Come da titolo: cinque potentissimi brani.
Cari audiofolli, non per vantarci, ma qui passa solo musica di grande gusto. Prima di iniziare, complimenti all’autore della copertina, in perfetto stile black metal, degna della migliore band del Nord Europa estremo.
I cosiddetti “boomer” sono soliti dire: “eh, ma una volta sì che era musica, oggi invece…” e poi ci troviamo tra le mani questa “Prima Forma Indefinita” che nulla ha da invidiare con i dischi che hanno coccolato il mal di vivere della nostra adolescenza.
Uscita freschissima che rinnova la nostra fiducia nel panorama italiano contemporaneo.
Ebbene sì, da questo genere, non ci si aspetterebbe dei testi in italiano, invece è proprio questa la peculiarità e forza di questa band “Apatia“.
Partiamo con questo “Male di vivere” che il pezzo perfetto per esorcizzare la sofferenza esistenzialista che almeno una volta nella vita ha avvolto tutti. 8 minuti e 21 di lento nichilismo musicale, una costruttiva distruzione della propria anima che contempla gli abissi attraverso l’ascolto e su autocommisera. Confluisce in questo mood di incertezza questa seconda traccia dal titolo, anzi, dal “non titolo” : “Non titolata“.
Un bellissimo intro infinito di chitarra clean per poi sfociare in un groove roccioso, lento, potente e devastante.
Gli interventi vocali si fanno sentire solo da 1 minuto e 35 in poi, un po’ alla Massimo Volume, ma con voce più sommersa e tiro più verso il black metal. Piccola nota negativa: si fa fatica qualche volta a comprendere i testi, non sappiamo se sia una scelta stilistica volontaria per “occultarli” a un ascolto superficiale, oppure far sì che i testi siano solo una componente sonora o difficoltà tecnica.
In ogni caso, per chi volesse approfondirli, li inseriamo qui in calce all’articolo.
Passiamo alla terza traccia: “Intermezzo“, che appunto sta proprio a metà di questo succulento Ep. Intro vicino all’atmosfera del brano precedente ed intenso “reading” fino alla fine del brano, con la differenza che si unisce una ben scandita e calda ritmica di batteria acustica.
Mono con l’intro che ricorda subito in qualche modo “Lungo i bordi” dei Massimo Volume, ma subito si smentisce in quanto carbura in modo violento sin dopo i primi venti secondi. A dir la verità, mi sarei aspettato una traccia “mono”! Scherzi a parte, si parte subito con un reading di grwol credibile e appassionante. Si muore nella vita, ma si muore anche alla fine di un album, EP o LP che sia.
Quale migliore traccia come “Epitaffio” per concludere? La traccia che qualsiasi rocker maledetto vorrebbe fosse eseguita al proprio funerale.
Altro che marcia funebre di Chopin, gli Apatia sono la band che vorremmo suonasse alla celebrazione della nostra dipartita.
Buon ascolto e…lunga vita a tutti, naturalmente.
Link per lo streaming su Bandcamp: https://apatiats.bandcamp.com/
TUTTI I TESTI
1) Male di Vivere
Non ha più senso
stare al mondo
chiudersi in se
per sempre
Cade la neve
Il cielo piange
solo cammino
e non so il perché
male di vivere
in un mondo di bugie
ragione oscurata
e fiumi di lacrime
senza un quando
corriamo all’unisono
verso la fine
di uomini ed anime
Non vedo luce
sotto ai miei passi
guardo avanti
non c’è più niente
sento ormai il peso
dell’esistenza
che schiaccia pesante
l’essere umano
male di vivere
in un mondo di bugie
ragione oscurata
e fiumi di lacrime
senza un quando
corriamo all’unisono
verso la fine
di uomini ed anime
2) Non titolata
Su un filo sottile
io marcio ballando
le note di un inno al passato
mi sento ormai perso nel nulla
ed il corpo in bilico
ne è devastato
Stringo ora in man la coscienza
che un uomo da solo
ferisce sè stesso
e cerco invano una luce
scambiando il dolore
per tenero amplesso
Quando nel cielo
la luna s’innalza su
splendidi raggi d’argento
la voce che resta
spezzando il silenzio
emette un solo lamento
In trepida attesa
che questo finisca
perdo pian pian la speranza
Compagna di giochi
ho solo la debole
luce che irradia la stanza
E più parlo agli altri
più parlo a me stesso
son saturo del mio vociare
nel antro marcente
dell’ego mio spento
mi chiudo e non voglio tornare
E grido più forte che riesco
strappando la tela
che copre il mio corpo
la tela che per lunghi anni
ha difeso l’essenza
di un uomo già morto
3) Intermezzo
La percezione di ciò che mi circonda lentamente si distorce.
