CHIARA JERI’ & ANDREA BARSALI”Mezzanota”
Quello di cui vi parlerò oggi è un disco raffinato,dalla matura sensibilità;un disco diverso dall’ordinario,da ascoltare con la dovuta calma e con attenzione.
“Mezzanota”è un lavoro congiunto di due grandi artisti,la cantante Chiara Jerì e il chitarrista di scuola classica Andrea Barsali.
Già leggendo il curriculum di questi due musicisti ci si può fare un’idea della portata di questo disco:Chiara inizia la sua carriera musicale come semplice interprete nel gruppo acustico Fouve 010,e dopo un primo album(“Mobile identità”,assolutamente da riscoprire anch’esso data la sua validità),svariati concerti per l’Italia e importanti collaborazioni artistiche,adesso in questa nuova “fatica”discografica si è rivelata anche un’ottima autrice;Andrea Barsali dal canto suo ha anch’esso solido background in tutti i generi musicali,avendo studiato sì chitarra classica(ed essendosi diplomato con essa),ma da musicista sensibile e aperto com’è,ha suonato veramente di tutto nella sua vita,dai Deep Purple a De Andrè.
Non è stato difficile immaginare che dall’incontro di queste due straripanti personalità,avvenuto nel 2011,sarebbe nato qualcosa di grande ed eccellente:e difatti così è stato.
“Mezzanota”è un disco senza tempo ,e come avrete capito affidato esclusivamente a voce e chitarra classica,arioso e pieno di grazia,un album per cui la parola”arte”con la A maiuscola non è scelta a caso….9 pezzi in cui l’emozione e la poesia sono al centro dell’attenzione……
Andiamo adesso ad analizzare il disco traccia per traccia.
Il primo pezzo è”La ballata della ginestra”,un brano inedito in stile”popolare”,scritto da Chiara con Maurizio Di Tollo;una canzone d’amore per un amore perduto o forse mai nato del tutto(“nessuno canta il dì di una ginestra/nessuno tranne me,amore mio”);la chitarra disegna tramonti color pastello,e si sposa meravigliosamente alla voce.
Bellissime le strofe affidate alle settime maggiori,tra dolcezza e rimpianto,in cui la musica si sposa perfettamente alla bellissima voce personale di Chiara che dona enfasi e pathos struggente alle liriche(“non sai chi sono io/non mi ricordi/o forse percepisci tutto quanto/ma inutile sarà porsi domande”).
“La donna cannone”non ha quasi bisogno di presentazioni,essendo una cover del famosissimo “classico”di Francesco De Gregori:il nostro duo,però,la reinterpreta in maniera del tutto personale,come fossero stati loro stessi a scriverla.
Difatti si tratta di un’eccellente esecuzione,con emozioni vive a fior di pelle,tra le influenze”classicheggianti”di Andrea e la voce perfetta che scava in profondo di Chiara.
Il brano seguente,.”amore mio hai ragione”, è una ballata scura scritta da Maurizio di Tollo,in cui Chiara canta in maniera (in)credibile le difficoltà,la routine e le alienazioni di una coppia,in maniera spietata e crudamente poetica(“amore mio hai ragione/quando dici che ho perso da tempo/uno slancio vitale/che ogni giorno il silenzio che grido/ha un effetto fatale/che mi drogo gettando il cervello/nel televisore(…)ogni volta che mi scopri a fissare nel muro/ogni volta che cerco nel vino un approdo sicuro/e la pena negli occhi la leggo e si pianta nel cuore”).
E l’amarezza non è mai stata così struggente e piena di romanticismo,magistralmente dipinta ed eseguita.
Si torna ad una cover con “Canzone 2”,dalla penna di Pippo Pollina,anch’essa totalmente rivisitata dal duo:un tango umbratile,quasi teatrale nella sua epica drammacità,che presenta perfino un insolito risvolto rock nella seconda parte,velatamente accennato.
“Notturno delle parole scomposte”vede il ritorno della firma di Chiara con Di Tollo,ed è un brano- come spiega il titolo stesso -oscuro e introspettivo,con la voce di Chiara che magistralmente descrive in maniera non scontata molte ombre dell’anima e dell’amore,(“esco sotto la pioggia/e bagno la faccia di lacrime e rugiada/che toglie respiri/esco da me stessa/tutte le volte che tu prendi la fuga/per un volo sbagliato/esco sotto la pioggia/perchè io sono acqua”).
Anche la chitarra ha quel suo sapore nettamente notturno e classico che avvolge la traccia,sposandosi perfettamente alle liriche;anche quando il brano prende un’andatura più decisa e “diretta”,nella seconda parte prima del finale.
Eccellente”Innesco e sparo”,sempre a firma Jerì/Di Tollo,in cui viene descritta con poesia la lotta alla mafia e la morte di Giannino Losardo;un brano che svela un’anima combat decisa e compatta(“un tratto di carbone/mangia il mondo/lo sguardo mi trafigge in un secondo/costretto nella morsa di un sovrano/per colpa di uno stato senza mano”).
La voce di Chiara si fa ora dolce nel descrivere le azioni del protagonista(“il tempo si è rotto/veleno,gioco sporco”),ora potente e più aggressiva,ma sempe con la grazia che la contraddistingue(“sentieri d’omertà tracciati a stento/che sfiorano le rive del lamento/il braccio come scudo per un colpo/e storia di un eroe che non ha volto”):così come la chitarra è talvolta avvolta da delays quasi”psichedelici”,ora da tratti più secchi e decisi.
