(Maio)
1) E’ appena uscito Zero, il vostro nuovo disco. Raccontate come è nato e come è stato registrarlo. Che metodo usate per registrare?
Partiamo dal presupposto che per i tre lavori fatti abbiamo utilizzato tre differenti modalità di registrazione. Insonne autoprodotto ma registrato in” separata” in uno studio professionale (SonicHome Recording), mentre “ La tragedia del mediocre” autoprodotto, registrato in presa diretta e mixato da noi.Per ZERO ci siamo avvalsi della collaborazione di FuzzWave Production quindi anche la concezione del lavoro è stata totalmente diversa già dalla partenza. Per non dover fare cambi in fase d’opera o avere insicurezze che avrebbero rallentato la registrazione, c’è stato un gran lavoro di pre-produzione sui brani che ci eravamo prefissati di inserire nell’ EP. Fase uno … abbiamo registrato con un multi traccia in sala prove i brani per poi arrangiarli ed interiorizzarli. Dopo di che ennesima registrazione casalinga per capire se le soluzioni scelte erano quelle giuste. Una volta prese le definitive decisioni in merito….. sessioni separate di registrazione negli studi di Musica per il Cervello (Caravaggio BG) utilizzando più strumenti ed amplificatori possibili, registrando, anche, direttamente in linea per poi riampare il tutto, facendo ognuno più della propria parte per avere sempre del materiale di scorta. Una volta deciso che le registrazioni erano terminate, siamo passati all’ascolto di un mix provvisorio per poter definitivamente abbandonare gli studi di registrazione. In seguito le canzoni sono state mixate negli UP Studios di Ugo Poddighe, ed una volta ricevuta l’approvazione di band e produttori si è passati al mastering ed alla chiusura definitiva del progetto. Il disco è stato successivamente stampato da Shelve ed è uscito di li a poco per l’etichetta indipendente Habanero Factory (che si è occupata anche delle grafiche)
2) Quali sono le differenze tra Zero e i vostri due album precedenti?
Innanzitutto la collaborazione con Mauro Gambardella e Glenda Frassi di FuzzWave Productions (oltre che della band Gambardellas) Fino a questo EP avevamo pensato noi a tutto, agli arrangiamenti, i suoni, ecc … lavorare con dei produttori artistici,invece, impone un impegno più maturo, professionalità e compromessi .. impone di allargare un po’ gli orizzonti ed esplorare soluzioni suggerite da altri musicisti per poi utilizzarle o meno, magari di registrare in studi suggeriti da loro, utilizzando strumenti diversi dal solito… ma in questo caso siamo molto soddisfatti del risultato e della collaborazione. Lavorando come band ad una canzone che si suona già da tempo, si arriva al punto che ulteriori soluzioni non si vedono e diventa immutabile … anche se spesso queste soluzioni sono lì a portata di mano occorre un orecchio esterno per coglierle e portarle all’attenzione. Un’altra differenza è il sound … finalmente siamo arrivati vicini a quello che sarà il sound definitivo della band .. gli altri lavori erano, sotto questo punto, magari ancora un po’ acerbi o meno definiti.
3) Parlateci della fase creativa e della composizione delle canzoni…
Raramente capita che qualcuno arrivi con il pezzo pronto; preferiamo prendere spunto da un riff di chitarra o un giro di basso “partoriti” in sala prove bevendo della birra o comunque in un contesto di tranquillità, per poi lavorarci insieme. Ognuno mette giù la sua parte .. si cercano ritornelli o bridge o intermezzi strumentali .. si assembla il tutto .. intanto io utilizzo parole a caso in lingue sconosciute per poter fissare una linea vocale. Una volta che il pezzo è costruito, butto giù un testo al volo a seconda del mio umore o di quello che mi gira per la testa; registriamo e portiamo a casa da ascoltare. Dopo di che limiamo e sistemiamo le piccole cose (quando ci sembra il caso) e rodiamo live la nuova canzone. A questo punto, se dobbiamo registrarla, la passiamo a FuzzWave x avere un ascolto esterno e delle differenti ipotesi d’arrangiamento e decidere la strada da intraprendere.
