Fabrizio De André & PFM. Il film documentario “Concerto Ritrovato “ di Genova del tour storico 1978- 79 finalmente disponibile dal 22 maggio in versione audio. Imperdibile CD e doppio vinile.
Di Fabrizio Racis
Dopo il grande successo al cinema del “Concerto Ritrovato”, film documentariodiretto da Walter Veltroni proiettato per 3 giorni a febbraio in occasione degli 80 anni dalla nascita di Fabrizio De André, la Sony Music ha pubblicato la versione audio “Fabrizio De Andrè & Pfm . L’ uscita era prevista per il 17 aprile, ma a causa del lockdown per il corona virus è stata posticipata al 22 maggio. Il cofanetto è uscito in due versioni: CD con libretto, e doppio LP anche in versione colorato. Per la prima volta, il concerto del 3 gennaio 1979 al Padiglione C della Fiera di Genova si potrà ascoltare integralmente in altissima qualità grazie ad un meticoloso ed importante lavoro di restauro e masterizzazione a cura dei produttori Lorenzo Cazzaniga e Paolo Piccardo .
Si potrà rivivere in un unico concerto quell‘ irripetibile e storico sodalizio artistico tra uno dei più grandi artisti italiani di sempre e la progressive rock band italiana più conosciuta al mondo. Il concerto integrale di Genova riporta alla memoria le suggestioni di un’epoca di grandi trasformazioni sociali e fermenti ideologici, di tanta energia creativa che proprio nella musica trovò l’espressione più dirompente e innovativa. L’Italia di allora era avvolta nelle contestazioni del post Settantasette, negli Anni di Piombo: un inverno delicato, quel ’78-’79, in cui si compie questo tournon facile e mai dimenticato. I due volumi usciti nel 1979 furono le prime testimonianze discografiche e il primo tentativo di far coesistere due mondi musicali sulla carta molto distanti: il cantautorato di De André, musicalmente molto francesizzante, spesso scarno e con un atmosfera lugubre con il rock progressivo tecnico ma anche mediterraneo della Premiata Forneria Marconi, che durante gli anni ’70 era famosa negli Stati Uniti e in Giappone alla stessa stregua dei gruppi progressive rock inglesi come gli Yes , Genesis , Gentle Giant e King Crimson .Il cantautore fece molti concerti a metà degli anni Settanta, trascinato un po’ a forza da ammiratori e fan, ma senza particolare convinzione . Ad entrambe le parti era stato detto che sarebbe stata un’operazione azzardata e i PFM dovettero faticare per convincerlo a tuffarsi nell’ impresa ma, ” quello che era rischioso o improbabile, per Fabrizio alla fine andava bene” come racconta Dori Ghezzi nel film documentario.
La conoscenza fra Faber e la PFM risaliva alla fine del 1960 quando i Quelli, poi Premiata Forneria Marconi collaborarono al disco “ La Buona Novella”, per poi ritrovarsi dopo un concerto a Nuoro tra un bicchiere e l’ altro per buttare giù l’ idea.De André a quel tempi voleva chiudere con la musica, o almeno così confidava agli amici più stretti . Si era ritirato nella sua casa in Sardegna, a Tempio Pausania per dedicarsi all’ agricoltura e l’ allevamento. Diceva che aveva poca voglia di comporre, anche perché la quiete e la vita in Sardegna lo appagava e rendeva sereno e in sintonia con il suo modo di vivere e pensare del tempo. Lui era uno spirito solitario che non amava la celebrità ed era distante anni luce dai canoni imposti dalla società.
Chi riuscirà a convincere il cantautore fu il batterista Franz Di Cioccio che si deve proprio a lui lo storico tour del ‘ 78 79. Faber vinse la sua naturale diffidenza e il suo minimalismo per calarsi in un mondo musicale nuovo. Gli piacque anche l’idea che a quel tour sarebbe seguito un disco live, il che, per un paio d’ anni , lo avrebbe esonerato dal rimettersi a scrivere. Ne venne fuori un tour memorabile che prese il via il 21 dicembre del 1978 da Forlì e che poi proseguì per tutto il gennaio successivo. Con i musicisti che lui chiamava affettuosamente “la mia tribù”, De André superò ogni remora regalando al pubblico una serie di performance di grande intensità e brillantezza, riuscendo a trovare un magnifico equilibrio tra il suo stile e la formulaprogressive rock della Premiata Forneria Marconi.
