a cura di FRANCESCO LENZI

I ragazzi degli “Yugo In Incognito” che abbiamo recensito ieri,ci hanno gentilmente concesso un’intervista via web.

Eccola!

1/Salve ragazzi!

La prima domanda è probabilmente banalissima,ma i lettori di Audiofollia vogliono conoscervi.

Come si è formata la band?

 

 

Storia lunga! La band si è formata nel 2000; con il nome Orezero. Nessuno sapeva suonare nulla ma ci si divertiva ugualmente a stare insieme e a scrivere stupidaggini- poi abbiamo vinto un concorsino per band emergenti (nessuno sa ancora perchè) e abbiamo avuto la possibilità di registrare 4 brani; con quel dischetto abbiamo provare a suonare un po’ in giro, e qualcuno, ovviamente sbagliando, ci offrì qualche serata in giro per Roma. Da lì ai concerti negli stadi il passo è stato breve. Ora però il non poter girare tranquillamente per la città un po’ ci manca; amiamo i nostri fan, ma la vita “normale” è ormai un miraggio.

Scherzi a parte, è cominciata per divertimento, ed è per lo stesso motivo che va avanti; ci siamo tolti qualche soddisfazione e ci piace stare sul palco a fare i cretini.

 

 

 

2/ Qual è il significato dietro al vostro particolare nome?

 

 

La risposta è legata alla prima domanda: come ti ho detto il nome originale era Orezero; poi ci offrirono di aprire il concerto degli Statuto, che per noi all’epoca, immersi com’eravamo nel mondo ska e reggae, erano degli dei. Come già sottolineato eravamo delle belle pippe, per cui eravamo terrorizzati di fare una figura pietosa: decidemmo di trovare un nome fasullo per evitare di rovinarci in quanto Orezero, così un po’ anche grazie all’assiduo ascolto dei Latte e suoi derivati, anch’essi nostri idoli (tutt’oggi) partimmo da Ugo: “Un’ Ugo qalunque, Qualcugo” per arrivare a Yugo, che celava però un’altra identità, da cui In incognito. Il concerto con gli Statuto andò benissimo. Il nome ce lo tenemmo.

3/ Come mai tra i primi due ep, ed il vostro esordio a lunga durata, è passato così tanto tempo?

 

Le storie che ti ho appena raccontato riguardano gli Yugo in incognito. Ma di quelli che questo progetto l’hanno iniziato sono rimasto solo io (Lucio Leoni). La band ha subito milioni di trasformazioni nella line up: eravamo 3, poi siamo diventati 5, poi 6, ora 4; abbiamo cambiato 7 batteristi, 5 chitarristi, 3 bassisti…insomma ci si è messa la vita di mezzo: chi parte per studiare fuori, chi si sposa, chi fa i figli, chi abbandona la musica…Ora la formazione è definita da un po’ è finalmente c’era la possibilità di tirare fuori un lavoro frutto anche di una condivisione umana e compositiva ben salda, cosa in passato c’ è sempre mancata.

 

 

4/ Come definireste la vostra musica?

 

Idiota. Urgente. Ben ragionata / mal eseguita.

 

 

5/ Quali sono le vostre principali influenze musicali?

 

Ben diverse tra tutti ovviamente: Faccio un po’ di nomi random per darti un’idea:

 

Elio e le Storie tese/ Guns & Roses / Toto / Donna Summer / Tiziano Ferro / Enzo Jannacci / Skindread /Bon Jovi….troppa roba per dirla tutta.

 

6/ Le vostre canzoni parlano di esperienze personali o sono frutto di fantasia o tutte due le cose?

Esperienze personali. Tutte.

 

7/Come vedete lo stato attuale della musica italiana? Riuscite a lavorare, a suonare un po’ in giro o è tutto un gran casino?

 

E’ tutto un gran casino. Ho gestito un locale per 4 anni. Sono andato fallito, ma ho chiaro che è tutto un gran casino. Siamo stati fermi a lungo, ora con il disco ci rimettiamo su piazza e vediamo cosa succede, diciamo che è un mondo dove si rischia poco purtroppo. L’idea migliore che abbiamo avuto è fare una cover band di noi stessi; le cover band lavorano sempre.

 

8/ Credo che l’ironia sia una componente essenziale della vostra musica…è così o è solo una mia impressione?

 

Assolutamente così. Ci campiamo. Yugo in incognito ha due missioni, una per il mondo, una per se stesso: 1 portare l’Happy Rock&Roll for the lovi lovi people in tutte le case degli italiani, 2 non prendersi MAI sul serio.

 

9/ Vorrei saperne di più sul brano che conclude il vostro disco,che ho trovato personalmente molto spassoso

 

Don’t iscriv yourself to the Siae. E’ un brano polemico? Cinico? Disincantato? Fate voi; in realtà non c’abbiamo capito molto di quest’organo strano che per determinati aspetti sembrerebbe essere addirittura fuorilegge. Fatto sta che noi suoniamo perchè ci piace e ci diverte, e ci sembra che il sistema di tutela e diritto musicale si concentri troppo spesso su aspetti che non hanno a che fare con ciò. In buona sostanza: ti piace questa canzone? La voi rubà? Te la voi sonà? E sonala! Ce diventi ricco? Evviva! Voleva dire che avevamo ragione noi.

Noi non ci siamo iscritti, non è detto che sia la scelta giusta, è diverso per ognuno, ma almeno è una scelta.

 

 

 

10/ Qual è il brano che ritenete più rappresentativo del vostro ultimo cd e perché?

 

Credo anche qui che le risposte siano diverse per tutti, ma ci sono io a rispondere, per cui ti dico: quello che c’è in mezzo tra Vattelappesca e Uomini senza gomiti. Il perchè non lo so. Credo siano rappresentativi della strada musicale che stiamo cercando, per diversi motivi (essendo diversi anche i brani) ma il succo sta li in mezzo.

 

11/Vi ringrazio per la pazienza e disponibilità.

Dite quello che volete ai lettori di audiofollia!A presto!

 

Ciao Audiopazzi! È bello conoscervicisi.vi.mi. Il disco è bello : che uno di voi se lo scarichi eppoi passatevelo clandestinamente sottoforma di qualsiasi formato di riproduzione audiofonica: che sia esso di tipo magnetico oppure ottico, vinilico o failico…diffon da verb! Don’t iscriv youself to the SIAE!

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