1) Come si è formata la vostra band? Quale è il significato del nome Cherries on a Swing Set? Ci parlate della vostra formazione musicale e dei vostri principali ascolti?
Ciao a tutti!! La nostra band è nata nel 2009, come un esperimento: Stefano, il nostro direttore artistico, voleva sperimentare con la coralità, l’utilizzo delle sole voci e la polifonia. Così ha pensato di radunare dei ragazzi, con la comune passione per la musica e di farne un gruppo vocale. Ci sono volute moltissime ore di prove e diversi cambi di formazione per arrivare a quello che siamo oggi. Il nostro nome nasce per gioco. Durante un esercizio di improvvisazione è saltata fuori l’immagine delle ciliegie che dondolavano su un’altalena. La cosa ci ha fatto talmente divertire che abbiamo deciso inseguito di “inglesizzare” l’immagine e farne il nostro nome. Per quanto riguarda la musica che ci piace, possiamo tranquillamente dire che… non conosce limiti! Ognuno di noi porta con sé il proprio bagaglio di gusti e preferenze, ma amiamo moltissimi generi: dall’opera alle canzoni degli anni ’50, dal pop più scoppiettante al rock melodico, dal gospel al folk.
2) In passato abbiamo pubblicato “L’equilibrista” e adesso avete dato vita a “The Hunting”. Quali sono le differenze tra queste due canzoni?
The Hunting è nata ancor prima dell’Equilibrista. Stefano, che è il compositore e l’arrangiatore del gruppo, verso la fine dell’estate 2016 si è seduto al piano e quasi di getto ha composto quella che fondamentalmente è rimasta la musica del brano. La sera stessa ha fatto ascoltare la melodia a Daniele che con altrettanta facilità ha buttato giù il testo. In inglese, perché la musica gli ispirava i suoni di quella particolare lingua. Questo brano parla dell’universalità dell’Amore, che viene rappresentato come una sorta di gioco, di una giostra antica, anzi… una caccia. C’è così un cacciatore dal quale si fugge, inconsapevoli del fatto che le sue non sono armi di morte, ma frecce che danno la vita, proiettili da cui si rinasce (“a bullet gave me life”)… Ognuno di noi in fondo cerca di sfuggire all’amore per paura di restarne intrappolato. Ma non ci si può sottrarre per sempre al “the hunting game” e prima o poi, per quanto si tenti di sfuggire, ci si deve arrendere a questo gioco, che cambierà per sempre (in meglio) la nostra vita (“As far as you can run you’ll join the hunting game”). L’Equilibrista, invece, è nata dalle penne di tutti e cinque come testo, mentre la musica e l’arrangiamento sono sempre firmate da Stefano. Con questo brano volevamo “metterci a nudo”, raccontare la nostra esperienza di artisti, fatta di paure, ansie, ma anche di emozioni e gioie infinite. Volevamo trasmettere la sensazione di fiato sospeso che accompagna l’acrobata quando cammina sul filo, paragonandola al sospiro che prendiamo prima di emettere una nota sul palco. L’Equilibrista quindi racconta di noi ma anche di tanti altri artisti che ogni giorno si incamminano su questa meravigliosa strada che è lo spettacolo, fatta di buche e svolte improvvise, ma illuminata da una luce meravigliosa!
3) Con “The Hunting” raccontate una sorta di favola di stampo medievale per parlare dell’amore. Quanto il mondo ha bisogno dell’amore, un mondo nel quale si torna a parlare di guerre nucleari, di nazionalismo, di protezionismo, un mondo nel quale sono in ascesa i partiti di destra estrema?
Il mondo ha un bisogno estremo d’amore. E non solo amore romantico, amore fra coniugi o fidanzati: è proprio l’amore universale, quello fra gli esseri umani e la propria terra, che dovrebbe placare questo odio sempre crescente. La musica per noi, e questa canzone in particolare, è un rifugio e insieme un grido di speranza, che, nel nostro piccolo, speriamo possa portare amore a chi vorrà ascoltarla.
3) Quali sono i vostri punti forza? Quali sono le vostre peculiarità che possono attrarre un eventuale nuovo ascoltatore?
