Vi siete mai soffermati a guardare un murales? Può sembrare banale e pure scontato ma molte persone non hanno mai prestato attenzione a quel particolare dai toni surreali che con forza passiva tenta di cambiare volto alla monotonia della città. Se almeno una volta vi foste realmente presi del tempo ad osservarli e a capirli allora vi sareste resi conto che in voi stavano nascendo diverse sensazioni tra le quali spicca senza dubbio il piacere del fantastico, ovvero quella capacità di apprezzare ciò che rimane fuori dall’ordinario, da tutto ciò che ci aspettiamo di trovare in quel luogo. Escapismo Primaverile è quel murales.
Lennard Rubra propone un lavoro coraggioso che nella sua idea riesce a colpire esattamente il gusto del fantastico. Le atmosfere Lo-Fi, che strizzano l’occhio alla Trip-Hop, permettono all’ascoltatore di fuggire e di farsi trasportare verso una realtà quasi onirica. Il suo modo di sfruttare la voce ricorda molto i lavori di Damon Albarn dove il cantato non si pone in una posizione predominante, ponendosi invece sullo stesso piano del resto della composizione. Così facendo Lennard riesce a rendere più credibile tutta l’atmosfera di sospensione da lui creata. L’EP è composto da cinque brani nei quali Rubra costruisce un percorso dove il surreale è sempre posto in primo piano, e la dinamica dei pezzi gli permette di manovrarlo a suo
piacimento.
Lennard utilizza per la registrazione, effettuata in proprio all’interno della sua stanza, tre strumenti: una chitarra, un basso ed una batteria. L’uso di effetti come il chorus oppure il riverbero sulla chitarra gli permettono di dare forma al sound che caratterizza tutto l’album, tipico del Lo-Fi e della Trip-Hop, quest’ultima richiamata dal suono compresso della batteria. Il basso, asciutto e suonato mediante un plettro, riprende il modo di suonare dell’alternative e dell’indie italiano che tuttavia non prevale sul sound generale, anzi, aggiunge solo una serie di sfumature al quadro onirico da lui creato.
I pezzi scivolano via uno dopo l’altro senza fatica, come il lento moto delle onde sulla spiaggia, partendo dalla psicadelica “Urano” fino ad arrivare alla lenta ed introspettiva “Pina Baush”. La dinamica dei pezzi è molto equilibrata e non affatica l’ascoltatore che, anzi, viene catturato dal movimento quieto che questi cinque brani offro: un percorso leggero fra gli spazi della mente e della pace dei suoni. In ogni canzone Lennard gestisce i suoni e le armonie in modo molto minuzioso portando alla luce brani complessi come “Saudade”, caratterizzato da una linea ritmica molto articolata nella strofa e da un’apertura armonica nel ritornello, oppure come “Telemachia”. Ciò che colpisce, quindi, è la capacità di mantenere un flusso piacevole e scorrevole da brano a brano e, allo stesso tempo, riuscire ad inserirci scelte stilistiche molto
interessanti. Con questo suo nuovo lavoro Lennard Rubra si dimostra un ragazzo dall’ottimo talento che sicuramente ha ancora altro da mostrare e da far apprezzare, esattamente come Escapismo Primaverile.

 

Il signor Mosca

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