Intervista a The Groots per Audiofollia
1)Avete pubblicato un nuovo album, Personal Clichés. Potete presentarlo ai nostri lettori?
Personal Clichés è un album composto da 10 tracce tra cui un intro ed un pezzo acustico. L’ordine dei pezzi non è casuale, anzi, l’album si apre con canzoni aspre e piene di rancore e prosegue tra pezzi con batteria swing, ballads e giri di basso potenti, arrivando al brano conclusivo: Kintsugi, il pezzo che segna il “raggiungimento della catarsi” e il superamento del rancore e di tutta la rabbia repressa. Abbiamo voluto creare una sorta di concept album che narrasse il processo di guarigione e il superamento degli ostacoli che la vita ci mette di fronte: la fine di una relazione, la perdita di un amicizia, il desiderio d’ indipendenza, la frustrazione di non riuscire ad avere il totale controllo della propria esistenza. Un album pieno di clichés, raccontati però dal punto di vista dei Groots.
2)Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
Abbiamo chiamato l’album Personal Clichés perché le tematiche che trattiamo sono tematiche comuni a tutti, ma la cosa affascinante è scoprire come ognuno le affronta: ognuno di noi si approccia ad una situazione in maniera diversa e noi abbiamo voluto dare la nostra versione e raccontare come abbiamo vissuto certe esperienze. Siamo ispirati da ciò che ci accade, da ciò che sentiamo, dalle persone a cui teniamo, da quelle che abbiamo perso e da quelle che ci fanno del male. Abbiamo una visione catartica della musica, è per questo che i nostri testi generalmente non trattano argomenti felici, per noi comporre un brano è un modo per esorcizzare il dolore e sfruttarlo al fine di creare qualcosa di potente e liberatorio. Questo è il pilastro attorno al quale è costruito il nostro album e la nostra carriera come band.
3)Quali sono i punti forti della vostra musica? Cosa può incuriosire un eventuale nuovo ascoltatore? Quali sono le vostre qualità principali?
Venendo tutti da backgrounds musicali differenti, credo che il nostro punto di forza sia quello di riuscir a far coesistere questa diversità tra i nostri generi prediletti, cercando di fonderli insieme per creare pezzi difficilmente etichettabili sotto un unico genere. Crediamo che questo possa essere un buon modo per attirare un pubblico vario e convincerlo ad ascoltarci, ne abbiamo per tutti i gusti!
4)Come nasce una vostra canzone? Parlateci del processo creativo alla base…
Solitamente i pezzi partono da riff di chitarra o giri di basso, in seguito vengono aggiunte la linea vocale e la parte di batteria, ma a volte capita che quando ci si ritrova in stanza per provare il pezzo, questo venga o stravolto del tutto o modificato ed ultimato.
5)C’è un brano in questo nuovo disco al quale vi sentite molto legati?
Ognuno ha il suo brano preferito all’interno dell’album, ma tutti siamo particolarmente legati a The Quay, sia perché è un po’ il nostro biglietto da visita ed è stata una delle prime canzoni ad essere stata composta, sia per il fatto che parla di un luogo a noi caro, emblema della nostra amicizia e della nostra storia come band. A livello di sonorità siamo invece tutti molto soddisfatti di Reunions, il primo singolo estratto.
6)Quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato?
Generalmente tendiamo a non prendere troppa ispirazione da ciò che ascoltiamo: con questo non vogliamo dire che l’influenza dei nostri artisti preferiti non sia riscontrabile nei nostri pezzi, ma solitamente cerchiamo di tenere le distanze tra ciò che ascoltiamo e ciò che produciamo. Le nostri fonti d’ispirazione principali sono gli Arctic Monkeys, Bruno Mars, i Paramore, Amy Winehouse e vari artisti jazz.
7)Cosa farete in futuro? Avete delle sorprese nascoste o dei sogni nel cassetto?
Per il momento ci stiamo concentrando sulla promozione del disco, a breve gireremo il primo video e nel frattempo stiamo tornando in sala prove a cercare di scrivere nuova musica. A volte, come tutti, capita di sognare in grande, ma cerchiamo di tenere i piedi per terra e concentrarci sul nostro lavoro. Vogliamo andare avanti senza spinte e “farci da soli” con la vecchia e faticosa gavetta, ma ovviamente del tutto soli non siamo: abbiamo la fortuna di avere nel nostro team gente onesta e professionale che ci accompagna lungo questa scalata verso l’uscita dall’anonimato, a partire dal nostro producer Maurizio Sellani, la nostra booking agent Camilla Ortolani e il nostro grafico/fotografo e videomaker Federico Cesaroni; il loro supporto è fondamentale e non c’è un giorno in cui non siamo grati del lavoro che fanno con e per noi.
8)Con chi vorreste collaborare un giorno?
Ci piacerebbe poter collaborare con gente che seguiamo e stimiamo, ma essendo artisti di gran calibro chiaramente per ora è un obiettivo piuttosto utopico: ci piacerebbe suonare insieme a gente come Bruno Mars, Biffy Clyro, Arctic Monkeys, The Strokes, Kasabian, Foals, Royal Blood, Muse e Twenty One Pilots, artisti dalle sonorità particolari che piacciono a noi. Sognare non costa nulla!
9)Nominate tre canzoni che hanno segnato un momento della vostra vita…
Nominare canzoni che hanno cambiato la vita di ognuno di noi sfocerebbe in un discorso infinito, per cui elencheremo tre canzoni importanti per la nostra band e la nostra amicizia: Derail dei Dinosaur Pile-Up, Piledriver Waltz degli Arctic Monkeys e poi giochiamo scorretto autocitandoci con The Quay, che ha davvero segnato il nostro percorso come gruppo di amici e musicisti.
10)Se la vostra musica fosse una città quale sarebbe?
Credo che New York possa definire la nostra musica: in essa caos e quiete e architettura e natura si riescono a coesistere e si fondono alla perfezione, proprio come nelle nostra canzoni le nostre sonorità differenti si uniscono creando un sound pieno di sfumature.
11)Siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?
Grazie a tutti coloro che ci hanno donato un po’ del loro tempo per leggere di una piccola band che sta cercando di farsi spazio in un mondo di colossi. Supportate gli artisti emergenti, che siano musicisti, scrittori, fotografi o poeti, il vostro supporto è la benzina di cui abbiamo bisogno per il nostro lungo viaggio. Inoltre, vogliamo invitare i talenti nascosti ad uscire allo scoperto: uscite dalla vostra comfort zone, buttatevi, il mondo a volte sembra snobbarci, ma in realtà ha costantemente bisogno di gente creativa, ora più che mai. Qualsiasi forma d’arte è un’arma. Prendete le vostre delusioni o le vostre gioie per mano e accompagnatele su un palco, su una tela, su un foglio di carta… Liberatevi! Un grazie speciale ad Audiofollia, a presto!