Salve audiofolli, come potete vedere dalle migliaia di recensioni presenti in questo portale, di “musica elettronica”, ne abbiamo macinata parecchia e quindi le nostre orecchie sono inevitabilmente molto esigenti, sempre alla ricerca di opere che possano sorprenderci ed appassionare.
Electric Mind è una di queste: ciò che trasuda dalle tracce è passione, dedizione, divertimento dell’intelligenza, ricerca.
Procediamo con un track by track, come di consuetudine.

What Am I?
, la prima traccia dell’album è inevitabilmente già dal titolo emblematicamente esistenziale. Il sound è smaccatamente anni Ottanta e questo in qualche modo va a sottolineare l’identità dell’autore, i propri ascolti della propria adolescenza, così come un vero e proprio manifesto d’intenti a livello stilistico.

VideoGirl risulta essere più minimale, ma allo stesso tempo estremamente incisiva con delle frasi melodiche ostinate che rimangono scolpite nella mente.
I suoni sono caldissimi, saturati, proprio dal gusto tipico analogico che ci piace tanto.

Love Like a Chain rispolvera sonorità ancora più vintage, dove di proposito vi è una quantizzazione alterata degli elementi con dei destabilizzanti “fuori tempo” che “duettano” con i sequencer che invece vantano geometrie impeccabili.
I vocoder sono quelli tipici dei Kraftwerk , dei Daft Punk, ma assolutamente non manieristici, vi è un’apprezzabilissima ricerca stilistica assolutamente personale in ogni singolo elemento.

Space Beyond esordisce un synth dal portamento accentuato, il suono ricorda molto “Fade to Grey” di Visage (1980) , accompagnato poi da uno spiazzante silenzio e dalla ripetizione del suono stesso. Per tutta la traccia vi è uno svolgimento assolutamente logico e graduale.
Interessanti intrecci tra pad e synth con bagnatissimi riverberi e delay.
Cassa, rullante e clap ci riportano indietro nei decenni passati e una lacrimuccia di nostalgia solca i volti di chi quegli anni li ha vissuti.

This Ain’t Love ascoltiamo questa cassa in quattro molto moderna in realtà, il viaggio musicale è infatti non solo verso il passato, ma allo stesso tempo anche verso il presente e il futuro. Come ci insegnano acclamate teorie, queste tre “dimensioni” in realtà coesistono, è solo la nostra mente che fa fatica a percepire concretamente questi concetti.

Electric Dream mi ricorda subito (a livello concettuale) una serie tv uscita su Prime nel 2017…”sogni elettrici”, “Philip K. Dick’s Electric Dreams” , questo è il titolo esatto. Quando l’elettronica sa descrivere perfettamente il mondo onirico. I viaggi nel tempo con queste tracce avvengono verso ogni direzione e appagano il nostro ascetismo musicale.

Diva ci colpisce particolarmente per gli intrecci vocali molto ricercati a livello di sound design. Le voci si trasformano in strumenti musicali estremamente espressivi, con colori cangianti, sempre nuovi e convincenti.

Make It One gioca armonicamente e ritmicamente con grande maestria.
Si chiude in bellezza questo album che ci ha fatto danzare, sognare, meditare.

ASCOLTA L’ALBUM ( subito !! ) 

Electric Mind, l'ultima fatica di Alan Elettronico
Electric Mind, l’ultima fatica di Alan Elettronico

 

INFORMAZIONI AGGIUNTIVE

ELECTRIC MIND  per prima cosa porta l’ascoltatore in un’odissea nello spazio attraverso galassie sconosciute, un viaggio interstellare su astronavi retro-futuristiche con forme strane e compagni robotici quasi senzienti che mettono in discussione il significato della vita. In secondo luogo è un viaggio nel passato, una ricostruzione filologica del suono del futuro concepito negli anni d’oro della space disco (1977-1980). Proprio come RANDOM ACCESS MEMORIES dei Daft Punk, ELECTRIC MIND è un’incursione digitale uptempo nell’era analogica, un suono che innesca i ricordi del corpo per coloro che hanno ballato su quei ritmi cosmici e melodie ariose. Elettronico si avvale dei suggerimenti di artisti come Moroder, Vangelis, La Bionda o Lipps. Inc per costruire la colonna sonora pulsante di una saga spaziale immaginaria che si adatterebbe facilmente alla serie Battlestar Galactica degli anni ’70 o al film The Black Hole.