Cerchiamo di essere semplicemente noi stessi. Proponiamo al pubblico quello che ci piace e soprattutto quello in cui noi crediamo fermamente. Così come nel look, nel modo di presentarci sul palco, nel taglio che diamo ai nostri spettacoli, ai nostri video. Non ci preoccupiamo di piacere, ma innanzitutto vogliamo riconoscerci in quello che facciamo, che siamo. Crediamo che il pubblico oggi più che mai abbia bisogno di riavvicinarsi alle cose vere, più che ai prodotti studiati unicamente per il commercio. Noi proviamo ad esserlo e questo è il nostro punto di forza.
4)Quanto è importante emozionare il proprio pubblico?
Fondamentale! Assistere ad un concerto, di qualunque tipo esso sia, vuol dire aspettarsi l’emozione. Che sia gioia, malinconia, entusiasmo, tristezza, euforia, tutti noi, da spettatori, vogliamo che l’interprete ci emozioni. Partendo da questo presupposto, ovvero che siamo cantanti, ma prima ancora spettatori, cerchiamo di dare sempre il meglio di noi sul palco, lasciando che sia la musica a fonderci in un abbraccio con il nostro pubblico.
5)Prossimamente uscirà il vostro primo album. Qualche anticipazione a riguardo?
Per noi è un grande traguardo e una realizzazione. Un album interamente auto-prodotto. Da un lato è stato un bello sforzo, soprattutto economico, ma dall’altro abbiamo avuto tutta la libertà di fare quello che veramente desideravamo, a partire dalla scelta dei brani. Oltre a The Hunting e L’Equilibrista, i due inediti, faranno parte del disco alcune cover interessanti, arrangiate rigorosamente nel nostro stile. Alcuni brani sono hit più o meno del momento, come Other People di LP, che nell’ultimo anno ha portato la cantante statunitense ad un grande successo in tutto il mondo, o ancora la struggente Stay with me, di Sam Smith. Ma ci saranno anche dei classici della musica italiana ed internazionale, come Pensiero Stupendo di Patty Pravo, Eye of the tiger dei Survivor o Rien de Rien di Edith Piaf.
6)Quali sono le vostre ambizioni come band? Cosa intravedete nella “sfera magica” che mostra il vostro futuro?
I Cherries on a swing set sono una realtà che esiste dal 2009 e va avanti di anno in anno con grande entusiasmo. Abbiamo una bellissima attività concertistica in tutta Italia e abbiamo avuto l’onore di rappresentarci in contesti spesso molto prestigiosi. Se diventare grandi vuol dire “diventare famosi”, allora ne possiamo fare anche a meno. La fama è un “incidente” di percorso che il pubblico mediocre ha equivocato per una discriminante di credibilità. Se diventare grandi vuol dire fare questo mestiere con professionalità e dignità già lo siamo, allora e desideriamo andare avanti con questa spinta e con questo entusiasmo, sempre di più!!!
7)Ho letto che i “Cherries on a swing set amano valorizzare le bellezze del proprio territorio”. Quanto è importante proteggere il patrimonio naturale ed artistico in Italia, un paese dove il degrado e l’incuria spesso colpiscono questo patrimonio?
Per noi è molto importante rendere omaggio alle nostre radici. In quasi tutti i nostri video si possono ammirare bellezze storiche o paesaggistiche della nostra bella Umbria. Nel nostro caso non abbiamo fatto fatica, è stato molto naturale decidere di includere delle meraviglie “di casa” nei nostri prodotti artistici. L’Italia è piena di posti straordinari, di siti intrisi di una bellezza unica e struggente, e proteggere questi luoghi dovrebbe essere una priorità per tutti. Nel caso di noi artisti, quello che possiamo e dovremmo fare è mostrare al pubblico bellezze che magari non conoscono, facendogliele magari riscoprire.
8)Per concludere la nostra chiacchierata indicate ai nostri lettori dove possono trovare info su di voi e la vostra musica….
Potete seguirci sui maggiori social network, a partire da Facebook (https://it-it.facebook.com/Cherries-on-a-Swing-Set-124637897555166/) , dove siamo molto attivi, su Youtube (https://www.youtube.com/user/CherriesonaSwingSet), per non perdere nessuno dei nostri video e su Instagram (https://www.instagram.com/cherries_vocal/) e Twitter (https://twitter.com/cherriesvocal).