Il Bar del mondo è un album bellissimo, un Togni assolutamente inedito per chi è rimasto ai vecchi successi di qualche decennio fa.
Per chi conosce meglio questo cantautore, in tutti questi anni, sa che non è stato certo con le mani in mano, ma si è dedicato a tantissime attività musicali: abbiamo avuto il piacere di intervistarlo (trovate il video nel corso dell’articolo) e abbiamo avuto modo di approfondire alcuni punti della sua attività artistica.
Bene, io vi lascio il player sotto e commentiamo insieme, brano per brano.
L’arco e la freccia
E’ un brano cantautorale magico, dai brillanti inserti orchestrali, ma non mancano chitarre elettriche, cori ariosissimi e melodie ben compiute di ampio respiro.
I testi sono oro su un foglio.
La cosa più normale
Abbiamo un suono pulito, tutti gli strumenti hanno un ruolo preciso, ben definito, tutto fila più liscio che mai.
Non ci sono stranezze tecnologiche, come scopriremo nell’intervista: è un disco che si poteva suonare quarant’anni fa e lo si potrà suonare fra cento anni.
Chi sono io
E’ un brano molto intimo, introspettivo, già dalle prime note: archi, accordi di settima di grande atmosfera e una melodia che si sposta con agilità e varietà.
Ritorna la citazione del “Pierrot” della famosa “Luna”, piccole tracce del passato inserite con stile nelle liriche.
Bellissimo non solo l’assolo di chitarra elettrica, ma soprattutto quello di sassofono finale.
E mentre a Roma piove
Tantissime trovate in un solo brano: un flauto delicatissimo, battiti di mani soffusi e una chitarra acustica che è suonata proprio come se volesse imitare la pioggia.
Il tutto è ben miscelato con un’organizzazione degli elementi assolutamente non banale. Ogni tanto emergono elementi nuovi con grande discrezione: le fisarmoniche ad esempio.
Oh grande musica / Nel ’66 / Oh grande musica (Reprise)
In questo brano si percepisce che Gianni ha lavorato per anni nella produzione di colonne sonore, l’impostazione è questa, pur rimanendo nel pop / rock / cantautorale , ecc
Sono soprattutto le armonie, gli intrecci degli archi, i fiati, le ritmiche a svelare questo particolare, nonché anche la durata del brano: ben 6 minuti e 26.
Nel ritornello la voce prende corpo con un lievissimo “echo” e il brano decolla, visto anche l’accompagnamento di un coro che dà consistenza ed energia.
La comparsa
Un altro brano orchestrale che si preannuncia con una chitarra acustica semplicissima e un flauto in punta di piedi, un testo intenso e profondo, probabilmente molto autobiografico.
Abbiamo un 3/4 davvero espressivo dallo sviluppo armonico variegato, pieno di spunti originali e allo stesso tempo orecchiabile.
Tazza di thé
Arrangiamento molto semplice in gran parte solo chitarra, poi si unisce una fisarmonica molto languida.
Davvero emozionale come un freddo pomeriggio d’inverno.
Il giocatore
Ritorna il Togni dai testi surreali, il poeta che gioca a dadi con le parole.
Si alterna un rock molto semplice dal ritmo sostenuto a incantevoli sezioni di archi, davvero da film.
Hey vita
Forse uno dei brani più “easy” del disco, rimane nel cantautorato molto classico senza eccessive sperimentazioni.
Il testo rimane sempre ben levigato, non fa una piega.
Invisibili ma eroi
Si chiude in bellezza con questa ballata che ha atmosfere da musical, si trasuda teatro, riflessione intellettuale.