ENRICO RUGGERI “iùs” (Neverlab avant,2013)

L’Enrico Ruggeri di cui vi parlerò oggi non è il famoso cantautore che tutti conosciamo (e di cui ho recensito il nuovo album anno scorso),ma un omonimo musicista altrettanto valido,anche se dal diverso background.

Vi ricordate gli Hogwash,la mitica band bergamasca che si è fatta le ossa suonando in lungo e in largo per l’Italia (e non solo) e pubblicando 4 fantastici dischi dal sapore alternativo-psichedelico? Bene,Enrico ne era il leader.

Adesso il nostro-dopo l’esordio solista di due anni fa-torna con questo eccellente lavoro dal titolo “Iùs”:un album strumentale dai tratti sperimentali,avvolgenti ed affascinanti.

Questo è evidente sin dalla prima traccia,”Adiosu” (colonna sonora dell’omonimo cortometraggio di Matteo Pinna),quasi 9 minuti altamente evocativi di ambient oscura e minimale,un trip misterioso nei meandri dell’inconscio,che riporta alla mente le scure trame sonore dei primissimi Tangerine Dream (quelli di “Electronic Meditation”),oltre a qualche sentore enigmatico ai confini con la psichedelia più sperimentale.

“Printania dust” continua il viaggio meditativo interiore;siamo sempre nei meandri della dark ambient,ma stavolta al centro dell’inquieto magma sonoro,risiedono un pianoforte dai tratti malinconici e delle tastiere chiaroscure:un brano davvero toccante,che sa emozionare e persino commuovere con le sue note cariche di spleen.

“Errore n.11” è un brano dai tratti più avanguardistici:il minimalismo qui diventa lo sfondo per creare uno scenario onirico e straniante;”Errore n.12”,che segue subito dopo,è logicamente il continuo di questo inconsueto percorso sonoro,un drone noise i cui “soundscapes” di contorno stavolta si fanno più taglienti e corrosivi (ma mai fini a sé stessi).

Chiude l’album “Succo” (che,in un certo senso,è la title-track;difatti “iùs” è proprio succo,in latino) e,fedelmente al titolo,è un po’ il sunto di questo lavoro:un brano con al centro alcuni momenti sperimentali-sempre tra drone avanguardistico e noise-che sovrastano tratti più meditativi,affidati ad un pianoforte introspettivo e notturno.

Un ottimo lavoro che dimostra come l’ambient attuale sia un territorio fertile e creativo ,ma non solo :in questo caso,per esempio,le 5 tracce si presentano come una sorta di evoluzione della psichedelia,vista su un’ottica totalmente personale e visionaria,ricca di spirali sonore affascinanti seppur apparentemente minimali, che inchiodano l’ascoltatore alla sedia,con interesse.

Complimenti quindi ad Enrico per questo suo rimettersi in gioco con un lavoro insolito,ma molto bello e senz’altro particolare.

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