È l’indie rock il genere a prevalere nel disco d’esordio di The Berries. “Cry of Love” è stato ufficialmente lanciato lo scorso 18 gennaio, aprendo, così, la stagione artistica di un gruppo nato dall’unione di tre giovani ragazzi amanti del rock’n’roll.

Partendo dalla convinzione che le lacrime non siano esclusivamente simbolo di dolore ma rappresentino la massima espressione di qualsiasi sentimento umano, l’album descrive passioni ed emozioni, frammenti di vita, debolezze e punti di forza di un’umanità sempre pronta a mettersi a nudo e riscoprire il proprio essere.

Il primo singolo estratto, “Going Down”, parla proprio di una grande delusione, che trascina chi la vive in un terribile stato di apatia, impotenza ed estraniazione, da cui non si riesce a sfuggire. Il videoclip del brano è una rivisitazione di “Cappuccetto Rosso”, in cui i ragazzi ricoprono il ruolo di tre nomadi che ingaggiano una bambina per derubare la casa di un’anziana signora: unica ricompensa, un lecca-lecca.

I The Berries mostrano, quindi, una certa pazzia e, definiti come «quel che ci vuole per rovinare una serata, magari partita bene, violentando le vostre orecchie e facendovi passare definitivamente la voglia di vivere», trovano comunque molti consensi perché «sono quella band di cui nessuno ha bisogno, ma quella che tutti meritano».

Giulia Di Leo


 

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