FEDORA SAURA “LA via della salute” (Pulver & Asche records).

I Fedora Saura sono un gruppo molto particolare,di difficile collocazione musicale:e questo è fin dal primo ascolto uno dei loro punti di forza!

Si sono formati nel 2009 da un’idea di Marko Miladinovic (chitarra,voce) e Zeno Maspoli (batteria),al quale si sono poi aggiunti in seguito Giovanni Cantani al basso,il polistrumentista Marco Guglielmetti,Claudio Buchler (tastiere,pianoforte)e la cantante Sandra Ranisavijevic.

La musica dei Fedora Saura è per certi versi rivoluzionaria e ricca di riferimenti colti:”Peso/MOndo” che apre il disco già fa anticipare l’anticonvenzionalità di un disco e di una band molto particolare;le influenze sembrano guardare soprattutto al teatro canzone di Giorgio Gaber-almeno in questa prima traccia,complice anche il particolare timbro vocale che lo richiama in più d’un momento-rivisitato in chiave alternative rock/postpunk,con qualche dissonanza noise.

Non sfugge l’ironia ed ecco arrivare “In verità vi dico”,dal basso penetrante e accattivante: “Dov’è la verità/siamo tutti bugiardi/mai abbiamo smesso di mentire” recitano le liriche con ardore,ed il brano si ricollega musicalmente alla prima traccia,anche se in maniera più melodica (non mancano venature sperimentali qua e là,ma senza esagerare).

Echi di rivoluzione (ed introspezione al tempo stesso) su “Soma pneumatico”,che sembra svelare qualche ricordo dei CCCP,ma il tutto visto su un’ottica molto personale e con un’andatura curiosa e sghemba (ed un finale emozionale,dalle avvolgenti chitarre,ora quasi acide e psichedeliche,ora decisamente psicotiche);”La natura (l’uomo per primo)” è un brano che rivela ancora influenze teatrali con un ghigno beffardo sulle labbra (e non a caso il testo dice:”La natura/sogghignò o si vantò?”,soffermandosi su questo curioso interrogativo) ,mentre la musica riflette benissimo questo mood,presentando un’andatura notturna.

“Tenete buoni quei cani” è il brano più corto dell’album,ma non meno incisivo;traspare sempre il fare ironico presente in altri brani (“una centrale di polizia/e non di chiesa/così quando qualcuno chiama/risponde dio”),mentre l’ossatura musicale è schizofrenica e tesa,così come la voce (questo è un brano che farebbe gola a Capovilla,se con il Teatro avesse continuato il discorso degli One dimensional man! Giusto per rendere l’idea):la sezione ritmica è implacabile,mentre sax e chitarra si rincorrono in territori free.

C’è anche spazio per una suite di oltre 17 minuti (“Ex europa samba 1,2,3”),divisa in tre momenti distinti:la prima parte (“Herh/Thrh”) è nervosissima e tagliente,in cui la capacità “descrittiva “ del gruppo torna in evidenza (“e se ne va,bello ventenne,con la sigaretta in bocca(:..)o sciagurato,d’accendere non ho(…) e qualche d’un altro per strada ferma”).

La seconda parte (“ex europa samba”) è un samba dissonante e tortuoso,così come la terza è un tassello quasi cinematografico (“Bagattella”),adornata da un pianoforte che pare provenire dal passato (e la voce è sempre istrionica e narra racconti enigmatici).

“Continentale (artista visiva)” è un altro frammento vocalmente schizzato,dall’alta concentrazione teatrale e dalla musica fascinosa:e i fedora saura in questo finale si riconfermano come band che rifugge e sfugge qualsiasi genere.

Sì,perchè questa band è incredibilmente geniale:i loro brani sono dei racconti personali e misteriosi,narrati da uno spirito osservatore ed ironico,e la musica non è mai scontata,anzi,risulta efficace e sempre originale;nonostante ci siano alcune influenze “Tangibili”-come dicevo all’inizio-è anche vero che tutto è rimescolato in maniera totalmente nuova,facendo sì che il gruppo rimanga un caso unico nel panorama indipendente.

Interessanti davvero,e genialmente singolari.

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