CHAT NOIR “elec3cities” (Rare Noise records)

I Chat Noir esistono da 12 anni:inizialmente sono partiti come trio di jazz acustico…..Oggi però la loro musica incorpora vari,suggestivi elementi che fanno sì che il tutto possa essere riconducible solo in parte al jazz:infatti il loro sound è così ricco che sfugge le definizioni,anzi,è un mix di influenze diverse,che si uniscono tra loro in maniera perfetta.

Prendiamo ad esempio “Avant Buddha”,la traccia che apre questo coraggioso e affascinante album:è un lungo percorso sonoro che prende spunto dalla musica etnica,e la arricchisce con elementi jazzati,psichedelici e sperimentali estremamente evocativi e di grande suggestione sonora.

Anche “Chelsea high line” segue questo procedimento,ma partendo da un’idea diversa:il cannovaccio,stavolta,è un morbido jazz notturno e melodico,sul quale si inseriscono elementi di musica da camera e segmenti elettronici non invasivi;poi,man mano che il brano si evolve,tornano anche elementi psichedelici e “progressivi” che ben si sposano alle tenui tinte jazz/fusion….e tutto questo, dona al pezzo una particolare e raffinata sensibilità.

“Ninth” mescola nuovamente le carte in tavola,abbinando sonorità ambient avvolgenti a percussioni etniche e ad archi malinconici (che amplificano ulteriormente le influenze provenienti dalla classica,che già trasparivano nel brano precedente);riaffiorano anche frammenti electro ed un tocco di jazz soffuso (oltre a qualche rimando di rock acido,vagamente accennato),ma il tutto è interpretato sempre in maniera diversa e con vera passione.

“Pearls”,per contro,è un brano più rilassato anche se non mancano degli elementi “stranianti”:è un lieve segmento onirico e sognante,dalle venature scure;”Our hearts have been bombed “è ancora più dark,e tornano anche gli elementi psichedelici,qui ancora più evidenti…il brano sembra voler gettare un ponte tra passato e presente:difatti alcuni momenti paiono rievocare sapori vintage (ad esempio gli improvvisi reverse oppure certe tastiere simil-mellotron),altri decisamente moderni e rivestiti di interferenze elettroniche.

“Peaceful”,fedelmente al titolo,è una traccia pacata e rilassata,soavemente melodica,in cui è il pianoforte ad essere al centro dell’attenzione,con le sue quiete melodie notturne;”Radio show” è un brano più sperimentale:ma non si rinuncia mai alla godibilità,difatti torna un pianoforte elettrico molto suggestivo,inframmezzato da momenti “avanguardistici” che sfociano poi in una fusion sofisticata e bellissima,mai fine a è stessa,ma sempre molto fresca e dinamica,in cui guizzi rock ed elementi jazz si fondono in maniera perfetta.

La chiusura dell’album è affidata ad “Aspekt”,un’altra traccia estremamente suggestiva e cangiante,in cui tornano influenze ambient:non viene abbandonata la sperimentazione-complici alcune stranianti vocals femminili-ma ancora una volta il tutto viene elaborato in maniera diversa ed inedita.

Concludendo,penso che i Chat Noir siano davvero un’eccellente ensemble:il loro punto di forza è proprio sfuggire alle definizioni,mescolando vari stili in maniera coerente,precisa e allo stesso tempo innovativa;se una parola come “progressive” o “fusion(e)” ha ancora un senso oggi,questo lo si deve anche a formazioni come questa,che hanno capito cosa significa sperimentare senza pregiudizi e senza paraocchi. Bravi veramente,sia tecnicamente che a livello “di gusto”:perchè quando c’è il cuore,anche la musica complessa,risulta scorrevole…ed è esattamente questo il caso!

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