Elettronico spiega: “Il filo conduttore di ELECTRIC MIND è l’autismo. Quelli di noi con Asperger a volte hanno un grande disagio emotivo nel comprendere il mondo come fanno gli altri. Ho iniziato a fare musica elettronica perché soddisfaceva il mio senso di perfezione geometrica. Da qui la mia ossessione con i Kraftwerk, ai quali devo l’uso di voci sintetizzate. Ogni canzone che creo è rappresentata nella mia mente come una forma geometrica solida: Quello che sono mi ricorda una sfera, ‘Electric Dream’ una piramide, e così via. , anche se minimo, ha una connessione con l’autismo.”

“Spesso si dice che le spie si comportano come ‘robot’ perché ci manca l’interazione emotiva; nella canzone di apertura dico “Non sono un robot, quindi cosa sono?” “Electric Dream” ha un riferimento a “Together in electric dreams” di Moroder e Oakley, ma musicalmente è più ispirato a Tangerine Dream. I suoi testi riguardano l’attività cerebrale; i sogni sono elettricità nei neuroni. “Love like a chain” è nata sperimentando con la voce ed è stata ispirata da “Musique non stop” dei Kraftwerk: una canzone ballabile minimale basata su voci robotiche. ‘Make it One’ è ispirato da una sorta di musica lounge; A volte ascolto vecchi stub e trovo un modo per finirli settimane o mesi dopo. Dopo una vacanza sul mare Adriatico, ho trovato che questo pezzo descriveva bene la sensazione di un viaggio in riva al mare.

“This is not love” è direttamente ispirato dai Daft Punk che imitano la disco di fine anni ’70: i testi non hanno un significato particolare questa volta, ho solo pensato che suonassero bene sulla musica.

Essendo un grande fan di manga e anime, “VideoGirl” è ispirato all’anime “Videogirl Ai” di Masakazu Katsura.

È la storia di un ragazzo che si innamora di una ragazza magica che esce da una videocassetta. Questo rende la canzone assolutamente synthwave. “Space Beyond” è sia un omaggio a “Space” della band francese Space sia a “I want be your lover” del duo italiano La Bionda, una vera discoteca spaziale. ‘Diva’ è di nuovo ispirato ai Daft Punk, ma questa volta ai suoni aspri dell’album HUMAN AFTER ALL.

“Come puoi vedere, le fonti di ispirazione sono molto definite. Questo è il motivo per cui le persone tra i 50 e i 60 anni mi dicono che la musica li ha rimandati profondamente su una pista da ballo affollata con palline glitterate e luci stroboscopiche, acconciature strane e abiti attillati.

Per per raggiungere questa totale immersione nel passato, ho utilizzato librerie di suoni porting da strumenti dell’epoca: TR 606, 808 e 909, Linn Drums, synth Yamaha e Casio, suoni molto ‘classici’.Il profondo riferimento a space disco e Italo disco messo l’album nella nicchia del synthwave e del retrowave, con “What Am I” e “VideoGirl” come i più adatti. “What am I” infatti è stato incluso in 21 playlist synthwave finora. La canzone di maggior successo è stata “Love Like a Chain’ che sta entrando anche nelle playlist techno.”

BIOGRAFIA 

Alan Elettronico è un compositore e scrittore italiano. Ha iniziato a creare musica nel 1998 come tastierista nel duo elettronico Subway Sleep, con gli album Introruption e Guillaume, quest’ultimo un concept album drone/ambient/noise sulla radio e Guglielmo Marconi.

Nel 2006 Elettronico ha preso parte alla piattaforma multimediale sperimentale FLUX realizzata da MTV Europe. Formando la band Oem Quartet con il musicista dubstep Kurosan, ha pubblicato l’album Unus per l’etichetta indipendente Inv3rno. Nello stesso anno, la loro canzone “Organic Matter” ha vinto un concorso per entrare nel festival elettronico internazionale “Interferenze”, dove hanno eseguito l’intero album e le nuove canzoni del progetto Plant.

Nel 2007 Elettronico ha iniziato la sua carriera di poeta mentre lavorava come insegnante di lettere. Nel 2018 ha vinto il premio speciale della giuria per la poesia al BIL con il suo libro Aleph. Nel 2021 torna alla musica con l’album di debutto solista ELECTRIC MIND per Projekt Records.

Comunicati stampa