GBU “Alibi”

Quella dei GBU è una storia condivisibile anche da altri gruppi italiani:si formano nel 2010,ma solo dopo un po’ trovano una soluzione “stabile” per quanto concerne la line-up (che oggi è formata da:Luca Iaconissi : voce e chitarra /Fabrizio Polonia : basso/ Andrea Marchi : batteria ).
Il genere proposto dal trio è un indie rock frizzante in grado di arrivare a più tipologie di pubblico:difatti-come dichiarato dalla stessa band-i nostri vogliono piacere non solo agli intenditori,ma anche ai semplici fruitori,o più semplicemente,anche a chi di solito non mastica rock “et similia”.

E devo dire che l’intento è riuscito:fin dalla prima traccia-”Problems”,dal sapore british e “vintage”-il gruppo dimostra di avere le carte in regola per essere apprezzato,data la loro innegabile capacità di mettere insieme canzoni accattivanti,dai ritornelli orecchiabilissimi ed impregnate di ardore giovanile.

Il disco prosegue con “Charlie”,dalle chiare influenze hard rock,un brano enorme e potente,che fa stare bene e che ci invita alla  festa rock del gruppo;”Blue” continua su sentieri prossimi al classic rock settantiano,e non sfigurerebbe in un ottimo road movie,data la sua andatura”americana” (in una parola:irresistibile!) ed anche “End of the road” continua un po’ su questo mood,anche se in maniera più lenta.

“Feeble flame” è una brevissimo strumentale dalle forme di una ballata malinconica e ombrosa;con “Cigarettes” torniamo su sentieri più accesi,ed è difatti un brano funkeggiante dal grande calore musicale.

“Circus” è un mix ardito tra ritmiche nuovamente funkeggianti,riff e segmenti hard rock e feeling indie,il tutto eseguito con la personalità della band ben in evidenza;”LAst will” ha un’andatura insolita,una sorta di samba-rock fascinoso molto,molto originale che rivela anche parti più aggressive e corpose (quasi punk) nel ritornello (le liriche si fanno ombrose,in quanto si parla di suicidio,ma sono convinto che c’è anche un bel po’ di ironia nel narrare il tutto).

“Sunflowers field” chiude l’album con la verve spumeggiante tipica della band e che contraddistingue altri episodi del disco:melodie accattivanti e ritmiche incessanti (ed una coda psichedelica) per un altro brano memorabile.

Che altro dire? SI tratta di un esordio molto interessante e che risulta molto fresco,estremamente godibile;i GBU tengono alta la bandiera del rock & roll con originalità e con un’attitudine grintosa e “nuova”,inedita,che faassolutamente la differenza.

gbu.-Alibi

Webzine