Ogni angolo della stanza diventa più buio, ed ogni parete si restringe intorno al mio corpo esausto.
Il vento entrando dalla finestra mi sfiora le carni. Crescono farfalle di fumo. La sigaretta caduta a terra continua a bruciare l’ossigeno.
L’inconsistenza dell’aria mi colpisce. Violentemente. Fino a darmi la nausea. Alle troppe voci che ho sentito finora, rendo giustizia con il silenzio. Le lacrime incidono il viso, il respiro si dilata nel tentativo di narcotizzare un animo fatto a pezzi. Le mani tremano, lo sguardo cerca una via di fuga. Il nulla riempie le giornate, che lente e monotone si susseguono, portando nient’altro che noia. Il pensiero si atrofizza. Il mio corpo è una forma vuota in cui la mente si è persa. Immerso nel mondo, rimango da solo.
4) Mono
Il cosmo che vi ha generato immobile resta a guardare gli inutili corpi reietti dall’utero all’inumazione Mono Mono Mono Dannato sia l’uomo che vive con gli occhi rivolti all’interno beato tra i sogni che insegue strappatigli fin dal principio Mono Mono Mono A voi che siete inchiodati a croci di legno marcente il cosmo vi ha rifiutati il cosmo vi ha rifiutati
5) Epitaffio
Seduto in un buio ancestrale
racconto la storia di un uomo
i vermi mangiando le carni
lo lasciano sempre più solo
Disteso egli sta in una cassa
di umida terra coperta
rivive i suoi ultimi istanti
di inutile vita esaurita
Baciata la terra d’estate
col corpo ormai freddo e fermo
saluti da lacrime amate
attende ora il corpo l’inverno
Tagliando il cordone del tempo
l’uomo dal viver si stacca
sospeso nel vacuo silenzio
La vita il suo corpo rigetta
Nel grembo del vacuo silenzio
da dove egli è nato ritorna
la terra lo copre pesante
silenzio.
INFORMAZIONI AGGIUNTIVE
Il progetto Apatia, band black metal, nasce dall’esigenza di sbrigliare la sofferenza che un uomo può arrivare a provare in determinati momenti della propria esistenza nel tentativo di comunicare all’ascoltatore uno stato d’animo ben preciso: il viaggio di una vittima del mondo all’interno di sé stessa.
Il progetto artistico ha inizio per mano del solo Apatia, in forma grezza, fino all’incontro con Christian, produttore ed amico, grazie al cui aiuto riesce a ottenere nuove idee e nuovi strumenti per perpetrare il suo dolore in forma, seppur sempre auto-prodotta, più curata, mirata e profonda.
Presentazione di “Prima Forma Indefinita”:
“Prima Forma Indefinita” vuole rappresentare, fin dal suo concepimento primo, l’essenza stessa delle pene che una mente ed un animo riescono a sopportare. Ogni componimento rappresenta il puro sfogo personale, privo di qualunque entusiasmo o voglia di venir compreso da chissà chi: il vagito di chi fa dell’apatia un miraggio lontano agognato da tempo. La prima fatica d’una forma di vita vuota che non riesce più ad identificarsi in nulla, nemmeno in sé stessa risultando indefinita per definizione.
Tracklist:
1. Male di Vivere
2. Non Titolata
3. Intermezzo
4. Mono
5.Epitaffio
Credits:
Musica e testi di Apatia, eccetto “Mono” la cui musica è stata scritta da Christian Castorina.
Basso di G. Koler
Prodotto da “Il Grido – Incisioni sonore”
Registrato e Missato da Christian Castorina
Foto di Andrea Stoppa
Web links:
Il Grido – Incisioni Sonore: https://www.facebook.com/