CORDE OBLIQUE”Per le strade ripetute (the stones of Naples records/Audioglobe)”
Ci sono dei dischi che ti conquistano subito,per la loro atmosfera particolare.
E’ quello che mi è successo stamattina,non appena ho inserito il cd delle Corde Oblique nel lettore;sono stato catapultato in un lavoro affascinante,dai sapori antichi,misteriosi,bellissimi…
Il nome Corde Oblique è essenzialmente un progetto legato alla figura del chitarrista Riccardo Prencipe,che ne è il leader/chitarrista e compositore;ma il nostro è coadiuvato in quest’avventura da una schiera di altrettanto validi musicisti(Alessio Sica-batteria,Umberto Lepore-basso,Edo Notarloberti-violino,violoncello,Manuela Albano-violoncello,Salvio VAssallo-batteria),tutta una serie di voci intriganti e splendide(Floriana Cangiano,Manuela Albano,Annalisa Madonna,Caterina Pontrandolfo,Lisa Starnini)e anche una bella stesa di ospiti.
La musica delle Corde Oblique è una sorta di progressive folk,completamente acustico,dagli aromi mediterranei:questo è il loro settimo lavoro,che arriva dopo innumerevoli (e prestigiosi) tour dappertutto,non solo in Italia,ma anche all’estero( e non solo,anche collaborazioni,partecipazioni in radio….un curriculum complesso e lunghissimo,di tutto rispetto).
Avrete quindi certo capito,che si tratta di un progetto e di un lavoro non da sottovalutare,ma da ascoltare con calma…..se gli concederete la vostra attenzione,questo lavoro vi ripagherà da subito;l’estrema cura e maestrìa dei musicisti coinvolti(ricordiamo che lo stesso Riccardo viene dal conservatorio di Napoli)è un must per tutti gli amanti del genere…..ma siamo sicuri che questo lavoro potrà piacere non solo agli estimatori di certe sonorità,ma in generale a tutti gli amanti della buona musica,quella non banale…..quella che è pura Arte con la A maiuscola,e ti emoziona,scavando nell’intimo e procurando brividi.
Detto questo,analizziamo questo lavoro nella sua interezza,dato che mantiene tutte le promesse di cui parlavamo poco fa(ricordiamo che le tracce hanno un “filo rosso”che le lega:quello di essere quasi tutte ispirate a luoghi diversi-ma con un comune denominatore-ed il fatto stesso costituisce una sorta di”mantra della memoria”).
“Averno”apre il disco,affidata alla voce di Floriana Cangiano:un brano evocativo,dall’alone malinconico e misterioso,che evoca le immagini del lago vulcanico campano,miscelate a ricordi personali(“un profumo,mio nonno che pesca,e il profilo di mio padre che insegna/cose semplici a me,che mi ostino a complicarle/sulle sponde abbellimenti di canne,in levare”);ed è bellissimo perdersi nel mood quasi ipnotico del brano,avvolgente e maestoso,in cui la chitarra classica ed il violino ricamano uno spleen”progressivo”.
Ispirata ai portici di Torre del greco,è “Il viaggio di Saramago”(stavolta è Caterina a cantare),un brano dal sapore antico e darkeggiante(proprio come si intendeva nei primi ’70),che non avrebbe sfigurato nel catalogo storico della Vertigo(o della Harvest) di un tempo;le liriche sono sempre molto contemplative e descrivono la magia di certi luoghi (“un busto,è il nostro santo controvento(:..)una famiglia poligama di gatti variopinti anima il cortile/e poi le vie con le poesie,come gli uomini non le fanno più”)se la si sa cogliere…..bellissimi e notturni gli intrecci chitarristici,di grande fascino ed eleganza.
La terza traccia(“My pure amethist”)è cantata in inglese da Annalisa e continua su sentieri umbratili eppure più distesi e rilassati,perfino ariosi(un malinconico violino si sposa alla perfezione con gli accordi riflessivi della chitarra,mentre la sezione ritmica è un soffio lieve e preciso,ma mai invadente);la quarta,invece,è esattamente ciò che il titolo anticipa(“in the temple of echo”),un breve brano strumentale,affidato alla sola chitarra acustica(in una parola:magica!),registrata nel Tempio di Mercurio,vicino a Napoli,con il riverbero naturale del luogo.
