CISCO “Matrimoni e funerali” (Materiali musicali/universal)

Torna il mitico Cisco con un nuovo album,”Matrimoni e funerali”,un lavoro estremamente interessante che analizza con lucidità l’esistenza e l’attualità,senza compromessi e senza fare sconti a nessuno:il songwriting è ricco,vario e dona qualche sfumatura in più all’arte del nostro.

Produce l’album un altro ex Modena,”Kaba” Arcangelo Cavazzuti che firma insieme a Cisco tutti i brani;ma le sorprese non finiscono qua,perchè c’è anche una nutrita lista di ospiti che hanno dato il proprio contributo al disco….insomma un disco da non perdere,come avrete già capito.

L’album si apre con l’inquieto reggae-dub “moderno” di “Come agnelli in mezzo ai lupi”,adornato da un bellissimo riff chitarristico:si tratta di un pezzo introspettivo,che indaga sull’affacciarsi alla vita con amara poesia e consapevolezza (“senza sconti,nè miracoli/controvento,nell’oscurità/siamo agnelli in mezzo ai lupi/scaraventati sulla terra (..) disarmati in questa guerra”).

Si prosegue il viaggio con “Sangue,sudore e merda”,un brano che scava sul presente (“non ho bisogno di politici comici”),ma soprattutto sulla crudezza della vita intera (“ho imparato quant’è dura la vita/piena di orrori ed ingiustizie sociali/Ma troppo corta terribilmente breve , tanto rumore spesso per nulla/Con pochi sprazzi di una grande bellezza “)…Non si tratta però di mero pessimismo,ma di verità pura,e c’è anche un invito al rinnovarsi (“Ho bisogno di nuovi concetti, di un domani diverso dall’oggi/Il passato di certo può aiutare ma non dev’ essere un dogma da seguire”) ed un pizzico di riuscito sarcasmo (“Sinistra e destra cosa faccio li butto ? “).

La critica al “presente” della nostra Italietta (ma anche a chi si lamenta senza fare nulla per cambiarla,oltre che a essere complice dei misfatti dello stato) continua sul folk rock di “Chiagne e fotte” (“piangi,piangi,piangi che più piangi meglio fotti l’intero Belpaese/Piangi (..) e del tuo pianto quotidiano c’è chi ne fa le spese”),che presenta qualche influenza “sixties” nel sound;”Il girarrosto”ospita Il Coro delle Mondine di Novi,ed è un’altra riflessione amara sulla vita,nel dinamico alternarsi di gioia e dolore,e di come la ruota karmica giri per tutti allo stesso modo (“un giorno a me,un giorno a lui,un giorno a te”).

“Supermarket” vede ospite PierPaolo Capovilla (One Dimensional Man,Teatro degli Orrori) e mette alla berlina il consumismo più bieco,sulle note di un irresistibile rock-blues oscuro:è uno dei miei pezzi preferiti del disco,che sarà sicuramente un pezzo d’impatto nei live.

“Marasma” pone degli interessanti interrogativi (“mamma,dove stiamo andando? Ci stiamo imbarbarendo in questo gran marasma(…) cosa sta accadendo? Tutto sta impazzendo in questo gran marasma”) su di un sound frizzante,che non sfigurerebbe in una colonna sonora “tarantiniana”,con il suo vago mood “mariachi”.

La title-track arriva subito dopo-con dei bei fiati in evidenza (com’era anche per la precedente)-cantata con Angela Baraldi:un altro brano dalla sincerità estrema,fino all’osso (“all’orchestrina squallida che suona giù in balera/preferisco il suono sincero della banda/con gli ottoni fuori tempo e sempre un po’ stonati/che rendono reale la vita in quel momento”),che inizia riflessivo per poi divenire uno “ska popolare” nel ritornello,suggerendo come la vita-in fondo-si riduca ai soliti momenti che sono gli stessi per tutti,senza “uscire dal tracciato precostituito”…..Verità cantata “In faccia”,prendere o lasciare,ma non si può dire che non sia sincera!

Bellissima “Per te soltanto”,dagli arpeggi acustici chiaroscuri:una canzone ironica sulla vacuità della religione (e degli enormi danni che ha fatto nei secoli),con una sonorità velatamente malinconica.

Torna il reggae (riverberato da sottili striature dub psichedeliche),così come una certa meditazione nelle liriche su “Piedi stanchi”;”Il tuo cuore” è un mid-tempo rockeggiante che vede la partecipazione insolita del Piotta,e che sfoggia tutta una serie di nuovi interrogativi che difficilmente troveranno risposta (“credi solo alla famiglia o ti attacchi alla bottiglia? Credi ancora nella gente o forse non credi più a niente”),ma che suggeriscono una leggera inquietudine non celata.

Chiude il cerchio “Cenere alla cenere”:se l’inizio del disco parlava di nascita,questa canzone parla non a caso di morte,affacciandosi per l’ultima volta nell’ineluttabile ciclo dell’esistenza;bellissima la chitarra inconfondibile di Massimo Zamboni (Cccp,Csi,Pgr),bellezza nella bellezza con le sue particolari e lancinanti note.

Un ottimo disco,dunque,che aggiunge qualcosa alla storia di musicale di Cisco:conferma il suo eccellente songwriting,ma al tempo stesso ne svela alcuni lati inediti;la varietà del disco e degli ospiti fa il resto….sono 11  perle musicali e di saggezza poetica,con la schiettezza tipica di Mr.Bellotti…..

Un must,come direbbero all’estero:un album da avere,che lascerà un solco profondo nella vostra anima.

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