4) Che musica avete ascoltato in passato?
Uh … dunque … ognuno ha un background e delle esperienze personali. Sicuramente tutti abbiamo ascoltato molta musica sotterranea italiana degli anni novanta come: Marlene Kuntz, Afterhours, Umberto Palazzo ed il Santo Niente, Litfiba (dei primi dischi); Il filone “grunge” di Seattle (Melvins, Nirvana, Alice in Chains, Pearl Jam) lo stoner americano (Kyuss, Queens of the Stone Age, Fu Manchu) ma anche un po’ di Black Sabbath, rock e rock’n’roll …. senza contare che tre quarti del gruppo arriva dalla scena punk o ska-core mentre Fabio dal rock-blues. Personalmente ho sempre ascoltato anche i Cantautori Italiani e la musica prog-rock del bel paese e andavo matto per i CCCP….. il bello che tutto questo calderone di ascolti ci ha aiutato a non avere rimandi diretti a band piuttosto che a singoli ed a farci influenzare dai generi ma fino ad un certo punto … tenendo sempre salda la nostra identità artistica.
5) Potete descrivermi un vostro concerto?
E’ granitico .. un muro di suoni (ma non estremizzato e fastidioso), movimento, sudore, birra, una buona dose di attitudine rock’n’roll e pochi fronzoli al di fuori della musica … credo si capisca al volo che noi ci si diverte e che quei minuti sul palco x la band sono sacri … sono il nostro piccolo mondo dove poter essere solo noi stessi o ciò che si vuole, dove lasciarsi andare e avere l’opportunità di trasmettere la potenza delle sensazioni provate a chi ci ascolta .. noi siamo animali da palco e tendiamo a sparare tutte le cartucce senza riserve, senza risparmiarci … come un fiume in piena.
6) Secondo voi quale è la differenza tra suonare all’estero e suonare in Italia?
Noi in passato abbiamo fatto dei tour in Spagna e più precisamente uno in Galizia ed uno a Barcellona. Nel primo caso abbiamo suonato come head-liner al FestiOvall (festival intenazionale di musica e giocoleria) ed all’Iguana di Vigo, locale dove si sono esibiti Manonegra, Iggy pop, Green Day ecc…Mentre nel secondo al Moog di Barcellona (locale culto x la musica elettronica ma che durante la settimana propone live music di diversi generi) ed in alcuni centri sociali della citta’…..le differenze sostanziali tra queste esperienze e quelle in Italia sono principalmente due:
1) Siamo stati trattati da organizzatori, gestori ed addetti ai lavori come se fossimo delle rock star; sono stati gentilissimi, cordiali, attenti alle nostre esigenze tecniche e molto ospitali….back stage con un frigo di birre, superalcolici, asciugamani….insomma come si trattano di solito i gruppi di un certo livello…con tanto di articoli sul giornale che ci dipingevano molto di più di quello che eravamo in realtà
2) La gente …… ci è capitato di suonare in settimana in locali con l’ingresso a pagamento e fare il pienone …. o suonare al festival alle 4 di mattina sotto un diluvio e vedere la gente che se ne stava sotto l’acqua per ascoltare e vedere la nostra performance … e ballare nel fango ed essere felice perché stavano al concerto di una band venuta da lontano che propone un genere che nel loro paese non è molto conosciuto ….il pubblico rispetta di più i musicisti ed è più curiosa di sentire cose nuove …. Non è pigra, esce e va ai concerti … nel nostro caso quando ho chiesto ad un ragazzo perché avesse pagato il biglietto e fosse venuto di giovedì sera…mi son sentito rispondere:”perché mi piace la musica rock, perché ero curioso di sentire una band italiana che si cimenta in un genere prettamente americano o comunque anglofono utilizzando l’italiano …e poi perché voi per suonare a Barcellona avete fatto migliaia di chilometri quindi uscire e prendere la metro non è uno sforzo così grande rispetto al vostro …è una questione di rispetto”
