Già dalle prime battute di “Risposte”, singolo e prima track dell’ep, si può percepire la natura di questo disco d’esordio dei Solo, band tranese dal sound brillante.
Potenzialmente ha tutte le carte per salire musicalmente nel grande universo del mainstream della musica italiana con l’ambizione di affacciarsi alla scena internazionale, come molti nostri noti connazionali.
Anche “Se tu non sei” ha l’energia delle grandi hit di gruppi come potrebbero essere i Negramaro o Subsonica.
Tuttavia avverto personalmente influenze più “indie” e “particolari” che strizzano l’occhio a gruppi come i “La sintesi”, “Grandi animali marini”, “Il nucleo”; un pop-rock energico, ma tutto sommato “leggero” e limpido con rarissime contaminazioni elettroniche.
Il disco scorre all’insegna della spensieratezza mescolando atmosfere “sospese” a ritmiche abbastanza serrate, ma senza esagerare…il tutto ha un sapore squisitamente metropolitano.
Con “Il mio modo disordinato di crescere” si ha una ballata che dà una svolta più intimistica al disco con predominanza di chitarre acustiche e tappeti di tastiere quasi ambient, le ritmiche di batteria acustica sono quanto di più classico, una soluzione che si sposa perfettamente con un testo leggero e riflessivo allo stesso tempo. La grande energia dell’arrangiamento riprende nella parte finale del brano, quasi “alla Placebo”.
Dopo questa parentesi estremamente soft, si prosegue con una certa energia, è la volta di “Non crollo” dove l’elettronica è più presente che negli altri brani, riferimenti vaghi a gruppi come i “Soerba” e sonorità che oscillano tra gli anni Ottanta – Novanta.
Con Endy si ha una citazione interessante (suppongo voluta) nella ritmica e nel cantato, soprattutto nell’incipit al brano “Underworld Born Slippy” del 1996, celebre soundrack tratta dal film “Trainspotting”, il brano si evolve con una ritmica elettronica ancora più spinta rispetto a tutti gli altri brani dal gusto quasi techno, l’arrangiamento non dispiace affatto e neanche la scelta del cantato in inglese.
Guarda caso questo anno, il 1996 si ritrova già nel brano “96” (terza track del disco), “nell’estate del 96”, “compravo i miei cd”, “le custodie di plastica”, “passavo tutti i giorni ad ascoltare la mia musica”.
Momenti che abbiamo passato tutti e rientrano perfettamente nell’immaginario comune della generazione di classe 80.
“Indrid Cold” è uscito il 26 maggio di quest’anno per Blen Studio di Milano e prodotto da Francesco Adessi, un lavoro complessivamente dalle tinte estive, tra il nostalgico e l’energico, che sicuramente presenterà delle interessanti evoluzioni nei prossimi lavori.