LAMENTE “Un passo indietro” (Garage records)

Oggi vi parlerò di una nuova band proveniente dalla mia città:si chiamano LaMente e “Un passo indietro” è il loro primo disco,in uscita per la Garage records il 24 novembre.

Anche se l’album in questione è un esordio,in realtà nella band suonano dei musicisti di rinomata e navigata esperienza (Massimiliano Valenti-basso,chitarra,voce;Damien Salis-chitarre;Manuel Schicchi-chitarra,banjo;Marco Lazzeri-piano,tastiere,fisarmonica e Marco Fanciullini-batteria),che hanno alle spalle importanti esperienze con svariati gruppi precedenti-noti e non- dell’underground aretino (e non solo):e tutto questo fa sì che questo disco sia un prodotto maturo,originale e molto interessante.

Il sound della band è solo parzialmente riconducibile alla scena indie/alternative,anche perchè le influenze sono senz’altro molteplici e variegate:sicuramente l’amore per le sonorità ricercate e per la canzone d’autore è evidente,ma tutto viene reinterpretato e reintegrato in maniera personale ed elegante,senza che nessuno dei pezzi ricordi altre band …anzi,al contrario,l’anima del gruppo viene sempre fuori,e si può tranquillamente parlare come di un compiuto e riuscito “Lamente- sound” !

Andiamo adesso ad analizzare insieme il contenuto del disco.

“Adesso so” apre l’album con un bel basso ritmato,seguito da un accattivante riff tastieristico e da chitarre oniriche;la musica si sposa perfettamente all’introspezione e alla disillusione del testo (“continuano a sperare,giovani uomini illusi-mondo distante”)…Man mano che il brano si evolve,il sound diventa ancor più psichedelico (bello il connubio avvolgente tra le chitarre e la tastiera),senza rinunciare però ad un approccio melodico,ma mai scontato.

“Difendimi” ha un’andatura ancora più insolita e sognante:l’introduzione sposa un ritmo moderno a delle sequenze quasi ambient ed anche il testo risulta particolarmente evocativo e visionario (“Alzo gli occhi/sguardo senza età/un paesaggio nuovo,disteso in mezzo al mare”);poi la canzone sterza su sequenze darkeggianti (in cui i riff del basso si intrecciano con l’ariosa tastiera e con i fascinosi tappeti chitarristici) dal sapore meditativo….Sul finale tornano sequenze altamente psichedeliche,amalgamate a qualche riminiscenza  jazzata e qualche ricordo progressive.

Si prosegue con “Recordis”,un brano originalissimo e moderno dal testo enigmatico ,in cui una sentita matrice cantautorale si mescola alle immagini caleidoscopiche create dalle chitarre,con un bel solo finale,molto interessante e carico di feeling.

“Il vento” è un tassello più rilassato,in cui il tappeto creato dalle chitarre e dal   basso corposo riveste un invito a riappropriarsi della realtà,rinunciando alla vacuità di alcune situazioni (“e non smette di bruciare,alimentata dall’amore di cercare e coltivare/è un inferno respirare/ribelle alle stagioni,al tempo che non cambia/al male che dilaga/senza niente si rimane”):la psichedelia è sempre dietro l’angolo,ma l’attitudine rimane innovativa e inedita,con luminose sequenze di note in evidenza nella parte finale e nei ritornelli (il connubio tra le chitarre e la tastiera continua ad essere perfetto,e non si avvertono cedimenti di tensione emotiva).

“Agosto” è un brano altamente riflessivo ed atmosferico in cui affiorano memorie dolorose:la matrice progressiva è qui più evidente,complice   il malinconico arpeggio all’unisono tra l’acustica e il pianoforte che adorna il brano  ed un ipnotico finale ;”Chiedi se” affonda la lama nei ricordi personali (“presto ritornerà l’estate/e noi vivremo di nuovo felici giornate di sole(…) una maliziosa occhiata/ricorda il tempo dei giorni/le notti/Quasi si sente il profumo”),con attitudine squisitamente ricercata e raffinata (bellissimo pezzo,tra i miei preferiti del disco,con un breve ma incisivo solo acustico).

“Nei panni tuoi” rivela un’anima più tagliente e “diretta”:un rock nervoso e inquieto che gioca tutto su riuscite dinamiche chiaroscure (la band è davvero in forma smagliante!),tra ritmiche ruvide ed una tastiera ipnotica (che evoca a tratti sia il mellotron che l’organo Farfisa);le liriche continuano a scavare su tematiche introspettive,tra curiosi interrogativi (“senza amore,cosa avrò da dire a te?”) e riflessioni amare.

“Un viaggio” è un’insolita sorpresa cantata da Giulia Salis:un nuovo invito,stavolta al misterioso e affascinante viaggio della vita stessa (“lascio il cuore,una parte di me/lì con te,che vivi lontano”),in cui riaffiorano le atmosfere oniriche care alla band,reinventate ancora una volta in una forma diversa,tra riverberazioni notturne e melodie avvolgenti,persino struggenti a tratti.

Il finale è una finestra sul domani carica di speranza e di positività:si chiama “Rosso” ed è una canzone morbida e dall’atmosfera vagamente settantiana, che alterna iniziali momenti malinconici ad altri più solari nell’evolversi della struttura, ed adornata da un bel tocco di classe grazie alla luminosa slide di Damien Salis sul finale (e appare perfino una sezione fiati nel finale).

Dunque,siamo davanti a un eccellente esempio di rock d’autore,ottimamente suonato,composto ed arrangiato:la dimostrazione che l’originalità e la personalità sono cose che alla fine pagano sempre….E la forza de LaMente sta proprio nella particolarità,nella loro unicità e ricercatezza:le canzoni di questo disco sono quindi 9 perle sonore che brillano di luce propria nell’affollata scena alternativa e sono come una boccata d’ossigeno in un panorama troppo spesso affollato da cloni e ricerche di infima faciloneria.

Un bell’album per un progetto di classe che-ne sono certo-farà parlare positivamente di sé per lungo tempo…In una parola:bravi davvero!

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