Si può unire tradizione e sperimentazione? Si può,si può…
E’ questa la prima idea che mi è balzata in testa ascoltando il disco d’esordio del duo Bottasso (Simone all’organetto e Niccolò al violino e alla tromba;due fratelli con un curriculum artistico ENORME!):sì,perchè su questo “Crescendo”,di idee ce ne sono molte,ed è come se i nostri partissero da un’idea di musica “totale” e “tradizionale” per approdare verso lidi insoliti e “non allineati”:difatti definire questa folk o world music,è semplicemente riduttivo…Il folk e le “radici” sono un punto di partenza,non di arrivo,in cui la musica è arte vera e pura,ricca di contaminazioni e brillante,con una propria luce.
Esemplare l’apertura “Cosa faresti se non avessi paura?”,con Gibson Silveira alle percussioni (il primo di una lunga serie di ospiti);partendo da una jig irlandese,il duo Bottasso si addentra su di un viaggio sonoro altamente evocativo ed introspettivo,dove si fondono varie culture musicali.
“Diatofonia n.7” vede organetto e violino rincorrersi e compenetrarsi:ispirata alla musica tradizionale della Scandinavia,come nella precedente,i due fratelli “balzano in là”,oltrepassando le etichette e i generi,donando emozioni e maestrìa a piene mani…….è quasi progressive senza essere rock,una sorta di fusion senza essere canonicamente jazz…..eppure c’è tutto di questo e tanto altro ancora nella musica del Duo Bottasso,pur senza richiamarlo esplicitamente….
“Reina” ha due nuovi ospiti,Elena Ledda alla voce e MAuro Palmas al liuto;è una canzone ispirata alla tradizione sarda,in cui il “lasciare” la propria casa viene visto come il primo mattone sul quale costruire l’avvenire (“Milli arrugas de pigai/pagu vida de lassai”-Mille strade da prendere/poca vita da lasciare”). Bellissimo brano,molto suggestivo,in cui oriente e occidente si fondono insieme in un florilegio di colori sonori.
“Monkerrima” è un’altra traccia che trascende le categorie:potrebbe essere jazz da camera,o classica contaminata con il folk? O forse è tutto questo e altro? Sta di fatto che il brano scivola via con raffinatezza e scorrevolezza,un vero piacere per le nostre orecchie ascoltare il “duetto melodico” tra organetto e violino.
“Bourrèe” è un mix di danze tradizionali francesi,rilette con personalità inedite dai nostri;”receita de samba” è una visione “brasiliana” vista dall’ottica del Duo Bottasso,e vede tornare Silveira alle percussioni (non è l’unico ospite però:partecipa anche Luca Curcio al contrabbasso).
“The rose of Ruby” è una mazurka “simbolica”:difatti,lo stesso Duo nella bio afferma che “è il primo brano che abbiamo suonato insieme,ormai più di dieci anni fa”.
LA title-track è opera di una vera e propria “crescendo orchestra”,formata oltre che dal Duo Bottasso,dai già noti Curcio e Silveira,anche da Umberto Fantini (violino),Maurizio Redegoso (viola),Manuel Zigante (violoncello),Christian Thoma (corno inglese),Jacopo Albini e Filippo Ansaldi (sax,rispettivamente tenore e alto) e Pietro Numico (tastiere)…..è una sorta di progressive non definibile,un inno al crossover “totale” tra musiche di etnìa e culture diverse (in cui il jazz si mescola a influenze world,psichedelia e quant’altro),una sorta di “Manifesto” del fare musica dei Bottasso.
“Magicicada” è il metaforico e misterioso-nonchè avvolgente e magico-brano finale,in cui un certo mood notturno si sposa al caldo tappeto sonoro dei nostri.
Un disco di sconvolgente bellezza innovativa,difficilmente classicabile come dicevo poco fa,ma proprio questo è il suo bello!
La bravura e l’immensa tecnica di questi ragazzi fanno il resto e fa sì che le tracce contenute in esso,continuino ad emozionare e a stupirci ascolto dopo ascolto…..