Il lavoro di restauro e masterizzazione del live di Genova, è stato realizzato per mettere in evidenza la rara grandezza vocale di Fabrizio De André con il suo timbro particolare, espressivo ed interpretativo. Il concerto era stato registrato con tecnica multipista e l’ audio era monofonico quasi totalmente . Lorenzo Cazzaniga e Paolo Piccardo avevano nelle mani un diamante grezzo con le registrazioni di alcune canzoni che erano gracchianti e distorte, quasi inutilizzabili. Hanno così deciso di tentare un’impresa ardita e di separare ogni traccia, isolare ogni strumento e voce, ripulire e riportare alla luce la purezza dei suoni. Nella versione audio in vinile e cd audio sono presenti tre brani in più rispetto al film. Le immagini dell’esecuzione di “Maria nella bottega del falegname”, “Verranno a chiederti del nostro amore” e “Sally” erano inutilizzabili e quindi tagliate dalla pellicola. I brani, diciassette, sono gli stessi dei celebri dischi live del 1979 ( Vol. 1 e Vol.2 ) che uscirono all’epoca, ma in ordine diverso. Lecanzoni furono registrate dieci e tredici giorni dopo questa serata genovese in due concerti differenti . Quelli di Firenze e Bologna. Riascoltarlo oggi, ci sembra che le canzoni di De André, o almeno alcune di esse, siano sempre state così.
È il caso di “Il pescatore”, che trova la sua identità definitiva nell’arrangiamento festoso della band, con una memorabile violino di Lucio Fabbri, aggregatosi per l’occasione alla PFM.Così come la splendida introduzione progressive rock con i controtempi di “Bocca di rosa”, la melodia fantastica per “La canzone di Marinella”, il basso elettrico fretlessche si ascolta in “Giugno ’73” e l’ assolo fenomenale del chitarrista Franco Mussiddanell’ arrangiamento drammatico con splendidi intermezzi prog di “Amico fragile” che supera tecnica ed emozione o con “Un giudice”, uno dei brani migliori con il gran lavoro di Patrick Djivas al basso e la fisarmonica che quasi fa immaginare la figura del nano inquisitore. In altri brani vengono invece in evidenza i suoni mediterranei ed etnici che tanto cari sarebbero stati al De Andrè degli anni ’80: il ritmo coinvolgente con l’ andamento popolare e campagnolo di” Volta la Carta”, la veloce ballata in dialetto gallurese “Zirichiltaggia” che testimonia la forza e la cultura sarda che stava sempre più affascinando e coinvolgendo il cantautore in quel periodo.Nella bellissima “Andrea”, spiccano le influenze latine della chitarra di Mussida e dei sintetizzatori di Premoli . A oltre quarant’anni di distanza , questa tournée è ricordatasoprattutto perché diede una formidabile spinta verso il futuro per il cantautore. Mettendosi all’ ascolto del CD, ma soprattutto del doppio vinile , sembra evidente che per i tempi, gli straordinari arrangiamenti della PFM di Franco Mussidda e Frank Di Cioccio compongono un “vestito “fresco”, esemplare e perfetto realizzato su misura,su un corpo altrettanto perfetto che resistono al tempo per bellezza .Le sfumature, il canto, le parole e i quasi respiri di Faber si distendono e si accordano con le basi musicali costruite dalla band milanese. De Andrè infatti, ne farà un punto di riferimento per i tour a venire sino alla fine della sua immensa carriera e diede la spinta anche agli altri cantautori italiani a realizzare dischi riccamente arrangiati e avvalersi di ottimi musicisti di prim’ ordine nei loro concerti . Con questa riscoperta recente del “concerto ritrovato” di Genova, Fabrizio De André arriva direttamente per l’ ennesima volta nelle orecchie delle nuove generazioni che apprezzano sì l’aspetto musicale con la sua grandezza vocale, ma senza tralasciare la grande poesia che il cantautore fino ad allora aveva regalato a noi tutti.
Questa la tracklist del concerto: La canzone di Marinella; Andrea; Maria nella bottega del falegname; Il testamento di Tito; Presentazione band; Un giudice; Giugno ’73; La guerra di Piero; Amico fragile; Verranno a chiederti del nostro amore; Zirichiltaggia; Rimini; Via del campo; Avventura a Durango; Sally; Bocca di rosa; Volta la carta; Il pescatore.