15 MINUTES OF SHAME “Scrambled eggs”

I 15 minutes of shame sono una rock band giovanissima che giunge in questi giorni all’esordio,che è-per l’appunto-questo “Scrambled eggs” che prendo in esame oggi.

Delle loro infuocate esibizioni live già si parla con un alone leggendario:anzi,si vocifera che avendo fatto da supporto a molti nomi conosciuti dell’indie underground,i nostri si siano fatti preferire all’headliner più di una volta….Ed avendo ascoltato il risultato in questo disco,non stento affatto a crederlo,data l’alta qualità delle proprie composizioni.

“Nature reawakens in spring” apre il disco e sembra che il tempo si sia fermato:il quartetto pare riaggiornare una certa lezione psichedelica/pre-hard dal sapore vintage (l’irresistibile riff chitarristico odora proprio di 1968-69!),trasportandola quindi ai giorni nostri con fare sapiente e-perchè no?-anche una certa eleganza (notevole anche il solo chitarristico,personale e godibile la voce).

“Crazy fight of corianders”,subito dopo,è una sorta di alternative punk rock melodico,al passo coi tempi:una canzone giustamente contemporanea,ben fatta e ben congegnata,che ha le qualità del singolo di successo,e dinostra come la band abbia una propria,vincente personalità solare.

Poi è la volta del brano che ha il nome del gruppo:trattasi di un indie-funk spigoloso ma non troppo,melodico e dalla ritmica nervosa;anche qui l’orecchiabilità è in evidenza,ma mai banale. (da notare la bravura di tutti i musicisti coinvolti,e li cito qua:Lorenzo Spinato : voce, chitarra/Costantino Mizzoni : chitarre, cori/Mario Bruni : basso e cori/Antonello Spalvieri : batteria ).

ye-yeah” è un altro tassello solare dal gusto pop rock (ma dal finale devastante e distorto),perfetto per l’estate che avanza;anche “Micheal” è estremamente orecchiabile,ed incrocia british pop ad un’andatura reggae,con chitarre ariose e al tempo stesso taglienti (mi pare di scorgere il suono della telecaster,ma non ne sono certo al 100%):ma il ritornello è puro rock,con un riff che ti entra dentro (c’è anche una tromba che dona un tocco jazzato alla seconda parte,mentre il sottofondo diventa più abrasivo-un po’ come succedeva nella precedente;gli assoli chitarristici sono sempre ottimi,perchè suonati col cuore e concentrati “nei punti giusti del feeling”).

La title-track è una sorta di punk rock evoluto,con la melodia nel cuore (le influenze “british” sono sempre presenti,a partire dal titolo 😉 );”In memory of…” è una traccia più elaborata,ma non meno emozionante,sempre con una bella melodia al centro dell’attenzione.

“Gaugamela” è la traccia conclusiva,un hard rock ombroso che evoca un feeling “settantiano” e chiude il cerchio in maniera riuscita.

In conclusione,direi che si tratta di un’ottima band dall’appeal musicale notevole:sanno scrivere bene e anche suonare al di sopra della media della scena indie;una rivelazione scintillante che risulta estremamente fresca e fruibile,in una parola:rock & roll!

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