A cura di Francesco Lenzi

SONARS “Jack Rust and the dragonfly “(Ep,Dilruba records)

I Sonars sono una band che rinverdisce i fasti della psichedelia,con un tocco inedito ed elegante.

Sono nati recentemente (proprio anno scorso!),ma hanno bruciato le tappe:difatti il loro “Jack Rust and the dragonfly” è un ottimo Ep che esce proprio in questi giorni,ed è un lavoro estremamente raffinato e maturo.

Il lavoro dei Sonars (che,lo ricordiamo,sono composti da:Frederick Paysden-principale compositore del gruppo-ex Plastic Made Sofa,David Paysden e Serena Oldrati) è un concept ep su di un astronauta-Jack Rust-di cui si perdono le tracce durante una spedizione negli anni ’40….E la band traduce perfettamente in musica questa sensazione di straniamento che suggerisce la trama.

“Desert moon” apre il disco ed è subito psichedelia:introdotta e solcata da messaggi radio “spaziali”,è un trip scintillante ed onirico,dotato di una bellissima melodia sognante (e pare di essere catapultati a Londra nel 1967 come atmosfera…almeno inizialmente;anche perchè dopo dei beat ritmici più moderni,riportano il brano nell’attualità…anche se per pochi secondi!).

“Dragonfly IV” nella storia dei nostri è il nome della navicella guidata da Jack:musicalmente si continua su coordinate psych,con un pizzico “Beatlesiano” in più nella voce (le strofe potrebbero piacere a John Lennon!) e qualche spezia “Floydiana”;naturalmente la personalità dei nostri è inconfondibile e in evidenza,tra delicato spleen e morbida attitudine “da viaggio”.

“Flowers in love” è un brano interessAnte e cangiante in cui nell’introduzione tornano melodie sognanti,in un’atmosfera caleidoscopica;poi il brano si evolve in un beat psichedelico per ripiombare subito dopo in luoghi surreali e stranianti:forse il mio brano preferito del disco,anche se la scelta è dura,data l’estrema qualità di tutto il disco!

“Dilruba” è l’ombroso strumentale finale,adornato da una superba chitarra orientaleggiante (il brano non sfigurerebbe nella colonna sonora di “Wonderwall” come mood!).

Un ottimo Ep che dimostra come ci sia ancora vita nella psichedelia,e come la si possa interpretare con un “sentore” originale e perfino attuale,senza dimenticarne le radici;i Sonars,poi,suonano e compongono in maniera eccellente.

Un disco di valore,dunque,che farà la gioia di tutti quelli che-come me-amano i “colori” in musica e le atmosfere oniriche:consigliatissimo,non perdetelo!

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