In Italia purtroppo i locali sono presi alla gola dalle questioni economiche e spesso non hanno tutto questo entusiasmo nei confronti delle bands emergenti avendo problemi ben più seri da affrontare … oppure sono gestiti da personaggi che della musica se ne fottono, l’importante è il guadagno e vale anche lo sfruttamento dei musicisti …..il che è, anche, una conseguenza della scarsa cultura e della poca curiosità nei confronti del “mai sentito” che ormai si è radicata nel nostro paese …. grazie ai talent show, che hanno catalizzato, incanalato e monopolizzato l’interesse delle persone comuni la musica si limita ad un prodotto di largo consumo e spesso privo di qualità ed anima ….e direi anche a causa delle tribute band che sono un mezzo x fare cassetto ed accaparrarsi un pubblico che segue le fotocopie perché è troppo pigro o troppo “ignorante” per aprire un po’ gli orizzonti musicali. (Sottolineo che a mio avviso un tributo andrebbe fatto in modo rispettoso e a band o artisti scomparsi o non più in attività….il resto è approfittare del successo altrui per monetizzare)
Per fortuna anche da noi resistono i locali veramente “fighi” e gestiti da appassionati e il pubblico di nicchia, seppur non tantissimo, è fedele, attento ed è il cuore pulsante dell’underground…è il motore che spinge noi tutti a non mollare mai
7) Quando suonate come vi sentite?
Potenti … scollegati dal mondo ma in connessione con le anime di chi ci ascolta …. in una specie di vortice che con la sua violenza esterna ci avvolge e protegge …. Insomma … anche se il sound è “duro” ed i temi trattati non troppo allegri …. ci sentiamo maledettamente bene!
8) Come definireste in poche parole o in un motto la vostra musica?
Per comodità “italian stoner rock”…. In realtà è un mix di stoner, grunge, underground anni ’90 italiano e rock’n’roll … in Spagna (non avendo troppe distinzioni di genere o categorie) ci hanno definiti Rock’n’Roll claustrofobico … qualcun’ altro Mountain Rock …ed ancora Post-Atomic Rock ….e stoner-grunge. Alla fine le etichette credo servano a poco … noi siamo una sorta di oscura creatura sonora ed il nostro sound è frutto di un evoluzione e del lavoro di 10 anni di attività e dei gusti musicali di ogni elemento e degli influssi assorbiti dalla zona geografica in cui abitiamo.
9) Se la vostra musica fosse una città a quale assomiglierebbe?
Questa domanda e difficilissima!!! Essendo italiani e cantando in madrelingua .. direi Torino.
E’ abbastanza rumorosa, senza essere una megalopoli … ha delle tinte grigie ed una pianta abbastanza lineare .… una pulsante attivita’ artistica suburbana … una giusta dose di ombre ed occultismo e le montagne alle spalle.
10)In conclusione, dove possiamo trovare la vostra musica?
Le copie fisiche dei cd le si trova ai nostri concerti
Oppure si possono ordinare mandando un messaggio al Facebook della band
https://www.facebook.com/ilvilerockband/
per l’aquisto e/o l’ascolto online:
#iTunes: http://apple.co/2p KTpy5
#GooglePlay: http://bit.ly/2nc6yyc
#Spotify: http://spoti.fi/2o3tHk1
#Deezer: http://bit.ly/2qi9 MPwcebook.com/ilvilerockband
#Rock it: https://www.rockit.it/ilvile/album/zero/37967
#SistemFailure: http://systemfailureb.altervista.org/il-vile-zero/
inoltre si può vedere il video di “ZERO”
Official Video: https://www.youtube.com/watch?v=yJo5LVpj1gI