“Bambina d’oro”,col violino di Edo Nortalberti in primo piano,è una bellissima dedica d’amore,con un’atmosfera quasi da fiaba ,bellissima ed ancestrale,adornata da un testo estremamente poetico cantato da Floriana(“guardarti è una carezza agli occhi/ascoltarti è giocar con mio padre/non so se un giorno ci riincontreremo/ma ho voglia di raccontarti”);la struttura è soffice progressive,elaborato ma mai,assolutamente mai fine a sé stesso( ci sono cambi di tempo,ma sempre delicati e armoniosi,mai”forzati”)e contornata da alcune reminiscenze”remote”che donano quel tocco in più(complice anche la melodia,decisamente avvolgente e misteriosa;è uno dei marchi di fabbrica delle Corde oblique).
“Heraion”è dedicata al tempio di Hera a Paestum,e vede come ospiti Evi Stergiou e Spyros Giasafakis dei Daemonia Nymphe alle voci(quest’ultimo anche alle percussioni);ed è proprio la vocalità”evocativa”e scurissima che è il tratto distintivo del brano(tornano alla mente quelle parti oscure e misteriose-sopprattutto per quel concerne quelle femminili-che si trovavano in alcuni punti”criptici”dei vecchi dischi dark prog italiani dei seventies).
“Due melodie”è ispirata alla costa amalfitana,e si torna su sentieri più rilassati e anche più solari;è Lisa Starnini a cantare con ispirazione,tra le capacità”descrittive”tipiche delle Corde oblique,intrecciate a riminiscenze personali(“l’amica magica dorme sul mare,gioca coi sogni,lascia stare/mi ha appena detto che/la nostra costa si disperde come in un film nelle favole”)…ottima la melodia,ed un assolo di chitarra classica che vede Riccardo in grande forma;splendida traccia,complessa nei suoi cambi eppure estremamente godibile.
Subito dopo ci troviamo di fronte a due fascinosi strumentali:il primo è intitolato”Le fontane di Caserta”ed è un brano struggente,col un violino commovente e una chitarra morbida che duettano in armonia;il secondo è un pezzo di Clint Mansell,”Requiem for a dream”,più umbratile e meditabondo,affidato interamente alla scura-ma melodica-6 corde di Prencipe.
“Ali bianche”è l’ultimo pezzo cantato del disco,ed è un bellissimo viaggio poetico ispirato al dipinto”La processione durante l’eruzione del vesuvio”di Scipione Compagno;piena di cambi di tempo,è una traccia introspettiva,in cui l’attitudine darkeggiante ritorna nella prima parte,mentre la seconda è più melodica,ma sempre visceralmente originale ed emozionale,ed il sapore del Sud pare davvero di respirarlo a pieni polmoni….inutile dire che è una meraviglia,e che il tutto è impreziosito dalla voce di Floriana e dal violino di Edo(le percussioni,incisive,sono opera invece di Francesco Manna e Salvio Vassallo).
L’album si conclude con uno strumentale scuro e malinconico”Uroboro”,suonato e composto dal violinista Edo Nortaloberti,che dà sfoggio della sua indiscutibile abilità;ma non è finita qui,perchè c’è pure una ghost track con la chitarra unica protagonista,registrata(come”in the temple of echo”),nel tempio di mercurio,un brano che scava dentro gli intimi pensieri dell’Io,con meditabonda introspezione…..
In poche parole:questo disco è un capolavoro….e sono sicuro che molti di voi saranno d’accordo.
La definizione”masterpiece”non è affatto scritta a caso per questo cd,perchè sono sicuro che lascerà il segno nel tempo;per tutti gli amanti della vera musica e per chi vuol provare delle emozioni vere,questo è un viaggio imperdibile….complimenti a Riccardo per la sua tecnica sopraffina e per la sua grazia e personalità compositiva,ma anche a tutti gli altri ottimi musicisti coinvolti,che hanno impreziosito tutte le tracce dando un qualcosa di loro….
Adesso,correte per le strade ripetute in compagnia delle corde oblique…e lasciatevi emozionare ed incantare.