A cura di Francesco Lenzi

ELETTRONOIR “E che non se ne parli più” (autoproduzione)

Molto interessante la musica degli Elettronoir,band romana (formata da:Marco Pantosti-ogni sorta di tastiera e organo,voce e testi;Matteo Cavucci-basso; Davide Mastrullo e Nando Mattera-elettronica,campionamenti;Georgia Colloridi-voce) che con questo ” E che non se ne parli più”,arriva alla conclusione di una trilogia iniziata con “Dal fronte dei colpevoli”….

Sì,avete capito:questo album è un concept album dal sapore cinematografico,in cui ogni canzone svela il volto di un personaggio,racconta una storia,un tassello che va a formare un unicuum ed-in questo caso-la conclusione di una storia (denominata “è tutta colpa vostra”) che attraversava  i solchi dei due precedenti album targati Elettronoir.

Si tratta dunque di un disco complesso e affascinante,che va ascoltato tutto d’un fiato per essere compreso appieno:la storia si snoda tra il 9 dicembre 1977 e l’11 Luglio 1982,raccontando le vite di alcuni ragazzi che si intrecciano e si mescolano a varie  suggestioni letterarie (Celine,Izzo) e non solo.

Musicalmente,le influenze del gruppo pescano nella new wave e in certo dark,rivisitati però con sensibilità nuova;non mancano rimandi alla tradizione cantautorale,rivestiti da una certa attitudine “alternativa” moderna e al passo coi tempi.

Lungo i 18 brani del disco però c’è di tutto:dalla bellissima malinconia di “Rio” al rock scuro di “Lettere dal margine”,che intreccia critica sociale,introspezione e ricordi personali,con la bellissima voce di Georgia in evidenza,passando per degli strumentali avvolgenti,ariosi e sottilmente onirici (l’iniziale e moderna “Saturazione”,la notturna “Asfalto”,la rilassata e malinconica “Domenica mattina”).

Che ci siano rimandi alla situazione politica dell’epoca in cui si svolge la storia,è innegabile:a partire dalla riuscita copertina dal sapore “combat”,ma la cosa è evidente anche in un titolo come “Il Brigatista”,dalle avvolgenti spirali dark (ma anche un titolo come “Esultiamo con Pertini!” è altamente evocativo,anche se all’ascolto unisce campionamenti calcistici d’epoca,elettronica e tastiere malinconiche):tuttavia la band dà una personale interpretazione al tutto,e le stesse liriche sono sempre all’insegna dell’introspezione pura,e possono avere più di una chiave di lettura (come spiegato anche nella bio della band).

Le melodie del gruppo sono sempre molto intense ed evocative,in bilico tra pop rock raffinato,ma sempre con quel soffio di dark in evidenza che non guasta mai (e un titolo come “New wave” è inequivocabile,a proposito)….I migliori anni ’80 sembrano essere dunque un’influenza sicura nel sound della band,ma non un punto d’arrivo:ad esempio,in “La nostra stanza”,una raffinata trama oscura si sposa perfettamente a delicate rimembranze psichedeliche….e qua e là affiorano nel cd anche sentori progressive,non dichiarati o evidenti,ma “minimali”:sarà l’amore per le trame ” a tema unico”,saranno certe strutture di pianoforte,sta di fatto che il gruppo mescola e amalgama tutte queste influenze in un mix unico e riconoscibile,con una personalità inedita ed evidente.

Non mi sono volutamente dilungato “traccia per traccia”,perchè questo è un album che va ascoltato e assimilato in tutta tranquillità e che difficilmente è “spiegabile” in poche (o tante che siano) righe:tuttavia,mi sento di dire che è un disco caldamente consigliato a tutti gli amanti di certo rock d’autore e raffinato…..Anche perchè gli Elettronoir sono difficilmente etichettabili,e questa è la loro forza:la loro è musica intelligente,in cui le liriche hanno lo stesso peso della musica (anche quando i pezzi sono strumentali,spiegano molto con il sound e con la loro forza evocativa),ma c’è di più:è una band che meriterebbe sicuramente di più in termini di successo “monetario”,molto di più di altre formazioni più conosciute,proprio per il suo innato talento!

Qui,difatti,c’è estrema cura per il dettaglio,ogni secondo e respiro del disco non è certo affidato al caso:le suggestioni “da cinema” (talvolta adornate da loop-appunto-tratti da alcuni film,ma non solo ) fanno il resto,dando ulteriormente un input interessante all’ascoltatore.

Elettronoir:un nome che se vi è nuovo,dovete assolutamente approfondire…E per chi già conosce la band,una gradita conferma.

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