a cura di Francesco Lenzi
KING SUFFY GENERATOR “The fifth state” (I dischi del Minollo)
I King Suffy Generator sono un quartetto strumentale che arriva oggi al terzo lavoro a lunga durata (quarto se si conta anche il primo EP del 2007),questo “The Fifth state”,un album liberamente ispirato alle opere del pittore/scultore Giorgio Da Valeggia.
La musica dei KSG è un post rock strumentale di grande fascino, dalle tinte psichedeliche e velatamente progessive e dai tratti talvolta sognanti ed onirici;andiamo a scoprirla insieme!
Il disco in questione si apre con “Deralled dreams”,un brano altamente visionario introdotto da tenui battiti electro;man mano che il brano si evolve,però,svela la sua anima introspettiva,con chitarre ora luminose e riverberate,ora più ombrose e spigolose,che fanno da contraltare ad una sezione ritmica tesa e precisissima,tra riminiscenze progressive e segmenti “alternativi”.
“Short term vision” è ancora più onirica e psichedelica,avvolta da delicati arpeggi chitarristici e solcata da un lieve synth;la seconda parte presenta un cambio di tempo,ma nonostante tutto si velocizzi,l’atmosfera rimane sempre sognante e caleidoscopica.
“Rough souls” è un breve segmento dark affidato al synth,che lascia subito spazio a “Relieve the burden”,un brano potente e corposo,tra alternative e math rock,in cui gli incastri ritmici si fanno possenti ed intersecati tra di loro in maniera perfetta (e le chitarre taglienti come lame).
“We used to talk about emancipation” è un brano ancora più meditativo:dopo un intro vagamente dissonante,l’atmosfera diventa ariosa e visionaria,in cui le chitarre sono sempre al centro dell’attenzione,così come la precisione millimetrica della sezione ritmica.
Il finale è affidato a “Tomorrow shall we see”,un pezzo cadenzatissimo e umbratile,tra psichedelia introspettiva,umori stoner e parti più rilassate e pacate dal sapore ambient/progressive ;ed il gioco delle dinamiche,sospese sempre tra “piano “ e “forte”,è sempre ottimamente riuscito,e qui trova il suo compimento ideale.
Davvero un bel lavoro,che fatico a togliere dallo stereo per la sua bellezza onirica:difatti una volta ascoltato,non si può fare a meno di ricominciare da capo,per coglierne ancora una volta l’essenza e tutte le più piccole sfumature.
Perchè i King Suffy Generator non lasciano niente al caso e sono degli ottimi musicisti e compositori:come un pittore dissemina di particolari il quadro,loro fanno lo stesso con la loro tela musicale,arricchendo lo sfondo di tanti tasselli che vanno a formare il caleidoscopico sound variegato del gruppo.
Da avere,assolutamente.
PS:Ah,quasi dimenticavo….mi preme segnalarvi la line-up della band,che è così composta:
Dario Bandini (chitarra,synth),Daniele Tori(chitarra),Francesco Pagano (basso) e Alberto Grossetti (batteria).