A cura di Elena Schipani
Gli Homelette, duo musicale composto da Danilo de Candia e Marco Pierro, si è formato nel 2014 e
dopo un primo EP risalente al 2015, i due amici proseguono la loro carriera musicale con il loro
secondo album intitolato “Empty Suitcase” quella che viene presentata all’inizio delle sei tracce è
proprio una valigia vuota che si riempie pian piano grazia alla capacità che ogni brano di trasportare
l’ascoltatore in una dimensione onirica che strizza l’occhio alla musica psichedelica.
Il disco si apre con “Ghost”, brano squisitamente blues che porta però con sé un qualche accenno al
genere psichedelico.
“A thousand winters” è il pezzo più jazz di tutto l’album. Gli elementi propri di quel mondo sono
ben presenti e sottolineano l’eleganza della musica.
Con “Space” la ruota comincia a girare e dal blues “classico” si passa invece ad un’atmosfera più
onirica, che rimanda alla musica anni ’70. La sensazione è quella di un’alienazione positiva dalla
realtà per una pausa in un mondo astratto.
“Submarine” è una cesura, uno spartiacque fra le prime tre tracce e le ultime due. Un intermezzo
musicale volto quasi a differenziare le due parti dell’album.
Quella presentata in “Streetlights” è invece un’atmosfera più urbana. Il sottotesto di blues è sempre
presente ma al suo interno si possono trovare piccoli elementi tipici della musica da club utili a dare
un ulteriore respiro internazionale al brano.
“Empty Suitcase” si conclude con “Song For U”, una delicatissima ballata influenzata fortemente
dal mondo, e dal modo, dei Beatles.
A cura di Giovanni D’Iapico
Salve audiofolli, oggi vi proponiamo un disco con sonorità davvero particolari. A thousand winters : bell’intro di piano per un arrangiamento estremamente vintage con un cantato avvolgente da crooner. Space : tornano le atmosfere oniriche, stavolta la fantasia va verso il cosmo e ricordiamo che esiste un genere elettronico di questo tipo, ma qui la prevalenza è di strumenti acustici, anche se contaminazioni elettroniche dal sapore analogico, si stagliano qua e là, soprattutto nella seconda parte. Submarine: uno dei brani più ambient dell’album, un episodio davvero soprendente, circa un minuto e mezzo senza alcun cantato, di grandissimo impatto emotivo. Streetlight: atmosfere che dire magiche è assai riduttivo. Songforu : canzone d’amore, dal titolo ortograficamente originale, si evolve tra dream pop ed ambient, sperimentazioni sonore e cantautorato vintage. Un disco che fa la differenza, non solo nel solito mainstream, ma anche all’interno dell’underground stesso. C’è ancora gente che fa musica ispirata, questo porta speranza.
Il ritorno del duo indie folk ubicato tra Bari e Roma. Un mini-album dai suoni caldi e raffinati per conquistare i fan di Devendra Banhart, Whitney, Andy Shauf…e non solo. “Empty suitcase” è il secondo disco di Homelette, seguito di “Morning Hollows” pubblicato nel 2015. Una valigia vuota prima di un viaggio, un viaggio tra elementi e spazi lontanissimi. |
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strumen-tale “Submarine” che racchiude questa prima parte di percorso. Gli ultimi due brani ricongiungono le due anime della ricerca di Homelette su un brick road che unisce il soul motown di “Streetlight” con gli echi beatles di “Song for U”. Il nuovo album degli Homelette è anticipato dal singolo “Space”, accompagnato da un videoclip per la regia di Nicolò Vallarelli. Gli stessi Homelette lo introducono così Il protagonista del video è un uomo dalla duplice “identità” ma al tempo stesso incompleto. In una allegoria delle insicurezze umane, muovendosi tra scena e retroscena di un palcoscenico senza tempo né spazio definiti, le due parti di una stessa mente si cercano e sfiorano senza mai incontrarsi, a ricordarci che il viaggio più incomprensibile e tortuoso è quello alla ricerca di se stessi.
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