A cura di Mario Mutti
1-Di cosa parlano i testi?
Non canto così tanto su questo disco però in generale posso dirti che quelle poche frasi che
dico hanno una visione comune, cioè fondamentalmente il disgusto che proviamo nel vivere i
tempi che stiamo vivendo. Ci sono tuta una serie di soggetti che si prodigano nel farci percepire
la realtà come loro vogliono che la percepiamo, intendo soprattutto il sistema mediatico unito
alla propaganda politica. I testi sono ispirati dallo stress di vedere il mondo nella sua forma reale
e vivere allo stesso tempo nel mondo virtuale creato da organi di potere ed opinion leader.
Decisamente fastidioso.
2-Come nasce un vostro brano?
L’elettronica in generale è una musica che viene prodotta in studio piuttosto che creata
jammando assieme in una sala prove, anche se non lo escludo a priori. Per quanto riguarda noi,
il nostro processo di scrittura si basa piuttosto sullo scambio di demo che ognuno produce per
conto suo. In fin dei conti ho sempre considerato la creazione di una buona idea musicale come
un fatto provato piuttosto che una cosa collegiale. Ad ogni modo, quando ognuno ha raccolto
degli spunti musicali, ci troviamo assieme e ascoltiamo assieme ognuno il materiale dell’altro e
si decide assieme quali sono le idee che possono diventare una canzone finita. Solo da quel
momento cominciamo a lavorare effettivamente assieme finalizzando il materiale lavorando
sugli arrangiamenti definitivi.
3-Quali sono gli ascolti preferiti dei B.L.A.?
Tutto…scherzi a parte sono abbastanza onnivoro di musica, certamente ho le mie preferenze,
però lo spettro è ampio. Mi gasa un casino tutta la merda trap che sta uscendo ultimamente, poi
il rap, post punk, pop..un sacco di roba, sono sempre aperto a nuove sonorità, non mi faccio
mancare nulla.
4-Portate anche dal vivo la vostra musica? Quali locali sono i più adatti?
Certo, siamo attivi per quanto riguarda i live. Riguardo alla situazioni dove suonare, io col tempo
ho cominciato ad apprezzare quelle situazioni, magari molto piccole tipo piccoli circoli, dove
però il pubblico è molto attento all’arte ed in generale alla musica live, dove la gente va
effettivamente ad ascoltare un live. Ovviamente nella mia esperienza musicale ho avuto modo
di suonare in palchi grossi, non è che mi faccia schifo, suonare con un impianto che spinge,
super luci e quant’altro, ma in questa fase come band siamo in cerca di arrivare alla gente, e
certi posti richiamano un pubblico più interessato rispetto ad altri.
5-Dal vivo riuscite a riprodurre tutto in tre o vi avvalete di musicisti aggiuntivi?
In tre riusciamo a fare tutto, anche se personalmente devo rimanere molto concentrato perché
ho molte cose da ricordare. Gestisco l’elettronica, suono il piano quando serve, canto, suono la
chitarra. Le prime prove per me erano un disastro non tanto per il fatto di ricordarmi le parti da
suonare, ma piuttosto sul fatto di ricordare cosa devo fare in un determinato momento. Ad ogni
modo in tre facciamo tutto anche se stiamo valutando l’uso di un batterista in situazioni dove il
palco e l’impianto possano farlo rendere.
6-Com’è stato accolto il vostro lavoro, sia in Italia che all’estero?
Per fare un bilancio generale è un po’ presto, ti posso dire che fino adesso sembra che il disco
sia stato molto apprezzato, abbiamo anche avuto richieste per fare dei remix, e la cosa ci fa
molto piacere. La cosa curiosa è che stiamo ricevendo anche dei feedback riguardo le scelte di
produzione e il mix, anche critici eh..però la cosa è interessante vuol dire che la gente sta
ascoltando il materiale con una certa attenzione e prende il nostro progetto a cuore
consigliandoci su come possiamo migliorare. Per quanto riguarda l’estero ho già preso dei
contatti per suonare fuori confine, vediamo se in autunno riusciamo a concretizzare, quindi
avremmo occasione di testare il nostro materiale.
7-Che differenza c’è tra il nuovo “Post utopia soundscapes” e l’album precedente?
Beh innanzitutto il metodo di scrittura. L’album predente è stato scritto come un normale album
scritto da una band, cioè facendo delle jam in sala prove tutti quanti assieme. Questo disco è
stato prodotto davanti ad un computer e registrando in un secondo memento gli strumenti di cui
le canzoni necessitavano. Si tratta di un approccio completamente differente, più impegnativo
sotto certi aspetti, perché devi crearti i suoni delle canzoni da zero, ma per altri aspetti è
decisamente gratificante per il senso di libertà che hai nel poter sperimentare diverse sonorità.
E non a caso questo disco è decisamente più elettronico del precedente, volevamo che
suonasse in quel modo e sentiamo che con la nostra musica abbiamo ancora molto da
esplorare.
8-Che strumentazione usate?
Noi siamo un progetto molto basato su Ableton e fondamentalmente dal vivo suoniamo con
Ableton. Ovviamente abbiamo dispositivi hardware per poter controllare la sessione ed
effettivamente suonare. Io uso periferiche Novation, fra cui il noto Launchpad (gli addetti al
settore lo conoscono bene) e tastiera M-Audio. Slug usa l’Akai APC40. Per quanto riguarda le
chitarre, usiamo le nostre pedal board ed entriamo direttamente in impianto senza usare
amplificatori. Usiamo distorsori Black Star, Ibanez Tube screamer, Boss, effetti Tc-Electronics,
compressori MXR e roba cinese tipo i pedali Mooer.
9- Progetti a breve?
Cerchiamo di promuovere il disco al meglio che possiamo, ovviamente suonando live e quindi al
momento i nostri sforzi sono rivolti a trovare le migliori situazioni per poter presentare la nostra
musica. Al momento stiamo lavorando per migliorare il nostro show, inserendo tracce di
elettronica tirate fuori dai nostri hard disk per rendere più dinamico il concerto e fare muovere il
culo alla gente. Stiamo già scrivendo musica nuova, non escludo che durante l’anno escano dei
singoli.
10-Dove è possibile trovare il vostro album?
Il nostro album è caricato su Bandcamp dove si può scaricare ad un prezzo irrisorio. La copia
fisica la vendiamo solamente ai concerti, però se proprio uno ci tiene ad averla basti che ci
contatti.