INTERSTATIC “Arise” (Rare Noise records)

Torniamo ad occuparci insieme delle uscite della Rare Noise records,l’importante label sempre attenta al jazz non allineato (e mescolato con altri generi,all’insegna della frantumazione delle barriere) che questo mese ci delizia con due nuovi album.

Oggi vi parlerò del disco degli Interstatic,un trio formato da Roy Powell (organo),Yacob Young (chitarra) e Jarle Vespestad (batteria):questo “Arise” è un disco davvero notevole,che mescola blues,rock e jazz con fare personale.

“Doozy Mugwump blues” è subito un gran bell’inizio,all’insegna del rock-blues più viscerale e ricco di rarefazioni psichedeliche,non esente però da passaggi jazzati (con la sublime chitarra di Young in evidenza,che mescola suggestioni fusion a bellissime divagazioni acide,adornate da un liquido wha wha).

“Caerbannog” è una sorta di progressive fusion insolita ed inedita,dai risvolti inconsueti,con un geniale dialogo tra Powell e Young,su cui s’innestano i complessi cambi ritmici di Vespestad;”Alpha dog” è il brano che forse si avvicina di più al jazz “consuetamente detto”,anche se suonato sempre con grande personalità e spessore (e con qualche puntata nell’improvvisazione libera,ma sempre “di classe”,sempre molto elegante e raffinata).

“Iwato” è un segmento umbratile,che sa di “vintage” (l’atmosfera rimanda al 1969 o giù di lì,immaginate un’outtake inedita tra Santana,i Procol Harum e gli Argent e avrete una vaghissima idea del risultato);e la passione per un certo modo di fare e “sentire” musica è evidente anche su “Frank’ll fix it”,una sentita dedica a Frank Zappa (musicalmente è un funk-blues molto solare e accattivante,che presenta comunque momenti inaspettati).

“In the beginning” è una traccia cadenzatissima,che alterna momenti quasi hard ad altri decisamente ariosi;ma verso il finale c’è tempo anche per un lungo assolo di organo,coadiuvato dalla batteria,prima di rientrare nelle cadenze psichedeliche dell’introduzione.

“Alexa” è un bel mix tra psichedelia,jazz e progressive (alcune parti chitarristiche ricordano l’amato genio di Baltimora,e non è certamente un caso);”Wonderfall” è la cavalcata finale,che coniuga melodie psichedeliche a perfetti incastri ritmici,prima della ripresa di “doozy”,che chiude in maniera circolare il disco….Ma la versione “finale” è decisamente diversa dall’iniziale,in quanto ne vengono accentuati i lati umbratili e perfino psichedelici.

Bellissimo disco,all’insegna della fantasia e della creatività musicale,suonato e composto da musicisti fantastici,davvero superlativi! Compratelo!

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