LE STRADE”promo 2013”
Le strade sono un nuovo gruppo alternative rock formato da:Alessandro Brancati(voce e compositore del gruppo),Davide Baldazzi(Chitarre),Gigi Fanini(basso),Alberto Soggiu(batteria/percussioni)e Daniele Lipparini(Synth e tastiere).
Il promo in questione è composto da 5 interessanti tracce che,con personalità,riscrivono il rock con una sensibilità totalmente nuova,differente,che solo in minima parte possiamo definire”indie”(e probabilmente ciò è spiegabile solo per l’attitudine,dato che siamo certi che questa definizione potrebbe,a ragione, disgustarli).
“In fuga verso il confine”apre il disco,tra grinta e attitudine tipicamente rock&roll,e cori che ci riportano ad atmosfere quasi glam-darkeggianti.
Il testo,nervosissimo e teso,potrebbe essere la trama per un moderno thriller dai risvolti poco speranzosi,data anche la sensazione di precarietà e di”fuga”descritta nel brano;allo stesso tempo,un brano che è uno spaccato sui duri giorni d’oggi,e quindi non affatto immaginario(“In fuga,in fuga/scappa più veloce se puoi/in fuga per te/abituati alle peggior cose/Prendi tuo figlio,non lo lasciare/e non pensare alle valigie che lì non te le fanno portare”).
Sensazioni di smarrimento e perdita di punti di riferimento,descritte con spietata lucidità(“e trovarsi davanti alla morte/ci hai mai pensato un milione di volte?/come potrebbe essere stato/un fucile alla testa puntato”), e allo stesso tempo una riflessione sulla vacuità di alcuni problemi,che quando arriva il”dunque”,e ci troviamo di fronte a vere problematiche senza via d’uscita,non sembrano così insormontabili rispetto all’ultima situazione capitata(e più grave);non male come pezzo d’apertura,con decisione e rabbia poetica(“prega,Dio,chicchessia/ma ora dov’è il tuo Messia?”).
“Aperti al moralismo”spinge ancora di più il dito sulla piaga,essendo una riuscita invettiva contro il falso moralismo e il bigottismo che imperano ai nostri giorni,con liriche affilate come lame(“SOno in una nazione dove non ci si può rilassare/dove ci si scandalizza di chi si parla di sesso/e non di chi va a puttane e si uccide chi ruba per il pane(…)sono in una nazione/dove non si sa distinguere tra chi ci crtica/e chi ci insulta/la gente si sente legittimata a sparare la propria sentenza”).
E le parole assestano dei colpi senza tregua a suon di rock&roll moderno,dall’attitudine”camaleontica”,tra tradizione rivisitata e pennellate decisamente”nuove”,come se Bowie fosse traghettato nel futuro,tra attitudine punk e pennellate poeticamente crude.
“Tell Him,you”punta su sonorità ancora più innovative,una sorta di hard rock riverniciato e rimodellato a nuovo in salsa darkeggiante,con perfino della lieve elettronica affidata ai synth che fa capolino qua e là(elemento mai sovrastante,ma presente”sottopelle”anche nella precedente traccia e in alcuni “momenti”dell’EP).
Il testo è molto personale, e mi riporta alla mente alcune teorie”mansoniane”(il cantante/artista americano,non il carcerato dall’omonimo cognome,beninteso!!!)……non a caso viene citata anche la massima”DO what thou wilt”di Crowleyana memoria,essendo il brano un’invettiva contro le ipocrisie delle religioni organizzate,ma al tempo stesso basato sul concetto personale di “divinità”,un’indagine sul “Dio”che si ha dentro di noi(“ma cosa significa capire sé stesso/scaltri cardinali di ogni secolo/hanno provato a darci un intermediario(…)/la mia non è religione,non è filosofia spiccia/se non mi capisci,non è un difetto di pronuncia/fai ciò che vuoi/ma solo capendoti/e svicola da questa fattoria d’insetti”).
Un brano molto complesso liricamente,e molto affascinante al tempo stesso,che presenta anche molteplici chiavi di lettura,se ascoltate attentamente,ma riassumibile nel concetto che ruota intorno alla libertà di scelta dell’individuo,di come vivere la propria vita e le proprie convinzioni.
“La mia ricerca della libertà”è una sorta di versione(o visione?) della psichedelia(la linea di basso e i reverse sembrano citare gli esperimenti lisergici dei fab four,ma virati in nero;ed è comunque solo un piccolo tassello del brano ),vista dall’ottica delle”Strade”(e “della strada”)che appare sì sempre melodica ma allo stesso tempo volutamente “distorta”,onirica e colorata di scuro:le liriche sono come sempre molto introspettive,personali ma importanti e significative,non c’è mai né una parola di troppo,nè una di meno,per chi ha orecchie per intendere,intelligenza e abbastanza cuore per capire(“non volevo usare cattiveria ma/ho fatto tanto male a chi lo meritava/forse è questa la causa/di questa mia sconfitta”).
Chiude il disco”Il prezzo”,ed è una ballata noir mid-tempo dalle avvolgenti tastiere e dalle taglienti chitarre;l’introspezione si fa più cupa e malinconica(“Chi mi diceva che sono un aborto venuto male/non sapeva che le lacrime possono rafforzare/Sto a pezzo,su,guardami negli occhi/ci sarà qualche comparsa più o meno importante/che mi convincerà che non sono niente/nasco solo e solo morirò(…)fino a scorticarmi la vita/fino a farmi penare che è finita/ma è tutto dentro la mia testa(..)sai che prezzo ha la mia identità?/il mio culo è come la mia faccia”).
Il prezzo di essere sé stessi,a qualunque costo,prendere o lasciare:indietro non si torna,e la verità a volte non paga e ferisce,ma almeno non si indossa una maschera,nonostante il dolore.
Le Strade dimostrano con questo EP di avere una spiccata personalità,e le cose non le mandano certo a dire;duri e spietati nelle liriche e nelle parti cantate,ma allo stesso tempo rimanendo sempre con una certa melodia scura di fondo,diretti eppure allo stesso tempo con una verve “diversa”,lievemente sperimentale(intesa come”melting pot”di generi e di rottura delle barriere musicali)…..questo ci spinge a seguire quest’interessante band,curiosi di cosa combineranno in futuro con un disco a più lunga durata…..
Piccola curiosità:credo che le interpretazioni personali e le simbologie ruolino un gioco importante nella poetica del gruppo,e ciò si riscontra anche nel loro logo. Magari è solo una mia supposizione,ma chissà…nel frattempo,comunque,ascoltatevi con attenzione Le Strade:di cose da dire ne hanno molte,statene certi…..e lo fanno con schiettezza,anche a costo di farvi male.
Siete avvertiti:ma una volta entrati dentro, non potrete più uscirne……