A cura di Francesco Lenzi

(Rohs! records)
Sono stato in pausa per un periodo più o meno lungo ,nel settore recensioni.
Tuttavia ci sono dei dischi che mi hanno fatto tornare voglia di scrivere di musica.
Il nuovo album targato Fallen-in uscita per la Rohs! records-è uno di questi.
I lettori affezionati di Audiofollia sanno bene che ho già parlato dell’artista che si cela sotto questo
monicker,e sull’altro ‘parallelo’ (The Child of A Creek): Lorenzo Bracaloni ha una creatività che sembra
non avere mai fine,per la gioia delle nostre orecchie!
Ma veniamo al dunque ed andiamo a scoprire le tracce di questo “when the light went out”.
“Cloudy rooms,oxygen and miracles” apre questo nuovo lavoro e già fin dal titolo si percepisce una
ventata di ottimismo più evidente che in passato:questo si riflette anche nella musica stessa, in cui
tastiere e chitarre suadenti, rilassanti si rincorrono in un’atmosfera ambient delicata e pacifica, che evoca
solo sensazioni positive; bellissima solarità sonora che scorre via delicatamente per quasi 9 minuti, senza
che ce ne accorgiamo quasi!
La title-track arriva subito dopo, adagiata su atmosfere dilatate ed eteree, stavolta però con un mood
leggermente oscuro e misterioso,che riporta alla mente i percorsi precedenti targati Fallen, tuttavia senza
ricalcarli e soprattutto senza richiamarli direttamente: minimalismo sonoro che è un vero e proprio viaggio
interiore, una colonna sonora dell’anima in chiave riflessiva.
“Diamond eyes through darkness” è una sorta di “love song” ambient, se mi si può concedere il
termine: ovvio, nessuna faciloneria, né nessun cedimento al pop, è solo l’interpretazione personale che
riesco a dargli: l’introduzione sembra portarci su una ricerca sonora ‘esoterica’, ma in realtà è proprio un
attimo, una sorta di ‘risveglio interiore’ che trasporta l’ascoltatore da una breve inquietudine ad una vera e
propria atmosfera di quiete e di pace interiore definitiva. In evidenza un bellissimo pianoforte, melodico e
arioso.
“Wandering spirits looking to rest” continua il viaggio: gli spiriti vaganti citati nel titolo solcano trame
misteriose, enigmatiche, ma mai ‘negative’ (anche se un pò di inquietudine in superficie c’è)…è semmai
un’ode al riposo interiore e alla riflessione, che svela persino alcune insolite ‘blue notes’ dal sapore
jazzato nella melodia del pianoforte….C’è anche un pò di sperimentazione accennata, una sorta di
psichedelia del futuro molto originale, sfumata, mai dichiarata del tutto.
“If your dreams ache” è un’altra traccia introspettiva, forse la più malinconica del disco: l’ho ascoltata
immaginando di stare seduto nel deserto, ad osservare spirali di sabbia trascinate dal vento….non so se
rende bene l’idea del contesto sonoro, ma il dolce spleen delle tastiere e del piano mi ha fatto venire in
mente questo.
“Peaceful words mean anything” chiude il lavoro: è un lungo mantra onirico che inizia con un feeling
ipnotico (sembra ricordare nell’intro i drone ‘Gilmouriani’ di “narrow way-part 2”), per poi sfociare in un
delicato affresco sonoro che ne ribalta l’atmosfera (è questo un pò il leit-motiv del disco: i brani si
evolvono sempre in maniera imprevedibile!).
E’ l’ultimo tassello di riflessione, una sorta di esercizio spirituale (o, se preferite, esorcismo interiore?) che
pervade anche il resto del disco (Se non ho interpretato male i sentimenti dell’artista, è proprio un viaggio
dentro di sé, per tentare di capirsi, cercando di schivare e sotterrare le paure che circondano il proprio io).
Un ottimo album strumentale, dunque che conferma quanto ho sempre pensato:Lorenzo è un artista tra i
pochi ‘veri’ e ‘autentici’ nel panorama italiano (e già inserirlo in tale contesto è puramente riduttivo)…La
sua musica è panacea dell’anima, un vero e proprio scrigno sonoro che aiuta ad affrontare meglio la vita
stessa, e ad evadere dalle brutture della società odierna.
Se credete che esagero, non esitate ad andare ascoltare questo lavoro: ne troverete sicuramente
conferma.

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