I Phantomatica sono una band Alternative Rock marchigiana attiva dal 2009 che, dopo un primo

EP, ha da poco pubblicato il primo disco Look Closer.

L’alternative rock si distacca dal “rock classico” per adottare soluzioni melodiche poco mainstream,
come canzoni dalla struttura semplice, sonorità morbide e ritornelli che si stampano in testa al

primo ascolto.

La band rispetta i canoni del genere e Look Closer, come dice la band parlando del proprio album, è
un “mix di generi che vanno da morbide ballate melodiche fino a sonorità quasi punk”. Altra
caratteristica è la componente psichedelica, che pervade in tutto il disco.

Drop it, canzone usata come singolo e traccia di apertura, fa parte del lato più energico dei
Phantomatica, con un riff blues (eseguito da un synth) che potrebbe essere uscito direttamente da un

disco degli Audioslave.

Le successive due tracce fanno parte del lato riflessivo: Ivan Bufalari crea un tessuto ritmico
preciso e quadrato con la batteria, mentre chitarre elettriche pulite prima, archi e una chitarra solista
poi, accompagnano il cantato di Daniele Tipo, il cui timbro di voce a tratti ricorda Richard

Ashcroft, ex voce dei britannici The Verve.

Phony Tail, dalla strofa leggera e ritornello potente, ricorda alcuni pezzi degli Smashing Pumpkins

nelle soluzioni armoniche e melodiche.

Bittersweet pain è anch'essa una mezza ballad che ricorda gli Oasis di Standing on the Shoulder

on Giants per le atmosfere lisergiche.

Bittersweet pleasure fa da contraltare al suo predecessore: un pezzo che ha nel riff di chitarra, dal
gusto surf rock, il suo punto di forza. L’alternanza strofa veloce e ritornello lento con ritorno al riff
principale risulta ben fatto, così come l’intermezzo psichedelico che ricorda qualcosa dei Led

Zeppelin più sperimentali.

Altro pezzo degno di nota è Noisedive, che si apre con il basso distorto di Marco Grilli di “Muse-
iana” memoria. Il brano si evolve in un brano rock classico anni ‘80, con il ritornello più

orecchiabile dell’intero disco.

I am not the only one chiude l'opera nello stesso modo con cui è stato aperta, in modo energetico e

potente, con un bel assolo finale di Stefano Sabbatini.

Grazie alla varietà di soluzioni adottate dalla band, Look closer scorre dall’inizio alla fine. Non
mancano gli intoppi, come Sailor, che è proprio il brano con meno chiaroscuri. Tuttavia, nel bene e
nel male, ogni traccia è dotata di una caratteristica peculiare che la rende ben distinguibile dagli
altri, anche se l’album necessita di più ascolti per poterne apprezzare le sfumature.

Le influenze esterne si sentono ancora, ma i Phantomatica hanno personalità e lo si sente nel gusto

che mettono nelle proprie composizioni. Avanti così!

Stefano Primavesi

 

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