a cura di Francesco Lenzi

PLUNK EXTEND “Prisma “

Un disco colorato,quello dei Plunk Extend:per più d’un buon motivo.

Mai titolo fu più azzeccato:”Prisma” difatti rivela un arcobaleno di suoni e di influenze,ed ogni traccia è dedicata ad un colore,personalmente scelto da un componente del gruppo,che ha scritto il brano,per poi rielaborarlo in seguito insieme agli altri.

“Blu” è la traccia iniziale,un malinconico ma irresistibile viaggio introspettivo e melodico,dalle suggestioni acustiche e dalle riflessioni personali,tutte incentrate sulla fantasia e sul potere della mente (“Nella mia mente c’è / un mare di vetro e / cattedrali di cristallo / e un eterno cielo di cobalto / e poi ci sonoio / e io sono dio / Da solo “).

“Nero” è una traccia più psichedelica ed ombrosa (“Sono libero di deluderti / se è quello che mi va / Com’è che non mi vedi / e sei solo un po’ più in là? / Sono libero di deludermi / se è quello che mi va / Com’è che non ci vedo?”),dalle fascinazioni alternative,senza dimenticare la melodia (e c’è perfino qualche lieve inflessione reggae nell’incedere del brano,anche se appena accennata e mescolata ad altro,con originalità);”Bianco” è ispirata ad un racconto di Borges,ed è una canzone riflessiva e bellissima….e questa ricerca della bellezza non solo è quella del protagonista,ma anche l’attitudine stessa della band (perfettamente riuscita,tra l’altro;musicalmente,in questo caso,siamo di fronte ad un brano quasi “pastorale” come andatura,rilassato e distensivo,con delle soffici chitarre in evidenza).

“Rosso” è passione pura,ed anche il sound si fa più articolato e tagliente (sognanti e acide le chitarre),ma attraversato da sequenze oniriche e altamente psichedeliche,che si riflettono anche nel testo (Il tramonto è / di un rosso astratto e indomabile / i bracieri tremano al battito corto del mio respiro / piango forte oro liquido e cenere”).

Le fascinazioni acustiche non si esauriscono nemmeno nella conclusiva “Verde” (Ho messo un piede sull’asfalto / e mi ha fatto male / ricordare com’era verde la terra / prima del catrame )”,una fuga da una realtà mediocre e finta,per chi non vuole incasellarsi su schemi precostituiti o su preconcetti vari;il finale,però,svela la sua elettricità,donandoci una fuga psichedelica ancora una volta di più,con delle belle chitarre laceranti e al tempo stesso meditative,stratificate.

Un bel disco davvero,godibilissimo e fresco,rilassante ma al tempo stesso creativo e che dà il potere all’immaginazione più positiva….E la band è decisamente originale nel comporre ed eseguire questi brani,mettendo la propria personalità in evidenza,con sicurezza e schiettezza:bravi!

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