Una delle mie canzoni preferite del disco,e tra le più riuscite.
Bellissima anche l’atmosfera quasi ambient di “A goccia a goccia”,in cui appare per la prima volta anche un “reading”di Chiara ,avvolto da spirali riverberate di grande fascino nell’introduzione;un brano che parla della solitudine,una vera piaga dei nostri giorni,che scava solchi profondi e irrecuperabili nell’individuo.
Chiara non ha paura di addentrarsi nei meandri oscuri dell’anima delle persone sole,firmando il pezzo (sempre con DI Tollo):ma argomenti che possono sembrare difficili,vengono sempre trattati con licenza poetica e delicata armonia(“che importa l’innocenza di uno che muore/su di una sedia, un letto o da una corda/e quale colpa è tanto giusta e grande da guardare/uno che sceglie/senza vita,l’ultima volta(…..)per me che guardo il cielo da uno squarcio/le ali un’altra volta,solo una/e forse goccia a goccia è un grave sbaglio/per me che scorgo il cielo su un soffitto”).
La chitarra accarezza e illumina di pari passo con la voce;il duo ci suggerisce che forse è il caso di soffermarci più sull’importanza dell’individuo che sull’alienante e francamente inutile velocità di questi tempi moderni,dove l’”arrivare”ha sostituito l’”Io”,e dove gli individui più sensibili vengono ingiustamente lasciati al palo,e sono così vittima di sé stessi e delle proprie malinconie,solo a volte apparentemente senza uscita(Questa è la mia personale interpretazione del pezzo).
“Fino all’ultimo minuto”è un rifacimento del grande poeta Piero Ciampi,che Andrea e Chiara rendono nella sua perfetta poesia;un altro tassello di grande classe,con la chitarra,ora soffusa ora virtuosa e “presente”, a disegnare arazzi di antiche-ma sempre attuali-malinconie,e la voce che come sempre strega,affascina ed accarezza il cuore,con romantico e delicato spleen.
Torna la firma di Chiara (e Maurizio)su”Vorrei”,che chiude”apparentemente” il disco;un brano molto bello e personale,una canzone d’amore riflessiva e dalla lucente bellezza;ottimo l’assolo di chitarra,struggente e melodico(e di grande caratura tecnica,impeccabilmente eseguito),cantabile,quasi una canzone nella canzone.
Molto bello anche il testo(“Vorrei che la notte non torni solo blu/ma inevitabilmente se tu non sei con me/il tempo mio dov’è?/in questa mia notte che sa di lucciole/vorrei tu sognassi senz’abitudine/vorrei che il tuo volo avesse il mio sorriso in fondo ai tuoi occhi”)che Chiara canta con il consueto trasporto:tra l’altro dotato di una struttura decisamente complessa,anche vocalmente,in cui la sua innata bravura e tecnica vocale risalta ancora una volta splendidamente.
E’ una dedica notturna molto commovente che una donna fa al suo uomo,senza svegliarlo e che la stessa Chiara ci racconta in questo modo:”Quando l’ho scritta ho chiuso gli occhi e l’ho vista così:sfondo blu,una donna che guarda chi le dorme accanto,allunga le dita,ma non tocca,esprime un desiderio ma non sveglia”.
Prima ho detto che”Vorrei”chiude apparentemente il disco:non era un errore,e nemmeno uno scherzo,perchè in realtà le tracce non sono 9,ma 10;difatti nel disco è presente dopo l’ultimo brano scritto in copertina,una traccia nascosta chiamata”malincuore”,in cui ritorna l’argomento”sociale”visto sempre dalla personale penna di Chiara(ed era già presente su”Mobile identità”,il suo album precedente da solista).
Quindi non si tratta proprio di un pezzo”minore”,anzi aggiunge valore al disco:il sentimento combattivo del duo riemerge come sempre su di un’ottica personale e mai retorica(“4 cadaveri bianchi sotto un lenzuolo di cotone/indagini a tappeto,neanche uno straccio di testimone/la polizia che fa?Brancola nel buio,come sempre/e sul giornale la foto di una ragazza impertinente/”gli extracomunitari non ci danno più pace”/Nessuno si domanda il perchè di quella strage”ma s’ammazzassero tra di loro,tanto per noi sono tutti uguali,puttane,spacciatori,disperati ed animali”).
E così si chiude il disco,con la maestrìa delle note di Barsali che si spengono nell’armonia malinconica del finale.
Davvero un gran bel disco,che farà la gioia di tutti gli amanti della canzone d’autore;Chiara Jerì ha una voce personalissima ed originale,quasi una chansonnier del nuovo millennio dalla bellissima intonazione;ed è anche un’abile penna,come abbiamo visto,inedita e”nuova”.
Andrea Barsali,come abbiamo visto,è un maestro e un virtuoso della chitarra classica(e non solo),e anche un abile arrangiatore:non è solo estremamente tecnico e preciso nel suo strumento,ma dona anche emozioni a profusione,non sacrifica mai il “cuore”o l’anima,ma anzi mette il suo sapere e la sua padronanza al servizio del pezzo,in maniera perfetta.
Il duo ci regala tante emozioni,facendoci anche riflettere:e mai come questa volta è vero il detto che”meno e più”;sono solo in due,ma emozionano per mille!!E siamo sicuri che ci riserveranno altre sorprese prossimamente….già”mezzanota”è un grande traguardo e un’ottima conferma di classe e alto contenuto artistico che,ne siamo certi,non rimarrà un fatto isolato.