GLASS COSMOS “Disguise of the species” (autoprodotto)

La scena rock di Bergamo si conferma come sempre carica di novità e di gruppi validi;ed è così anche per i Glass Cosmos,una band che si è formata nel 2011 dall’unione di alcuni musicisti provenienti inizialmente da altre realtà musicali.

Il sound dei Glass Cosmos è in bilico tra alternative rock,riminiscenze new wave e post punk,il tutto condito con sgargiante personalità;questo è evidente fin da “Milestones”,che incrocia riff corposi,ritmiche hard e melodie darkeggianti con fare originale e catartico.

L’intensità emotiva continua su”Libreville”,con delle melodie quasi struggenti che si sposano alle chitarre graffianti;”last night I killed godot” profuma di un certo flavour new wave,ma sempre con l’inedita personalità del quartetto (Bellissimo il riff chitarristico,che t’incanta e ti rapisce da subito).

La musica dei Glass Cosmos si basa quasi sempre su originali chiaroscuri;ulteriore conferma è l’accattivante “Shines in its own light”,con un meraviglioso cantato che emoziona,sempre in bilico tra momenti luminosi e segmenti più umbratili;”It won’t be long till dawn” ha dei bei chitarroni quasi heavy,uniti ad un cantato malinconico….

“New shores” è un brano ancora più melodico,ma di fatto non meno potente;”The Bilderberg club” è uno strumentale introspettivo,eppure non si rinuncia mai ad una certa corposità nel sound:una vera e propria voglia di metal avvolge invece l’incedere di “Redemption is a pathway to nihilish”.

“O tempora o mores” svela influenze grunge/alternative,sapientemente mescolate ad un feeling “ottantiano”;più aggressiva come impatto “ A slim pixie,thin and forlorn”,ma sempre con una bella melodia in evidenza.

Chiude il disco la malinconica ed evocativa “Chrono”.

Riassumendo,un ottimo album per una band valida,dalla personalità ben evidente,che sa unire melodia e rock non banale in una musica ricca di sfumature e di tasselli diversi,perfettamente incasellati tra di loro.

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