e spariscono i tabù. Un sentimento non comune che riesce ad
andare oltre.
“Prendi tutto” è la storia di un amore che esplode con tutta la potenza di cui è capace. Una donna
che ha deciso di donarsi in maniera totale e completa al proprio uomo, senza remore e senza sconti.
“Pa Paya Ya – Ya (Ciao Marco)” è una canzone di ringraziamento per Marco Pannella, il celebre
leader del Partito Radicale Italiano. Più che il politico, a mancare, sarà l’uomo, saranno le idee,
l’impegno e la passione per il proprio operato.
“Addio Barbie” è la storia di qualunque bambina. Pian piano si cresce, le bambole vengono ritirate
in un cassetto per lasciare spazio ai trucchi e ai primi batticuori. Una bambina che diventa donna,
che impara ad essere donna interessandosi ad un mondo, quello maschile, che fino a poco prima era
per lei sconosciuto.
“Manchi” è un brano molto particolare che riprende un episodio di cronaca nera di qualche anno fa;
Sara Di Pierantonio viene bruciata viva dal fidanzato dopo un litigio. La canzone è scritta proprio
dal punto di vista della ragazza che il giorno del suo funerale decide di partecipare metaforicamente
all’ultimo saluto che le viene tributato. Si congeda idealmente dai parenti e dagli amici, dalle
persone che le hanno voluto bene veramente e soffriranno la sua mancanza.
L’album si conclude con una cover del brano “Non arrossire” di Giorgio Gaber. La voce femminile
ed il ritmo frizzante, non vanno a sostituire ma creano un’alternativa al pezzo originale.

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