Crisso, alias di Cristian Biasin è molto più che un rapper alla nuova / triste maniera. Abbiamo un misto tra un cantautore, un arrangiatore-sperimentatore, un paroliere e un viscerale amante del suono unito alla parola.
Iniziamo con questo intenso track by track, iniziando dall’intro.
Citazioni politiche unite a sperimentazioni elettroniche ballabili, unendo psichedelia ed irriverenza. Già dalla seconda traccia, si va sull’attualità, è Salvini , spaccato sonoro modernissimo e tagliente.
Title track dell’album, Zugzwang , letteralmente dal tedesco “punto stretto”, un manifesto personale del rap di Crisso, in culo alla “standard trap”, finalmente un rap che ama sperimentare, con tanto di yodel distorto.
Apologia addirittura gioca con campionamenti di suoni “concreti”, come ad esempio una goccia che cade, il tutto fuso in arrangiamenti di altissima maestria, violenti e “puliti” allo stesso tempo, con una punta di “etnico”, forse retrogusto ideologico di una multi-culturalità.
Priamo va sul melodico, ma non abbandona le atmosfere dell’hip hop, soprattutto nelle parti ritmiche, con un risultato vagamente ambient-elettro-pop. Gang è proprio una critica allo “slang”del rapper medio che usa a sproposito le parole “gang”, “flow,” ecc…”dimmi chi cazzo sei?”, giocando proprio sui luoghi comuni del genere. Accettami ha un intro spettacolare, sembrerebbero delle cornamuse rielaborate e fuse a delle ritmiche acide, elementi apparentemente antitetici, ma legati alla perfezione. Su Youtube è possibile anche visionare il videoclip (clicca). Ogni tanto qualche urlo “growl”, ci starebbero benissimo anche delle scurissime chitarre metal black in un pezzo di questo tipo. Pianofortino “sad beat” e tinte fortemente cantautorali per Il vero uomo , ma si intromette in sordina un synth bass molto “trap”, interessante connubio, il ritornello assume colori “epici” e le ritmiche riprendono cadenze hip hop. E non c’è Intro senza Outro, ed ecco infatti questo Outro. Il basso ricorda un po’ una rielaborazione di “Stand by me” di Ben e King, oppure la versione italiana “Pregherò” di Adriano Celentano.
E ritorniamo a fare il verso a questi rapper finto-criminali, un po’ come in “Gang”, anche un po’ in Boss con un pizzico di autotune, con pseudo auto-celebrazione. Zugzwang , un album da ascoltare e da godere, anche per i non amanti dell’hip, leggendo tra le righe dei testi.